Una recente scoperta archeologica ad Abydos, in Egitto, sta aprendo nuove prospettive sulla dinastia reale che governò la regione oltre 3.600 anni fa, durante un periodo storico avvolto nel mistero.
Gli archeologi hanno riportato alla luce una monumentale camera funeraria in pietra calcarea, caratterizzata da diverse stanze e un ingresso riccamente decorato, nel gennaio 2025. Tuttavia, l’identità del faraone sconosciuto di questa sontuosa sepoltura rimane ancora sconosciuta, un enigma complicato dai danni arrecati dai ladri di tombe alle iscrizioni geroglifiche poste all’ingresso, rendendo illeggibile il nome del defunto, come annunciato dal Penn Museum dell’Università della Pennsylvania.

L’imponente tomba di un faraone sconosciuto
Nonostante le dimensioni imponenti della tomba, al suo interno non sono stati rinvenuti resti scheletrici che potessero fornire un’identificazione diretta del faraone sconosciuto. Ciononostante, il team di ricerca responsabile dello scavo ritiene altamente probabile che la camera funeraria fosse destinata a un faraone sconosciuto che regnò sull’Alto Egitto durante il Secondo Periodo Intermedio (circa 1640-1540 a.C.). Questo periodo storico fu caratterizzato da instabilità politica e dalla frammentazione del potere, e vide l’emergere di diverse dinastie regionali, tra cui quella di Abido, una delle meno comprese dell’antico Egitto. Il sovrano anonimo di questa tomba potrebbe essere uno dei numerosi monarchi di cui si è persa traccia nei registri storici tradizionali.
Come sottolineato da Josef Wegner, egittologo e professore di archeologia egizia presso l’Università della Pennsylvania, che ha guidato la spedizione, la dinastia di Abido rappresenta un periodo particolarmente enigmatico della storia egizia, apparentemente “dimenticata dagli antichi documenti dell’Egitto” a causa della sua collocazione in un’epoca di declino politico e frammentazione territoriale.
La scoperta di questa maestosa tomba del faraone sconosciuto offre quindi un inedito “percorso di indagine” per approfondire la conoscenza di questa dinastia finora poco nota. La camera funeraria appena scoperta è la più grande mai rinvenuta appartenente a un faraone sconosciuto della dinastia di Abido, e la sua esistenza getta nuova luce su un periodo storico che, secondo gli esperti, può essere compreso appieno solo attraverso l’analisi dei resti materiali.
Gli archeologi hanno localizzato la tomba del faraone sconosciuto a circa sette metri di profondità all’interno di un’antica necropoli, una vera e propria “città dei morti“. Questo sito è situato sul monte Anubi di Abydos, una formazione naturale dalla forma piramidale che era venerata dagli antichi egizi e considerata sacra. La sua particolare conformazione offriva un luogo ideale per la costruzione di tombe nascoste. Abydos era storicamente definita una città sacra, ritenuta l’ultima dimora di Osiride, il dio dell’oltretomba, e un luogo di sepoltura privilegiato per i primi faraoni. La necropoli si sviluppò nel corso dei secoli, con successive dinastie che edificarono le proprie tombe e seppellirono i loro re in questo cimitero reale.
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📘 Leggi la guida su AmazonOltre un decennio fa, lo stesso team guidato da Wegner scoprì all’interno della stessa necropoli la prima tomba che confermò l’esistenza della dinastia di Abido, un’ipotesi inizialmente formulata nel 1997 dall’egittologo Kim Ryholt. Ryholt ipotizzò che questa dinastia minore avesse governato la regione di Abydos durante un periodo in cui l’antico Egitto era diviso in regni rivali. Il proprietario di quella prima tomba era il re Seneb-Kay, un faraone sconosciuto e non menzionato nei documenti storici.
Tra le otto tombe della dinastia scoperte finora, quella di Seneb-Kay rimane l’unica in cui è stato ritrovato un nome conservato all’interno della camera funeraria. La tomba appena scoperta presenta similitudini architettoniche e decorative con quella di Seneb-Kay, ma si distingue per dimensioni significativamente maggiori: il compartimento principale della cripta a tre camere misura circa 1,9 metri di larghezza e 6 metri di lunghezza. Poiché la tomba è stata edificata in una sezione della necropoli che i ricercatori ritengono sia stata fondata in precedenza, si ipotizza che il ricco re ivi sepolto fosse probabilmente un predecessore di Seneb-Kay.
Gli studiosi sospettano che la tomba possa essere appartenuta al re Senaiib o al re Paentjeni, due monarchi rappresentati nei rari reperti archeologici della dinastia, parte di un monumento dedicato ad Abydos. Tuttavia, come conclude Wegner: “È ugualmente possibile che ci possa essere un faraone sconosciuto”, poiché “non pensiamo di avere tutti i nomi (dei re di Abydos) – le prove non sono sopravvissute in modo coerente per loro“, lasciando aperta la possibilità di ulteriori sorprendenti rivelazioni sulla storia di questa enigmatica dinastia.
