L’ultimo dei virus patogeni a compiere il salto dagli animali alle persone è stato, per quanto ne sappiamo, il SARS-CoV-2 che appartiene alla famiglia ben nota dei coronavirus.
Tuttavia esistono centinaia di migliaia di altri virus nascosti negli animali che potrebbero rappresentare una minaccia molto simile se non peggiore.
Oggi, per fortuna, abbiamo a disposizione un nuovo strumento in grado di classificare i virus in base alla loro capacità di compiere il salto inter-specie animale-uomo.
Questo strumento si chiama SpillOver e crea in sostanza un “elenco di controllo” dei virus patogeni scoperti di recente che rappresentano la più grande minaccia per la nostra salute. I ricercatori si augurano che il loro strumento ad accesso libero possa essere utilizzato da altri scienziati, responsabili politici e funzionari della sanità pubblica.
Questo è un modo per studiare, sorvegliare e attuare attività utili alla riduzione del rischio, come l’eventuale sviluppo di vaccini o terapie prima che un virus patogeno porti a una nuova e devastante pandemia.
Zoë Grange, ricercatrice post-dottorato del One Health Institute dell’University of California, Davis (UC Davis) che ha guidato lo sviluppo di SpillOver, ha spiegato che il virus SARS-CoV-2 è solo uno delle molte migliaia di virus patogeni esistenti che hanno la capacità di passare dagli animali agli esseri umani.
Per questo, ha aggiunto Grange è importante non solo identificare i nuovi virus patogeni, ma è importante dare la priorità alle minacce virali con il maggior rischio di ricadute prima che si verifichi un’altra pandemia.
Virus patogeni e rischio di spillover
Sappiamo che circa 250 virus hanno già compiuto il passaggio inter-specie animale-uomo e si stima che oltre 500.000 virus possano avere un comportamento simile, hanno scritto i ricercatori in un articolo sullo strumento SpillOver, pubblicato lunedì (5 aprile) nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
Ma non è assolutamente detto che ogni virus si trasferisca dagli animali agli esseri umani. Quindi i ricercatori hanno realizzato un punteggio “simile al credito” per i virus patogeni per valutare e confrontare i loro rischi.
Lo strumento, per arrivare a ottenere il punteggio o “credito” prende in considerazione 32 fattori di rischio associati al virus e al suo ospite, come: il numero di specie animali infette dal virus e la frequenza con cui gli esseri umani interagiscono con gli animali selvatici nelle aree in cui sono stati rilevati virus patogeni.
Fatto questo, i ricercatori hanno classificato 887 virus della fauna selvatica in base al loro rischio di ricaduta. (La maggior parte dei virus patogeni presenti nelle classifiche sono stati scoperti di recente, ma alcuni sono già noti come zoonotici).
Nelle prime dodici posizioni della classifica sono presenti noti virus patogeni zoonotici come il virus Lassa (al primo posto), il SARS-CoV-2 (al secondo) e il virus Ebola (al terzo posto). I virus lassa sono presenti principalmente nei ratti, mentre il virus Ebola sembra essere presente principalmente nei pipistrelli.
Gli animali che ospitano il virus SARS-CoV-2 sono sconosciuti, ma è stato scoperto che può infettare visoni, leoni e tigri.
Gli autori della classificazione si aspettavano questo risultato che sottolinea come le le zoonosi note si classifichino al primo posto. Useranno i risultati e di usarlo per convalidare lo strumento.
Come mai, visto lo stato di pandemia che viviamo da oltre un anno, il virus SARS-CoV-2 non è al primo posto? I ricercatori sostengono che il loro strumento classifica il potenziale per futuri eventi di ricaduta. Alcune informazioni importanti su SARS-CoV-2 rimangono tutt’ora sconosciute, come ad esempio il numero di specie ospiti che infetta.
Tra i virus non ancora zoonotici, il virus di primo livello è il coronavirus 229E (ceppo del pipistrello), che appartiene alla stessa famiglia dei virus SARS-CoV-2 e infetta i pipistrelli in Africa. Un altro virus di prim’ordine è il coronavirus PREDICT CoV-35, anch’esso appartenente la famiglia dei coronavirus che colpisce i pipistrelli in Africa e nel sud-est asiatico.
Gli autori vogliono sottolineare che SpillOver è una piattaforma di crowdsourcing che permette ad altri ricercatori di fornire dati sui virus già presenti nell’elenco o di aggiungere virus all’elenco aggiornando così le classifiche man mano che vengono aggiunti nuovi dati.
Lo strumento di classificazione ha lo scopo di avviare uno scambio di informazioni a livello globale che migliorerà di molto il modo in cui la classificazione del virus in passato permetteva la collaborazione scientifica in tempo reale per identificare in maniera precoce nuove pandemie.
Jonna Mazet, professoressa alla UC Davis School of Veterinary Medicine e coautrice dello studio sostiene che lo SpillOver può migliorare la comprensione delle minacce alla salute e permettere di agire per ridurre il rischio prima che le pandemie possano manifestarsi.