Bruno Facchini ed il metallo alieno

0
2509
Indice

Era la tarda sera del 24 aprile del 1950 e Bruno Facchini, operaio di 40 anni, dopo un temporale decise di uscire a prendere una boccata d’aria.

Appena uscito, la sua attenzione fu richiamata da uno scintillio che ritenne causato da un guasto a una linea elettrica posta nei pressi, decise di avvicinarsi alla fonte dello scintillio e una volta sul posto vide un oggetto a forma di sfera con la parte superiore schiacciata e con la superficie quadrettata che sembrava condurre al suolo attraverso una scaletta retta da due tiranti che portava a un rettangolo luminoso dotato di portellone aperto. All’interno del rettangolo luminoso Facchini notò un’altra scala, tubazioni e bombole collegate a dei manometri.

L’oggetto era alto circa 10 metri e il Facchini si trovava a pochi metri. Vicino alla scaletta si vedevano due “esseri” e un terzo si trovava sopra un elevatore intento a effettuare una saldatura o almeno cosi a lui parve. Questi esseri indossavano uno scafandro con delle maschere trasparenti forse contenenti del liquido, il viso era di una carnagione chiara e all’altezza della bocca fuoriusciva un tubo dotato di bocchettone. La loro altezza era di circa un metro e settanta.

Facchini credette di trovarsi di fronte a dei piloti e si fece avanti chiedendo loro se avessero bisogno di una mano. Gli esseri si rivolsero a lui emettendo dei suoni gutturali; a quel punto Facchini, spaventato, si dette alla fuga e intravide un essere che gli puntava qualcosa che portava appeso al collo, un oggetto che sprigionò un raggio che scaraventò a terra l’operaio colpendolo alla schiena, Facchini fece in tempo a vedere gli esseri rientrare dentro l’oggetto che, emettendo un ronzio di intensità crescente, decollò in modo fulmineo.

Il mattino seguente Facchini, tornato sul luogo dell’avvistamento, trovò quattro tracce poste a formare un quadrato con lati di 6 metri. Le orme sono di forma circolare, l’operaio trova anche segni di bruciatura e raccoglie alcune schegge metalliche.



Il caso attirò all’epoca, l’attenzione di alcuni ufologi e giornalisti, il Facchini raccontò di aver aver denunciato il fatto alla Questura di Varese, ma non abbiamo nessun riscontro effettivo del fatto, solo l’invito, sempre raccontato dal Facchini, che la Questura gli fece, cioè di non parlare di quanto accadutogli.

Il Facchini avrebbe fatto eseguire delle analisi sulle schegge di metallo recuperato nella zona dell’avvistamento, un metallo lucido e dalla superficie granulosa.

Le analisi che vennero riportate nei giornali di allora parlano di una lega antifrizione con nulla di particolarmente anomalo.

Il materiale sottoposto ad analisi di un peso complessivo di 1,64 grammi avrebbe dato i seguenti risultati:

  • Rame 74,33
  • Latta 19,38
  • Piombo 4,92
  • Antimonio 0,52
  • Zinco 0,33
  • Nichel 0,08
  • Ferro 0,02

C’erano anche tracce minime di Argento, Alluminio e Magnesio. I frammenti considerati sono dunque di “piombo-bronzo”, con un alto contenuto di latta.

Nel suo rapporto, l’Istituto per la ricerca sui metalli leggeri dichiaro’:

Il campione ricevuto consisteva in tre piccoli frammenti di metallo, di colore bianco tendente al giallo“.

Non si sa però quale istituto effettuò le analisi.

Qualche giorno dopo i fatti, Facchini incomincio’ ad accusare dolori alla nuca, dove il fascio di luce l’aveva colpito e la zona dolente divento’ nera gradualmente. Il dolore continuo’ per un mese. Ma soprattutto persisteva il trauma psicologico.

L’aspetto più importante é che non sono mai riuscito a superare lo shock“, disse.

Ancora oggi dopo anni, di tanto in tanto sento vampate di calore al volto, pur non avendo la febbre“.

Anche di questa dichiarazione non si ha nessun riscontro medico, nessuna foto della zona colpita a testimoniare quanto affermato dal Facchini.

Un caso controverso e sicuramente inquinato dai giornali e dagli ufologi che lo hanno esaminato.

Le possibili prove del fatto, le schegge di metallo e le loro analisi, ad esempio, le prime sono sparite e le seconde fanno capo a una dichiarazione di un presunto “istituto di analisi”. Le stesse ulteriori dichiarazioni del Facchini restano anch’esse senza alcun riscontro, nemmeno un certificato medico che attesti il problema fisico e i malesseri psicologici.

Cosa successe il 24 aprile del 1950?

Non lo sapremo mai, una nave aliena, un prototipo terrestre come proposto da alcuni o invece un racconto inventato sfuggito di mano?

2