Nuove indagini per svelare la dinastia perduta
Sebbene la camera funeraria appena scoperta ad Abydos non abbia restituito elementi inequivocabili per identificare il suo faraone sconosciuto, la tomba conserva preziose testimonianze artistiche e alimenta nuove speranze per la comprensione di una dinastia regale dimenticata. Tra le decorazioni superstiti spiccano due immagini dipinte delle dee Iside e Nefti, figure frequentemente rappresentate nei contesti funerari dell’antico Egitto nell’atto di compiangere il defunto, offrendo un indizio sul rituale e sulle credenze che accompagnavano la sepoltura.
Spinti dall’importanza della scoperta, i ricercatori guidati da Josef Wegner hanno in programma un’ambiziosa estensione delle indagini archeologiche, prevedendo di esplorare ulteriori 10.000 metri quadrati di terreno desertico nell’area circostante. L’obiettivo primario è quello di portare alla luce altre sepolture che possano fornire ulteriori informazioni sulla dinastia di Abido e sui suoi sovrani: “Potrebbero esserci facilmente 12 o 15 re che compongono questo gruppo di re“, ha affermato Wegner, sottolineando il potenziale ancora inesplorato del sito.
Oltre agli scavi tradizionali, il team impiegherà tecnologie avanzate come il georadar, che utilizza onde sonore per mappare le strutture presenti nel sottosuolo, e la magnetometria, in grado di rilevare anomalie magnetiche indicative di resti archeologici sepolti. L’integrazione di queste metodologie non invasive aumenterà significativamente le probabilità di individuare nuove aree di interesse e di comprendere meglio l’organizzazione della necropoli e dell’identità del faraone sconosciuto.
L’importanza della scoperta è stata sottolineata anche da Salima Ikram, illustre professoressa universitaria di egittologia presso l’American University del Cairo, non coinvolta direttamente nello scavo. In una sua comunicazione, Ikram ha espresso il suo entusiasmo per il ritrovamento, definendolo “molto emozionante“.
A suo parere, la scoperta stabilisce inequivocabilmente l’esistenza di un “importante cimitero reale” risalente a quel periodo storico, fornendo dettagli preziosi sull’architettura delle tombe reali, offrendo un “indizio sul faraone sconosciuto di questa dinastia e l’ordine in cui governava“. Ikram ha inoltre espresso la sua speranza che le future indagini archeologiche portino alla luce ulteriori tombe, contribuendo in modo significativo a “migliorare la nostra comprensione di questo periodo un tempo oscuro della storia egizia”.
Un aspetto particolarmente interessante della dinastia di Abido, come evidenziato dalla scoperta del re Seneb-Kay e ora da questa nuova tomba anonima, è la loro assenza dagli elenchi reali tramandati dagli antichi Egizi. Laurel Bestock, egittologa e professoressa associata di archeologia alla Brown University, anch’essa non coinvolta nella scoperta, offre una chiave di lettura di questa omissione. Secondo Bestock, “i re egizi amavano presentare la loro storia in modo semplice e lineare e registravano i nomi (dei re) in ordine. Questi re non ci sono”.
Questa esclusione non sarebbe casuale, ma rifletterebbe una precisa strategia politica dei sovrani successivi, intenti a “supportare un particolare punto di vista dei re successivi che andarono a riunificare l’Egitto“. Tali resoconti storici, lungi dall’essere una cronaca accurata, si presentavano come narrazioni di “grandi vincitori” che avevano trionfato su “guerre etniche“, ignorando deliberatamente “tutti i piccoli attori” come il faraone sconosciuto della dinastia di Abido.
Bestock sottolinea come scoperte come quest’ultima tomba di Abido siano “incredibilmente emozionanti” proprio perché forniscono il contesto per una narrazione storica più ricca e complessa, indipendentemente dalla definitiva identificazione del re sepolto. Al momento, l’identità del proprietario della camera funeraria rimane un mistero, ma l’obiettivo di Wegner è quello di riuscire un giorno a identificare il sovrano per poterlo ancorare in modo più preciso alla cronologia storica.
Come Wegner stesso afferma, “con l’archeologia speri di trovare delle prove“. Tuttavia, riconosce anche la natura imprevedibile della ricerca archeologica: “I registri archeologici, sai, ti regalano sorprese e colpi di scena lungo il percorso, quindi non sai mai cosa puoi trovare“, lasciando aperta la porta a future, inaspettate rivelazioni che potrebbero riscrivere la nostra comprensione di questo affascinante periodo della storia egizia e del suo faraone sconosciuto.
Per maggiori informazioni consulta il comunicato stampa rilasciato dal Penn Museum presso l’Università della Pennsylvania.