E’ possibile che scoprire la vita su un’altro pianeta abbia delle implicazioni in ogni aspetto della nostra società, compreso l’aspetto religioso. Secondo alcuni astronomi è possibile che entro i prossimi 20 anni un qualche segnale possa essere intercettato e allora sapremo che l’uomo non è l’unica forma di vita intelligente nell’universo.
Sarà molto difficile comunicare con gli alieni, forse impossibile, per via delle grandi distanze e un dialogo sarebbe praticamente impossibile, ma una scoperta del genere sarebbe forse la più profonda che il genere umano abbia mai fatto.
La scoperta della vita extraterrestre avrà delle implicazioni anche su tutte le religioni ma non dimostrerà se un sistema religioso sia giusto o sbagliato, tuttavia potrebbe avere un grande impatto su come un fedele si rapporta con il proprio credo.
Una scoperta del genere potrebbe insegnarci molto su noi stessi e su come ci rapportiamo da credenti con chi ha una fede differente dalle nostre.
Facciamo un esempio, supponiamo che un unico Dio regoli l’intero Universo, allora le regole dovrebbero essere uguali per tutti?
In altre parole, la mia religione avrebbe senso per un extraterrestre?
Un grande numero di cristiani probabilmente è dell’idea che il dio che adorano sia il dio dell’intero universo, dunque per un cristiano il cristianesimo stesso deve essere portato ovunque, proprio come fecero i conquistatori europei nei secoli scorsi convertendo altri popoli non europei.
Il battesimo degli alieni avrebbe un senso teologico?
Guy Consolmagno, un astronomo ricercatore americano e direttore dell’Osservatorio Vaticano, ha scritto: “Non è solo l’umanità, ma l’intera creazione che è stata trasformata ed elevata dall’esistenza di Cristo“.
Una volta che avremo scoperto che la vita è comune nell’universo allora l’intera creazione di Consolmagno includerebbe tutti gli esseri viventi presenti in ogni angolo dell’universo.
Anche scoprire la vita unicellulare più semplice potrebbe avere un significato, l’alta probabilità che forme di vita evoluta esistano altrove nell’universo.
Se tutti gli esseri viventi nell’Universo fossero “elevati dall’esistenza di Cristo“, in che modo quegli esseri ultraterreni impareranno a conoscere la nascita e la risurrezione di Gesù avvenuta sul pianeta Terra, circa 2000 anni fa? Manderemo dei messaggi radio alla velocità della luce? Porteremo loro copie del Vangelo su sonde spaziali ad alta velocità?
Se continueremo a essere schiavi dei limiti della fisica non saremo capaci di dare nessuna notizia né della nascita e tanto meno della redenzione di Cristo al resto dell’universo in un tempo ragionevole.
Il filosofo e sacerdote gesuita del Novecento romano Pierre Teilhard de Chardin i cui scritti, dal 1962, sono stati considerati pieni di “gravi errori nell’offendere la dottrina cattolica” scrisse audacemente e radicalmente che “L’idea di una Terra scelta arbitrariamente tra innumerevoli altre come il focus della Redenzione è una cosa che non posso accettare”.
Il teologo gesuita Karl Rahner ha fatto gli ha fatto eco dicendo: “Un teologo difficilmente può dire di più su questo problema che indicare che la rivelazione cristiana ha come obiettivo la salvezza della razza umana“.
Il cristianesimo, in altre parole, è una religione creata esclusivamente per gli esseri umani. Se scoprissimo l’esistenza degli extraterrestri, non avremmo motivo di insegnare loro nulla sul cristianesimo, perché il cristianesimo, teologicamente parlando, non avrebbe nessun senso per loro.
Ma il cristianesimo non è l’unica religione presente sulla Terra, ce ne sono altre, l’Islam per esempio. I pilastri della fede islamica chiedono ai fedeli di rivolgersi verso la Mecca nei momenti di preghiera e di intraprendere almeno un pellegrinaggio alla Mecca nel corso della loro vita. Se gli alieni si trovano a milioni di anni luce dalla Terra non saranno certamente in grado di determinare la direzione della Mecca, figuriamoci visitarla almeno una volta all’anno, questo impedirebbe loro di essere musulmani?
Secondo il Corano, “Sue sono tutte le cose nei cieli e sulla Terra … Il suo trono si estende sui cieli e sulla Terra“. Pertanto, spiega il filosofo islamico Seyyed Hossein Nasr, “Tutti gli esseri nell’universo … sono musulmani, cioè arresi alla Divina Volontà“. Ma come si può essere musulmani se non si è in grado di praticare la fede islamica?
