Marte, complice un allineamento dei pianeti che avviene all’incirca ogni due anni, è la meta ambita di molti governi: finora il Pianeta Rosso è stato visitato da sonde orbitali, lander o rover dell’ex URSS, USA, ESA, Cina, Emirati Arabi Uniti. A breve si uniranno anche India e Giappone.
Le ragioni che spingono le super potenze mondiali ad esplorare Marte
Le ragioni più note riguardano l’interesse verso la scoperta di eventuali forme di vita, giacimenti gassosi e riserve idriche, ma ci sono anche altri interessi che spingono alcuni tra i più facoltosi stati del mondo ad investire in missioni marziane.
1. La New Space Economy. Secondo l’Asi, è un settore in forte crescita e pare che in determinate categorie del settore stesso, un euro investito ne frutti ben quattro: “l’Italia nei prossimi 3-4 anni ha investito 200 milioni su un contributo complessivo di 2.300 milioni di euro, così come stabilito al consiglio ministeriale di Siviglia dello scorso novembre“.
“La ripresa della corsa su Marte significa contribuire con le nostre tecnologie. Da sempre contribuiamo sulla Stazione spaziale internazionale, saremo coinvolti sul progetto Luna con un cosiddetto gateway in orbita lunare attrezzato per ospitare equipaggi di astronauti, ambiente lunare visto come laboratorio di sopravvivenza in quel tipo di ambiente e in ambienti successivi, come quello marziano”, ha dichiarato Massimo Comparini, amministratore delegato di Tas Italia, che è riuscita ad ottenere le due missioni più costose: Rose-L e Cimr.
2. I droni Usa su Marte. La NASA è sempre un passo avanti rispetto all’innovazione tecnologica che interessa le missioni spaziali, e ne ha dato prova con Mars2020 e il rover Perceverance, equipaggiato con il mini elicottero-drone Ingenuity, che come precisa l’astrofisico Leopoldo Benacchio, ordinario presso l’Osservatorio Astronomico di Padova – INAF: “Non vuol dire ingenuità ma ingegnosità”.
3. Perché l’Europa ha dovuto rimandare prima al 2022, poi ancora al 2026 e infine (si spera) al 2028. La responsabile del primo rinvio è la pandemia da Covid19. La seconda parte della missione ExoMars di Esa e Roscomos è stata ulteriormente rimandata a causa della guerra in Ucraina.
in una conferenza stampa il direttore generale di Esa, Joseph Aschbacher, ha inizialmente ipotizzato il 2026 come possibile obiettivo, specificando che comunque si trattava di una data molto difficile da poter rispettare. In un secondo momento, fonti della stessa Agenzia lasciano intendere che si sta ragionando sul 2028.
La NASA potrebbe sostituire la Russia per le componenti inizialmente previste da Roscosmos, come il vettore e alcuni strumenti, tuttavia sono previsti 3-4 anni di riprogettazione della missione, con un lander che sarà costruito dall’ESA e si limiterà a trasportare il rover sulla superficie.
Il programma ExoMars è una coppia di missioni, guidate dall’Agenzia spaziale europea (ESA), progettate per capire se la vita sia mai esistita su Marte. Proprio come altri paesi spesso partecipano alle missioni della NASA su Marte, la NASA contribuisce con competenze scientifiche, ingegneristiche e tecniche al lavoro di altri paesi per esplorare il Pianeta Rosso. La seconda missione del programma ExoMars è ExoMars Rover e Surface Platform.
Marte: tutte le sue potenziali risorse
Marte è così attraente per l’esplorazione umana perché presenta una somiglianza geologica con il nostro pianeta natale, ha un’atmosfera sottile e potrebbe essere stato un porto per la vita nei primi giorni del Sistema Solare. Attraverso immagini ad alta risoluzione fornite dalle diverse esplorazioni spaziali, è stato possibile scoprire che nel passato del Pianeta Rosso, era presente un oceano poco profondo di acqua liquida: una condizione affinché la vita possa iniziare i suoi primi passi evolutivi.
Marte è grande circa la metà della Terra. Il suo diametro è di 6778 Km rispetto al diametro terrestre di 12756 Km, il che lo rende leggermente più piccolo del nostro pianeta natale. Orbita attorno al nostro Sole ogni 687 giorni, circa il doppio dei 365,25 giorni della Terra. Questa differenza è dovuta al fatto che l’orbita di Marte è più lontana dal Sole.
La distanza media dalla Terra a Marte è di 166,78 milioni di Km. Come tutti gli altri pianeti del nostro Sistema Solare, l’orbita di Marte ha una piccola quantità di eccentricità, il che significa che la sua orbita è ellittica (ovale) piuttosto che circolare.
Questa eccentricità può variare da 128 milioni di Km a 154 milioni di Km di distanza dal Sole. Ogni 26 mesi terrestri, abbiamo un allineamento tra Sole, Terra e Marte: questo si chiama “Opposizione”.
L’opposizione di Marte sarebbe il momento ideale per lanciare una missione sul Pianeta Rosso a causa della sua vicinanza alla Terra. Si stima che il viaggio su Marte, con l’attuale tecnologia missilistica, durerà dai sei ai nove mesi. Una volta in superficie, gli esploratori avranno due opportunità per tornare sulla Terra.
La prima opportunità è a circa 30 giorni dall’atterraggio sulla superficie, ciò consentirà alla navicella di ritornare mentre Marte è ancora vicino all’Opposizione, effettuando così il viaggio mentre entrambi i pianeti sono vicini nelle loro orbite. La seconda opportunità è ventisei mesi dopo, quando la Terra e Marte saranno nuovamente in opposizione. Questo modello è il più favorevole e il più difficile.
Il più grande ostacolo per l’esplorazione su Marte: la fisiologia umana
La fisiologia umana è influenzata negativamente dal trascorrere così tanto tempo in un ambiente con meno di 1 G (una gravità terrestre). La mancanza di quell’1G è dannosa per la salute fisica degli esploratori che andranno su Marte. Inoltre, per rimanere in vita è importante non trascurare elementi come Acqua, cibo, energia, protezione dalle radiazioni e aria respirabile.
Siamo già stati su Marte, parecchie volte, ma con esploratori robot di grande successo. Sembrano fare un lavoro migliore perché non hanno bisogno di aria, acqua o cibo, non si lamentano, non soffrono la nostalgia di casa né sentono la mancanza dei propri cari, fanno quello per cui sono programmati e gestiscono le radiazioni cosmiche.
Nonostante i grandi ostacoli che abbiamo davanti sulla strada verso Marte, questi non sono insormontabili. Attraverso la scienza e la tecnologia, queste problematiche che limitano il percorso sulla strada verso Marte possono essere appianati e consentiranno ai futuri esploratori di aprire la strada verso un nuovo mondo pieno di opportunità, avventure e conoscenza.