di Oliver Melis
Il primo evoluzionista dichiarato fu il naturalista francese Jean-Baptiste de Lamarck.
Lamarck concepì la sua teoria dell’evoluzione in seguito alla grande esperienza che fece come curatore del museo di Storia Naturale di Parigi, incarico che gli consentiva di studiare un grande numero di campioni biologici provenienti da tutto il mondo.
Nella sua “Filosofia zoologica” del 1809 affermava che la natura è soggetta a leggi proprie e autonome che determinano un cambiamento delle specie nel tempo. Lamarck, sosteneva l’ereditarietà dei caratteri acquisiti, e che tale cambiamento segue un progetto, un disegno racchiuso nella natura, che fa si che gli organismi si perfezionino e diventino sempre più complessi.
In questo modo, le modifiche che un organismo subisce nel corso della sua vita potrebbero diventare ereditarie ed essere trasmesse alla progenie. Nella teoria dell’evoluzione di Lamarck ha grande importanza l’adattamento, un concetto base per il pensiero evolutivo. Lamarck, però, considera l’adattamento del singolo individuo ed il risultato dell’uso o del disuso di un determinato organo: secondo questo modo di concepire l’evoluzione la funzione crea l’organo e ogni essere vivente sviluppa gli organi di cui ha bisogno per la vita in un certo ambiente.
Allo stesso modo, se una persona acquisisce una zoppia durante la sua vita, può essere trasmessa per via ereditaria? O, se una persona acquisisce una cicatrice, quella cicatrice sarà allo stesso modo trasmissibile? La moderna teoria scientifica nega che ciò sia possibile, contrariamente al Lamarckianismo che sosteneva il fatto che i cambiamenti acquisiti durante la vita potessero essere trasmessi alla prole per favorire il cambiamento evolutivo.
Durante gli anni ’20, lo scienziato austriaco Paul Kammerer progettò un esperimento che coinvolse una specie chiamata Rospo ostetrico per dimostrare che l’ereditarietà lamarckiana era possibile.
Kammerer riuscì a far riprodurre i rospi in acqua aumentando la temperatura dei loro contenitori, costringendoli a ritirarsi verso l’acqua per rinfrescarsi. I rospi di sesso maschile non sono geneticamente programmati per l’accoppiamento sottomarino ma Kammerer, seguendoli nell’arco di due generazioni, riferì che i suoi rospi mostravano artigli nuziali neri nei piedi che davano loro più forza durante il processo di accoppiamento subacqueo, mentre gli antenati dei rospi non mostravano questi artigli. Kammerer considerò questa una caratteristica acquisita causata dall’adattamento all’ambiente. Claims dimostrò invece che il risultato dell’esperimento era stato falsificato.
La più notevole di queste affermazioni fu presentata dal Dr. G. K. Noble, curatore dei rettili presso il Museo Americano di Storia Naturale, sulla rivista scientifica Nature. Noble, dopo un esame microscopico, sostenne che gli artigli neri in realtà avevano una spiegazione molto più banale: erano state semplicemente iniettate con inchiostro di china.
Quando la frode fu svelata nel 1926, Kammerer ne fu umiliato. Insistette che non aveva iniettato inchiostro nei rospi e suggerì che forse il responsabile poteva essere stato uno dei suoi assistenti di laboratorio. Chiunque avesse commesso la frode, fu Kammerer a sopportarne le conseguenze.
In una lettera, Kammerer dichiarò che dopo aver letto l’articolo di Noble riesaminò il suo campione e confermò che l’inchiostro di china era stato iniettato negli artigli.
Kammerer suggerì che il suo esperimento fosse stato alterato da un assistente di laboratorio. Il criminologo Edward Sagarin scrisse in seguito che “Kammerer rivendicò sempre la sua totale innocenza dichiarando la sua ignoranza sull’identità del falsario“.
La credibilità scientifica di Kammerer fu tuttavia irrimediabilmente danneggiata.
Fonte: Hoaxes.org; Wikipedia