La celiachia è una malattia infiammatoria permanente dell’intestino scatenata dal consumo di alimenti contenenti glutine, in soggetti geneticamente predisposti, che si manifesta quando il sistema immunitario attacca erroneamente il tessuto sano della parete intestinale.
Oltre ai sintomi più evidenti come gonfiore, dolore addominale, diarrea, stanchezza cronica, iponutrizione, perdita di peso anemia e dermatite erpetiforme, la celiachia può manifestarsi in modo insolito, attraverso questi segnali:
- Mal di denti;
- Alterazioni dello smalto dentario;
- Afte;
- Dolori articolari e formicolii.
Secondo l’AIC, la celiachia può essere diagnosticata attraverso la ricerca sierologica e la biopsia della mucosa duodenale in corso di duodenoscopia. Gli accertamenti diagnostici per la celiachia devono necessariamente essere eseguiti a dieta libera (dieta che comprende il glutine).
L’analisi di un frammento di tessuto prelevato con una biopsia dell’intestino tenue è tuttora considerata il “gold standard”, ovvero l’esame di conferma per la diagnosi di celiachia.
I test sierologici invece consistono nella ricerca nel sangue di specifici anticorpi la cui presenza è indicativa di intolleranza al glutine: anticorpi anti-transglutaminasi (tTG) anticorpi anti-gliadina (AGA) anticorpi anti-endomisio (EMA).
Esiste però anche una forma di celiachia, detta celiachia silente, perché il soggetto con malattia celiaca non manifesta nessuno dei sintomi sopraindicati e viene a scoprire di essere affetto da questo disturbo in modo del tutto casuale. Nonostante il paziente non abbia sintomi, presenta predisposizione genetica per i geni HLA DQ2 e/o DQ8 e sierologia positiva per gli anticorpi specifici.
La situazione intestinale invece appare alterata dal punto di vista delle biopsie, ma in maniera meno grave rispetto alle alterazioni osservabili in un paziente affetto da malattia celiaca conclamata.