Criptovalute, bitcoin, nuove monete di scambio: un universo immenso che molti ancora conoscono poco, ma che avanza in modo sempre più prepotente nelle nostre vite, nonostante non ce ne rendiamo conto. E con loro un linguaggio economico e finanziario rivoluzionario destinato a cambiare in futuro il modo in cui pensiamo i nostri soldi.
Proprio per questo, per il fatto che ogni giorno di più sentiamo parlare di tale argomento, balza agli occhi la notizia, riportata da Forbes secondo la quale ci sarebbe stata una improvvisa svendita di bitcoin per un valore di 100 miliardi di dollari che avrebbe fatto crollare il prezzo di tutte le criptovalute in circolazione… eccetto una. Vediamo come mai.
Come appena detto, il prezzo dei bitcoin nei giorni scorsi sarebbe repentinamente passato da oltre 35.000 dollari a bitcoin a meno di 33.000, con un crollo del 10% come conseguenza, appunto, di una svendita che avrebbe letteralmente polverizzato oltre cento miliardi di dollari di valore della criptovaluta più famosa al mondo.
Il crollo di Bitcoin
E il crollo non ha coinvolto solo quest’ultima, ma anche diverse altre cripto-valute tra le più importanti, come Ethereum, XRP Ripple, Litecoin e Cardano, per perdite che oscillano tutte tra il 5 e il 10%. Unica a reggere il colpo la cripto-valuta Polkadot, seconda per importanza solo a Ethereum.
Il suo valore sarebbe aumentato vertiginosamente dallo scorso dicembre, senza mai arrestare la sua corsa, rendendolo un potenziale avversario di Ethereum, leader dei protocolli di finanza decentralizzata.
Il mese scorso, la rete Ethereum ha annunciato l’arrivo di Ethereum 2.0, la nuova generazione di blockchain in grado di aumentare notevolmente il numero di transazioni elaborate al secondo, ma finché quest’ultima non entrerà a pieno regime di funzionamento, Polkadot, Cosmos e Near sono ben piazzati nella conquista di una buona fetta di mercato.
Nonostante tutto questo però, Ethereum, proprio in previsione di questo lancio, ha visto il suo valore superare il suo record raggiunto a inizio 2018.
L’interesse degli investitori: man man che prendono confidenza con i bitcoin, gli investitori stanno aumentando il loro interesse nei riguardi di criptovalute più piccole, che potrebbero avere un ruolo fondamentale nella costruzione di un internet più decentralizzata, ed Ethereum ne potrebbe essere protagonista.
Allo stato attuale, Bitcoin ed Ethereum rappresentano la fetta più grande del mercato globale delle cripto-valute, per circa 750 miliardi di dollari sui 950 totali.
definizioni
Il Bitcoin (simbolo: ₿, codice: BTC o XBT) è una criptovaluta e un sistema di pagamento mondiale creato nel 2009 da un anonimo inventore (o gruppo di inventori), noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, che sviluppò un’idea da lui stesso presentata su Internet a fine 2008. Per convenzione se il termine Bitcoin è utilizzato con l’iniziale maiuscola si riferisce alla tecnologia e alla rete, mentre se minuscola (bitcoin) si riferisce alla valuta in sé.
La finanza decentralizzata (Decentralized Finance – DeFi) è un nuovo ecosistema tecnologico e finanziario, formato da un insieme di protocolli informatici che si sviluppano sulla base di network decentralizzati che sfruttano la tecnologia blockchain. Il suo scopo è quello di far recuperare a persone e imprese la fiducia rispetto alla finanza tradizionale, rendendola trasparente, sicura e democratica.
La peculiarità della finanza decentralizzata è la mancanza di censura, sia dal punto di vista della tecnologia che si sceglie di utilizzare che dal punto di vista normativo.
I creativi e i geni del nostro tempo, gli sviluppatori, hanno la possibilità di dare libero sfogo alla loro creatività utilizzando tecnologie open-source, senza burocrazia e resistenti alla censura da parte dei governi o delle autorità di vigilanza sui mercati finanziari.
Il problema è metterli d’accordo su quale tecnologia utilizzare, i partiti che si affrontano attualmente sono diversi: quelli del Bitcoin e della Lightning Network da una parte e gli amanti di Ethereum dall’altra.
Sviluppare una soluzione DeFi permette agli sviluppatori di preoccuparsi della burocrazia solamente a posteriori e non a priori, non bisognerebbe dover chiedere il permesso a nessuno per scrivere del codice informatico. È un po’ come se prima di fare una ricerca su Google, si dovesse controllare il codice civile o quello penale. Internet non funziona così al giorno d’oggi.
La finanza decentralizzata è agli albori, nel corso del 2019 sono stati lanciati alcuni progetti e startup. I primi investitori hanno incominciato a interessarsi al tema, è di qualche settimana fa la notizia che il famoso fondo di venture capital Andreessen Horowitz (conosciuto anche come a16z) a investito 25 milioni di dollari in Compound Finance.