Qualcuno ricorderà Oumuamua, il misterioso oggetto di origine interstellare a forma di sigaro che attraversò il nostro sistema solare sul finire dello scorso anno. In quei giorni fioccarono le ipotesi sulla natura dell’oggetto, vennero puntati radiotelescopi e telescopi per scandagliarlo e lo stesso Breakthrough Listen, il progetto di ricerca di intelligenze aliene lanciato da Stephen Hawking nel 2015, finanziato dal miliardario russo Yuri Milner, si impegnò nello studiarlo.
Ci fu, perfino, chi ritenne che si trattasse di un’astronave aliena entrata nel sistema solare per sfruttare l’effetto fionda del pozzo gravitazionale solare per ottenere maggiore accelerazione. Sia come sia, Oumuamua continuò per la sua strada, completamente indifferente all’attenzione suscitata negli esseri umani.
Dal momento in cui gli astronomi hanno avvistato Oumuamua, riconoscendolo come proveniente da fuori del nostro sistema solare, sono moltissime le domande sul suo conto che si sono rincorse, e quasi tutte rimaste, almeno finora, prive di risposta. Cos’è? Da dove proviene? Perché ha una forma così insolita?
Adesso, un team di scienziati ha annunciato che potrebbero aver fatto progressi sulla seconda domanda, restringendo l’area di provenienza dell’oggetto a soli quattro stelle.
La ricerca si basa sui dati raccolti nel mese di giugno che sembrano indicare che l’oggetto, giunto vicino al Sole, abbia preso un po’ di velocità, accelerando.
Questa considerazione ha permesso agli scienziati di risalire lungo la traiettoria percorsa nel sistema solare da Oumuamua. per riuscirci sono stati esaminati una quantità enorme di dati raccolti dalla missione Gaia dell’Agenzia spaziale europea, allo scopo di individuare le posizioni precise delle stelle. La mappa tracciata in qusto modo ha permesso agli scienziati di identificare i possibili sistemi solari di origine, ma anche di calcolare in che modo le stelle vicine e la loro gravità hanno influenzato la rotta dell’oggetto.
Combinando queste informazioni, il team ha identificato quattro possibili stelle come luogo di origine di Oumuamua: la nana rossa HIP 3757, la stella simile al Sole HD 292249 e altre due stelle ancora senza nome.
Gli astronomi credono che Oumuamua (il cui nome significa “messaggero da lontano che arriva per primo” in lingua hawaiana) deve provenire da un sistema stellare dotato di almeno un pianeta gigante gassoso, che sarebbe responsabile del calcio gravitazionale che l’ha spinto oltre la sua stella, mandandolo a errare, solitario, attraverso l’universo. Per quanto ne sappiamo, però, tutte e quattro le stelle candidate sono prive di pianeti, ma questa è una condizione che potrebbe cambiare quando il telescopio spaziale TESS rivolgerà loro la sua attenzione.
Lo studio oggetto di questo articolo è descritto in un documento pubblicato il 24 settembre sul sito di preprint arXiv.org ed è stato accettato per la pubblicazione sul Journal of Astrophysical.