Se e quando scopriremo l’esistenza degli extraterrestri, i fedeli islamici potrebbero dover riconoscere che gli esseri intelligenti su altri mondi avrebbero i loro profeti, profeti che rivelerebbero i “pilastri della fede” di quegli esseri appropriati per i loro mondi particolari.
Proprio come l’Islam e il cristianesimo, la pratica dell’ebraismo è fortemente incentrata sulla Terra.
Un essere alieno potrebbe essere ebreo se non può rivendicare Gerusalemme come dimora ancestrale o non ha motivo di celebrare le feste di Purim e della Pasqua ebraica? Gli ebrei ortodossi pregano tre volte al giorno per praticare fedelmente l’ebraismo. Sarebbe possibile fare lo stesso su un pianeta con un giorno che dura solo 90 minuti? Tutti questi problemi emergono perché l’ebraismo è una religione costruita sulla vita quotidiana e sulla cultura esistente sulla Terra. Se l’ebraismo sia limitato dai suoi aspetti umano-centrici, tuttavia, è una questione di dibattito accademico.
Il grande studioso medievale Moses Maimonides non ha mai considerato l’umanità di grande importanza nell’universo più grande di Dio, ma il rabbino Norman Lamm, capo della scuola rabbinica dell’Università di Yeshiva dal 1976 al 2013, suggerisce che l‘umanità può essere importante per Dio senza essere l’unica specie creata nell’universo.
“Affermiamo la nostra fede che Dio è abbastanza grande da occuparsi di tutte le sue creature, non importa quanto siano varie e lontane tra le galassie più remote del suo maestoso Universo … L’uomo potrebbe non essere lo scopo dell’Universo, ma potrebbe avere uno scopo nell’universo“.
Allo stesso modo, l’ebraismo può essere inteso solo per gli esseri umani sulla Terra, ma ciò non diminuisce l’importanza della pratica dell’ebraismo.
A differenza delle tre principali religioni abramitiche occidentali, l’induismo non è incentrato sulla Terra.
Gli indù possono praticare ovunque e tutti gli esseri viventi in tutto l’Universo possono fare altrettanto. Per alcuni indù, la Terra può essere considerata un aspetto vitale del sistema cosmologico, ma non è necessario che la Terra sia l’unica luogo sacro nell’Universo. La connessione degli esseri umani alla vita altrove nell’Universo emerge più direttamente attraverso la credenza nel samsara, il ciclo infinito di nascita e rinascita all’interno e tra i diversi livelli degli esseri viventi. Per gli indù, quando avviene la morte, l’anima di un essere vivente passa da un corpo materiale per iniziare una nuova vita in un altro.
La reincarnazione può trasferire la forza vitale da un corpo sulla Terra al corpo di un altro essere vivente in qualsiasi parte dell’Universo, le leggi della fisica non controllano né limitano la velocità o la distanza che un’anima potrebbe percorrere trasmigrando.
Il buddismo, d’altra parte, è un modo di vivere dedicato alla ricerca di un percorso spirituale per sfuggire alla sofferenza della reincarnazione senza fine. Coloro che seguono il percorso del Buddha cercano di raggiungere il nirvana e porre fine alla loro sofferenza personale. All’interno della visione buddista del mondo, l’Universo è incomprensibilmente vasto e antico ed è densamente popolato da esseri senzienti.
In questo immenso universo gli esseri umani, come tutte le forme di vita, sono contemporaneamente insignificanti e di fondamentale importanza.
In passato, l’astronomia ha subito significativi cambiamenti di paradigma che hanno avuto importanti impatti sulla religione. Ad esempio, la rivoluzione copernicana ha minato la fondazione aristotelica del cristianesimo medievale. La cosmologia del Big Bang, offerta dagli astronomi nel 20° secolo, ha incontrato una significativa opposizione da parte dei creazionisti letterali. Ora, nel 21° secolo, gli astronomi si stanno dirigendo verso l’ennesimo paradigma di una scoperta sconvolgente.
Forse la lezione più preziosa che possiamo imparare dalla storia è che non possiamo correre e nasconderci dal progresso scientifico.
Se gli alieni sono là fuori, lo scopriremo molto presto. La cosa migliore che possiamo fare, qualunque sia la nostra fede, è iniziare a considerarne le implicazioni.