Nel 1981 il paleontologo Jack Sepkoski ha studiando migliaia di fossili identificando quella che viene definita come “la rivoluzione marina”, un avvicendamento della vita primordiale che nasceva e si estingueva, scritta nella storia del nostro pianeta degli ultimi 500 milioni di anni.
Joseph John Sepkoski Jr, scomparso nel 1999, era professore all’Università di Chicago, quando scoprì quelle che divennero note come le tre grandi faune evolutive degli animali marini: una serie di esplosioni della vita primordiale avvenute negli oceani nel corso dell’Eone del Fanerozoico.
Le esplosioni ripetute della vita primordiale avvenute negli oceani e nei mari furono segnate da catastrofi di una portata tale da cambiare il corso della storia del nostro pianeta: eventi di estinzione di massa che causarono la totale estinzione di migliaia di specie – preparando il terreno all’avvento di nuove creature che in seguito emersero e prosperarono.
Ma non necessariamente deve essere andata cosi, a suggerire che il repentino sviluppo della vita primordiale a livello planetario non sia dovuta a catastrofi causate da comete, asteroidi o supervulcani è uno studio intitolato: A multiscale view of the Phanerozoic fossil record reveals the three major biotic transitions.
Un nuovo studio sulla vita primordiale
Come ha spiegato il paleontologo Michal Kowalewski dell‘Università della Florida:
“La documentazione fossile ci dice che alcune delle transizioni chiave nella storia della vita sono stati rapidi cambiamenti innescati da fattori esterni improvvisi. Ma questo studio mostra che alcune di queste transizioni principali erano più graduali e potrebbero essere state guidate da interazioni biologiche tra organismi”.
L’esplosione della vita primordiale avvenuta milioni di anni fa è anche nota come rivoluzione marina mesozoica. La transizione, iniziata tra i 150-200 milioni di anni fa, rappresenta tutti i cambiamenti macroevolutivi che hanno avuto luogo quando i predatori marini come pesci ossei, crostacei e lumache predatrici sono aumentati di numero, costringendo le loro prede invertebrate, come i molluschi, ad adattare le loro difese ai nuovi terribili attacchi.
Nel nuovo studio sono stati utilizzati dei modelli per dimostrare le relazioni esistenti tra i grandi raggruppamenti di forme di vita primordiale preistorica che si è evoluta e sviluppata negli sterminati ambienti marini.
I ricercatori hanno scoperto che la rivoluzione marina mesozoica rappresenta effettivamente un quarto capitolo non riconosciuto della crescente biodiversità all’interno del Fanerozoico – uguale nella sua grandezza alle tre grandi faune evolutive scoperte da Sepkoski decenni fa.
Come ha spiegato il primo autore dello studio e paleontologo Alexis Rojas dell’Università di Umeå in Svezia: “Stiamo integrando le due ipotesi – la rivoluzione marina mesozoica e le tre grandi faune evolutive in un’unica storia. nvece di tre fasi della vita, il modello ne mostra quattro”.
In conclusione, appurato che la rivoluzione marina mesozoica sia stata caratterizzata da cambiamenti ecologici graduali prodotti dalle interazioni della vita marina nel corso di milioni di anni, i ricercatori sostengono che la rivoluzione ha comunque innescato una transizione biotica prolungata paragonabile per grandezza alla transizione del Permiano finale.
The Great Dying
Questo episodio, spesso chiamato The Great Dying, si è verificato circa 250 milioni di anni fa ed è stato l’evento di estinzione di massa più esteso che la Terra abbia mai attraversato, l’evento ha spazzato via circa l’80% di tutte le specie marine e il 70% dei vertebrati terrestri.
L’estinzione di massa The Great Dying, nota come “evento di estinzione del Permiano – Triassico” segnò la fine del periodo geologico del Permiano. Lo studio dei sedimenti e dei resti fossili della vita primordiale racconta che l’evento è stato la più grande calamità che abbia mai colpito la vita sul nostro pianeta, superando persino l’estinzione dei dinosauri avvenuta approssimativamente 65 milioni di anni fa.
Una volta terminati gli effetti prodotti dall’evento, la vita sulla Terra ha attraversato un nuovo periodo di prosperità con la terza grande fauna evolutiva, conosciuta come il periodo della fauna moderna, secondo il quadro di proposto dalle ricerche effettuate da Sepkoski.
L’idea sviluppata da Rojas, Kowalewski e il loro team, sostiene che il periodo moderno si è incrociato con la rivoluzione marina mesozoica, contribuendo a una transizione riconoscibile della biodiversità nella vita marina e terrestre durante il periodo medio del Cretaceo, risalente a circa 129 milioni di anni fa.
“Quello che abbiamo effettivamente costruito è una documentazione fossile astratta che fornisce una prospettiva unica dell’organizzazione della vita marina”, dice Rojas .
“Ai livelli più elementari, questa mappa mostra le regioni oceaniche con animali particolari” , aggiunge . “Gli elementi costitutivi del nostro studio sono i singoli animali stessi”.