Sono passati diversi miliardi di anni dal tempo zero dell’Universo. Alla periferia di una delle tante galassie a spirale c’era una gigantesca nube di gas e polveri dal diametro di 65 anni luce in lenta rotazione. Improvvisamente, circa 5 miliardi di anni fa, una stella nelle vicinanze si spegne con una cataclismatica esplosione.
La tremenda energia della supernova rimescola drammaticamente i gas e le polveri della nube formando al suo interno una zona di maggiore densità. Quell’addensamento inizia a collassare e, contemporaneamente, a roteare vorticosamente su se stesso, appiattendosi in un disco.
Una grande massa oscura andava implodendo al centro di quel disco, riscaldandosi sempre più: il protosole.
I pianeti si generarono per accrescimento, formando all’inizio qualche decina di piccoli pianeti che nel sistema caotico primordiale ogni tanto si scontravano per formare corpi sempre più grandi.
Uno di questi protopianeti si trovava a circa 150 milioni di km dalla stella in formazione. Il Sole era una sfera rosseggiante quasi seicento volte più voluminosa del sole che conosciamo oggi e con una temperatura alla superficie di appena 4000 gradi. Non trascorse però una decina di milioni d’anni che la protostella si contrasse riscaldandosi fino al punto da innescare le reazioni termonucleari; da quel momento il sole iniziò a risplendere di luce e neutrini.
Nelle prime fasi di attività solare, la temperatura nel sistema solare interno era troppo alta per permettere agli elementi leggeri di condensare; i pianeti interni tendevano ad accrescersi con elementi pesanti, diventando in futuro pianeti rocciosi. Il vento solare contribuiva a spazzare via gli elementi leggeri verso le regioni più esterne ad iniziare da idrogeno e l’elio.
Il sistema solare esterno manteneva una temperatura relativamente bassa, permettendo a sostanze come metano e acqua di condensare. La differenza in questo tipo di accrescimento ha determinato le caratteristiche dei pianeti, piccoli e rocciosi all’interno, per la scarsa presenza di elementi pesanti e giganti all’esterno, che gli hanno permesso di catturare i gas di idrogeno e elio sparsi nello spazio.
Intanto la Terra primordiale era oggetto di continue collisioni con altri palenetesimali i cui effetti furono un calore infernale che fuse gran parte dei materiali. La terra era un globo di roccia e metalli liquefatti, con una temperatura in superficie di 1500 gradi. Gradualmente, il ferro e il nickel affondarono verso il suo centro, costituendo un nucleo metallico, mentre silicati e altri composti rimasero in sospensione in superficie.
Un lento processo di solidificazione diede vita alla crosta terrestre. Quella terra primordiale era un luogo invivibile e mefitico, ma poi l’atmosfera composta da anidride carbonica, idrogeno, elio, vapore acqueo, azoto, metano e ammoniaca si disperse nello spazio sostituita dai gas e dai vapori provenienti dal sottosuolo.
I drammatici sconvolgimenti però non erano finiti, circa 4, 5 miliardi di anni fa un pianeta grande la metà della Terra entrò in collisione con il nostro pianeta. Fu un impatto catastrofico, semplicemente inimmaginabile.
La superficie della terra finì in pezzi e il suo nucleo si fuse con quello del protopianeta, mentre un’enorme nube di detriti andava espandendosi nello spazio. Questa materia, espulsa nella drammatica collisione, si dispose in orbita attorno al nostro pianeta, formando un anello. Poco per volta, essa si aggregò in un oggetto con una massa pari ad un ottantunesimo di quella della terra: era nata la luna.
La terra impiegò altri 200 milioni di anni per risolidificare la sua superficie.
Dopo altri 300 milioni di anni il vapore acqueo nell’atmosfera si raffreddò e iniziò a condensare, dando vita a torrenziali e calde piogge. L’acqua piovuta e quella liberata dalle comete che continuavano a precipitare sulla terra si raccolse in grandi bacini: erano nati i mari e gli oceani.
Trascorrono appena 200 milioni di anni, e circa 3,8 miliardi di anni fa nascono le prime semplicissime forme di vita, probabilmente per albiogenesi, ovvero il processo naturale con il quale la vita si origina a partire da materia non vivente, come semplici composti organici.