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Megatsunami in Groenlandia e la sessa da 90 secondi: risolto il mistero sismico

Un'insolita oscillazione sismica ha interessato la Terra nel settembre 2023, manifestandosi come un segnale ripetitivo di 90 secondi per un periodo di nove giorni e ripresentandosi un mese dopo. L'analisi scientifica di questi eventi ha convergentemente indicato la genesi in una sessa oceanica, indotta da un megatsunami confinato in un fiordo della Groenlandia, la cui risonanza ha generato un'eco sismica globale

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Nel settembre del 2023, la Terra ha manifestato un fenomeno insolito: i sistemi di monitoraggio sismico globali hanno registrato un segnale strano che si è ripetuto ogni 90 secondi per ben nove giorni consecutivi, scomparendo poi in modo enigmatico.

Un mese dopo, il medesimo evento si è ripresentato. Le analisi successive di questi segnali hanno suggerito una causa sorprendente: un gigantesco megatsunami che oscillava avanti e indietro, impattando contro le pareti di un fiordo in Groenlandia e generando un’onda stazionaria, nota come sessa.

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Il mistero del “brontolio” terrestre risolto: un megatsunami in Groenlandia

Ora, gli scienziati hanno finalmente potuto osservare direttamente questo fenomeno grazie ai dati satellitari acquisiti proprio mentre era in corso. Questa osservazione cruciale ha fornito la conferma necessaria che la causa del segnale sismico era effettivamente una sessa, risolvendo così l’annosa questione: se una sessa si forma in un fiordo della Groenlandia e non c’è nessuno a osservarla, scuote comunque il pianeta?

Questo studio dimostra come la prossima generazione di dati satellitari possa svelare fenomeni che in passato rimanevano un mistero“, ha affermato l’ingegnere oceanico Thomas Adcock dell’Università di Oxford nel Regno Unito. Ha poi aggiunto che “saremo in grado di ottenere nuove informazioni su eventi oceanici estremi come tsunami, mareggiate e onde anomale. Tuttavia, per sfruttare al meglio questi dati dovremo innovare e utilizzare sia l’apprendimento automatico sia le nostre conoscenze della fisica oceanica per interpretare i nuovi risultati”.

Secondo l’analisi dei dati sismici, l’evento scatenante che ha generato il megatsunami è stato lo scioglimento di un ghiacciaio. Questo ha provocato il crollo di due gigantesche frane nel remoto fiordo di Dickson, situato nella Groenlandia orientale. Le onde risultanti hanno dato vita a potenti tsunami che, non avendo altre vie di dispersione, si sono propagati avanti e indietro per giorni, raggiungendo un’altezza massima impressionante, compresa tra i 7,4 e gli 8,8 metri.

Come i satelliti hanno svelato il mistero del megatsunami in Groenlandia

Data la posizione estremamente remota del fiordo, nessuno ha assistito direttamente ai due eventi sismici, nemmeno una nave militare che ha raggiunto l’area tre giorni dopo il primo. Fortunatamente, l’ingegno umano ha posizionato degli “occhi nel cielo“: stiamo parlando dell’altimetria satellitare, una tecnica di mappatura che misura l’altezza delle superfici planetarie, inclusi gli specchi d’acqua, calcolando il tempo che un segnale radar impiega per raggiungere la superficie e tornare indietro.

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Sebbene la maggior parte delle misurazioni altimetriche tradizionali non avessero la risoluzione o la frequenza necessarie per rilevare queste sessa (onde stazionarie), una missione della NASA lanciata nel 2022, il satellite Surface Water Ocean Topography (SWOT), ha cambiato le carte in tavola. Questo strumento è capace di misurare l’altezza dell’acqua con una precisione senza precedenti. Il satellite ha effettuato misurazioni a intervalli specifici nei giorni successivi a entrambi gli eventi.

I ricercatori coinvolti nel nuovo studio hanno quindi utilizzato i dati raccolti dall’interferometro radar in banda Ka di SWOT per creare mappe altimetriche dettagliate del fiordo. I risultati sono stati decisivi: hanno rivelato variazioni di altezza dell’acqua evidenti e significative, mostrando un’onda stazionaria di circa 2 metri che si propagava avanti e indietro attraverso il fiordo. Questo ha permesso al team di identificare finalmente le sessa che si riteneva avessero generato quei segnali così inusuali, capaci di far “brontolare” l’intero pianeta.

Come le sessa groenlandesi hanno scosso la Terra

Dopo aver individuato le misteriose sessa tramite l’altimetria satellitare, il passo successivo cruciale per i ricercatori è stato collegare questi fenomeni direttamente ai segnali sismici registrati a livello globale. Confrontando le osservazioni satellitari con i dati sismici, gli scienziati sono stati in grado di ricostruire le caratteristiche di ogni onda e l’evoluzione di ogni evento, anche per i periodi di tempo che non erano stati coperti dalle misurazioni satellitari. Questo ha permesso di escludere altre possibili spiegazioni per i segnali sismici, confermando inequivocabilmente che le sessa erano le responsabili di quei “brontolii” terrestri.

Questo risultato non è solo affascinante, ma rappresenta anche un progresso significativo per la nostra capacità di studiare eventi simili in futuro. L’ingegnere Thomas Monahan dell’Università di Oxford sottolinea come il cambiamento climatico stia generando nuovi estremi inaspettati, particolarmente evidenti in aree remote come l’Artico, dove la nostra capacità di misurare questi fenomeni con sensori fisici tradizionali è limitata.

Questo studio dimostra in modo chiaro come sia possibile sfruttare la prossima generazione di tecnologie di osservazione satellitare della Terra per studiare questi processi in evoluzione. Il satellite SWOT (Surface Water Ocean Topography) si rivela una vera e propria svolta per lo studio dei processi oceanici, specialmente in regioni complesse come i fiordi, che per i satelliti precedenti erano di difficile osservazione.

La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.

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