Francesca Rossiello, 33 anni, ha gettato le basi per intervenire sull’invecchiamento cellulare in alcune patologie telomeriche (cirrosi epatica, fibrosi polmonare, diabete, osteoporosi e artrite) o in malattie rare come la progeria.
Esiste una classe di molecole antisenso specifiche in grado di bloccare i segnali che provocano l’invecchiamento cellulare causato dal deterioramento dei telomeri.
Ad individuarle, con una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications, un team di ricercatori guidato da Francesca Rossiello, scienziata italiana originaria di Bari, che potrebbe aver gettato le basi per intervenire sull’invecchiamento cellulare in alcune patologie telomeriche (cirrosi epatica, fibrosi polmonare, diabete, osteoporosi e artrite) o in malattie rare come la progeria, caratterizzata da invecchiamento precoce.
Nata a Bari 33 anni fa, Francesca ha studiato al liceo scientifico “G. Galilei” di Bitonto, poi ha scelto il corso di laurea triennale in Biotecnologie Sanitarie e Farmaceutiche e il corso di laurea specialistica in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare all’Università degli Studi di Bari. Nell’attività di tirocinio pre-lauream presso l’Ifom (Istituto Firc di Oncologia Molecolare) a Milano, nel gruppo del dottor Paolo Radice, ha analizzato la variabilità genetica della regione 3’UTR del gene BRCA1 in pazienti affetti da tumore al seno.
Subito dopo la laurea specialistica, nel 2009, ha iniziato la mia attività di ricerca con la supervisione del dottor Fabrizio d’Adda di Fagagna presso l’Ifom, entrando a far parte del programma internazionale di dottorato della Semm (Scuola Europea di Medicina Molecolare), conclusa nel 2014.
Ha analizzato i meccanismi molecolari che regolano l’attivazione della risposta al danno al Dna, in particolare ai telomeri, che sono alla base della senescenza cellulare. Già in passato, la dottoressa Rossiello aveva vinto anche dei premi e delle borse di studio Airc.
“Nonostante non sia un percorso facile, lavorare nell’ambito della ricerca è molto stimolante e competitivo – racconta Francesca – e soprattutto so contribuire in qualche modo al progresso scientifico in campo biomedico. Da sempre a scuola ho preferito le materie scientifiche, inoltre ho sempre avuto, sia a scuola che all’università, insegnanti preparati che mi hanno trasmesso la loro passione per la scienza”.
“Ho scelto di occuparmi di ricerca mentre frequentavo l’università, quando le prime esperienze in laboratorio mi hanno fatto capire quanto è interessante e appassionante mettere in pratica quello che ho studiato in questo lavoro”. Rossiello lavora in Italia: “E sono molto contenta, perché posso lavorare in un centro di ricerca di eccellenza, che compete a livello mondiale. Vorrei rimanere in Italia e continuare a studiare i possibili utilizzi terapeutici delle scoperte fatte finora”.