Nuovi sviluppi sulla formazione della Via Lattea

Recenti ricerche sulle orbite di stelle povere di metalli, conducono a risultati che inducono a rivedere i modelli sulla formazione della Via Lattea

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Le ultime scoperte sul comportamento di alcune delle stelle più datate della Via Lattea, rappresentano una base per riscrivere le teorie che spiegano la formazione della stessa Via Lattea.
Un’indagine sulle orbite delle stelle della Galassia povere di metalli – che si presume siano tra le più antiche – ha dimostrato che alcune di loro si spostano secondo degli schemi che non erano stati finora previsti. Queste stelle povere di metalli, contengono meno di un centesimo della quantità di ferro contenuta nel Sole, e sono tra gli oggetti più rari presenti nella Galassia.
Sono state studiate 475 di queste particolari stelle e si è scoperto che circa l’11% di esse orbita nel piano della Via Lattea. Inoltre, il loro percorso quasi circolare, molto simile a quello del Sole, non era previsto e per tale motivo gli astronomi stanno valutando le ipotesi di revisione delle loro idee di base.
Da studi precedenti, era emerso che le stelle povere di metalli erano esclusivamente confinate nelle regioni esterne della Galassia, ma questo recente studio ha rivelato che esiste un numero significativo di queste stelle orbitanti all’interno del disco stesso.
Anche il Sole orbita all’interno del disco, motivo per cui esso si manifesta come un nastro sottile, facilmente visibile dalla Terra nel cielo notturno.
Giacomo Cordoni, dell’Università di Padova, coordinatore della ricerca, afferma che nel corso dell’ultimo anno le osservazioni della Via Lattea sono cambiate radicalmente. Le scoperte effettuate non risultano consistenti con il precedente scenario che era stato costruito, relativamente alla formazione della Galassia, e aggiungono dei nuovi pezzi all’enigma rappresentato dalla Via Lattea. Le orbite di queste stelle sono molto simili a quella del Sole, anche se contengono una piccola frazione di ferro rispetto al Sole. Comprendere il motivo per cui tali stelle si muovono in questo modo apporterà una significativa rivalutazione di come si è sviluppata la Via Lattea nel corso di miliardi di anni.
Le stelle più vetuste sono state identificate utilizzando tre strumentazioni di alto livello: lo SkyMapper della Australian Natinal University, telescopi a 2.3 metri e il satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea. I telescopi hanno identificato il basso contenuto di metallo, mentre il satellite è stato usato per determinare le loro orbite.
I risultati, elaborati da ricercatori provenienti dall’Australia, dall’Italia, dalla Svezia, dagli Stati Uniti e dalla Germania, hanno determinato che le orbite delle stelle più vecchie rientravano in una serie di modelli diversi, tutti compatibili con le precedenti previsioni e osservazioni, tranne una.
Come previsto, la maggior parte delle stelle si muovevano su orbite in gran parte sferiche, raggruppate attorno all’alone stellare della Galassia – una struttura che si pensa possa avere un’età di almeno 10 miliardi di anni.
Le altre stelle avevano dei percorsi irregolari e incerti, che si pensava fossero il risultato di due tremende collisioni con galassie più piccole che si sarebbero verificate nel lontano passato – dando origine a delle strutture note come Gaia Sausage Gaia Sequoia.
Alcune stelle orbitavano in direzione retrograda, andando effettivamente nella direzione opposta all’interno della Galassia, e un’altra componente, circa il 5%, sembrava in procinto di lasciare del tutto la Via Lattea.
E poi ci sono le stelle rimanenti, circa 50, le cui orbite sono allineate con quella del disco della Galassia.
Questa scoperta, a detta dello stesso Cordoni, influirà molto sui futuri studi relativi alla formazione della nostra galassia, che sicuramente cambieranno le idee che si sono concretizzate finora.
Fonte: phys.org