sabato, Novembre 23, 2024
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Enrico Fermi, l’ultimo uomo che sapeva tutto

Il titolo si riferisce al fatto che Fermi è stato uno degli ultimi fisici a dare un contributo significativo sia alla fisica sperimentale che a quella teorica

Forse a causa di quell’incarico di tanto tempo fa, “Biografia popolare di Fermi” è stata a lungo nella mia lista mentale di potenziali progetti futuri di libri. Quindi sono rimasto leggermente deluso alcuni anni fa quando ho saputo che David Schwartz aveva scritto The Last Man Who Knew Everything: The Life And Times Of Enrico Fermi, Father Of The Nuclear Age (solo leggermente, perché è una lunga lista di potenziali progetti).

Ora che l’ho letto, sono felice di riferire che nessun altro può scrivere una sua biografia pop, perché è difficile vedere un terreno rimasto scoperto. Questa è una biografia davvero eccellente e completa di una persona affascinante.

Il titolo si riferisce al fatto che Fermi è stato uno degli ultimi fisici a dare un contributo significativo sia alla fisica sperimentale che a quella teorica.

Il modello di Fermi del decadimento beta prese un vago suggerimento di Wolfgang Pauli e lo trasformò in una rigorosa teoria matematica, e il suo lavoro nella fisica statistica è fondamentale per la moderna fisica della materia condensata.

Diresse anche un gruppo sperimentale a Roma che fu uno dei primi a dimostrare la fissione nucleare – lavoro che è (erroneamente) citato nel suo Premio Nobel – e in seguito guidò la squadra che costruì il primo reattore nucleare funzionante come parte del Progetto Manhattan. Anche negli anni ’40 quel tipo di ampiezza era insolito; in questi giorni è inaudito.

Schwartz inizia, come tendono le biografie, con l’infanzia di Fermi in Italia, dove fu fortemente influenzato dalla tragica morte del fratello maggiore Giulio. Anche i suoi genitori morirono quando era relativamente giovane – sua madre quando aveva 23 anni, suo padre quando ne aveva 26. Queste perdite non hanno però rallentato la sua rapida ascesa tra i ranghi dell’accademia italiana – fin da giovanissimo è stato riconosciuto come un prodigio scientifico e matematico.

La morte di suo fratello e dei suoi genitori introduce anche un altro filo conduttore di fondamentale importanza che attraversa il libro, vale a dire che Fermi era una persona intensamente riservata.

Un po’ insolitamente per il suo tempo e la sua classe, non teneva diari e raramente parlava o scriveva di questioni personali, il che significa che quasi tutta l’impressionante serie di informazioni che Schwartz riporta in questo libro è necessariamente di seconda mano. I documenti scientifici e amministrativi di Fermi sono numerosi, ma le informazioni sulla sua vita personale provengono esclusivamente dai ricordi di altri, comprese le biografie passate di sua moglie Laura e del suo ex studente Emilio Segrè.

Ciò rende il libro una sorta di affascinante contrasto, in quanto i punti di riferimento della vita professionale di Fermi: i suoi primi lavori accademici in Italia, il suo lavoro pionieristico (e spacca-atomo) a Roma, il suo trasferimento negli Stati Uniti e il suo lavoro sul Manhattan Project — sono esplorati in grande dettaglio, ma la sua vita personale conserva un’aria di mistero.

Ciò è particolarmente sorprendente nel contesto del suo lavoro sulle armi, dove Fermi ha co-firmato un rapporto con II Rabi che metteva in discussione gli aspetti morali ed etici delle armi nucleari, e ha regolarmente espresso scetticismo sia sulla necessità che sulla possibilità di una bomba all’idrogeno, ma ha comunque continuato a lavorare su quei progetti. 

Sarebbe estremamente interessante sapere come ha conciliato quell’apparente contraddizione, ma non c’è assolutamente traccia dei suoi pensieri in merito.

La natura enigmatica dei sentimenti personali di Fermi rappresenta una sfida significativa per un biografo, ma Schwartz la affronta molto bene. Questo è un libro molto coinvolgente e molto leggibile, uno che sono rimasto sveglio più tardi del solito a leggere in più occasioni.

L’unico dubbio che vorrei sollevare è che avrebbe potuto entrare in un po’ più di dettagli tecnici su vari punti della fisica; Sospetto di essere in una minoranza relativamente piccola, però.

Questo libro mi ha sicuramente arricchito e ha confermato la mia convinzione che Enrico Fermi sia stato un fisico che ha meritato ampiamente una biografia popolare.

Se sei interessato alla storia della fisica nel XX secolo, ti consiglio vivamente di leggere questo libro.

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