Il partito conservatore al governo del Regno Unito attuerà un nuovo pacchetto di politiche climatiche, investendo 220 milioni di sterline per la ricerca sui reattori a fusione nucleare per generare energia pulita “entro il 2040“.
I finanziamenti saranno certamente apprezzati dai ricercatori impegnati nella ricerca sulla fusione nucleare ma, secondo Thomas Nicolas, dottorando in scienza del plasma e energia da fusione alla York University, non è la risposta efficace ai cambiamenti climatici, non negando però quanto sia attraente l’impegno in quella direzione.
Che cos’è la fusione nucleare?
La fusione nucleare è il processo che alimenta tutte le stelle, anche il nostro Sole. A differenza delle attuali centrali nucleari – che scindono gli atomi in un processo chiamato fissione atomica, la fusione nucleare lega o fonde insieme i nuclei atomici. Ciò rilascia molta più energia della fissione e non produce scorie nucleari altamente radioattive.
Un reattore a fusione non produrrebbe nessuna emissione di anidride carbonica e non correrebbe il rischio di incidenti nucleari, al massimo il reattore si spegnerebbe. Il processo di fusione nucleare potrebbe produrre energia senza utilizzare sostanze radioattive come l’uranio o il plutonio che finiscono spesso nelle armi di distruzione di massa.
Ma perché Nicolas è cosi pessimista? Per capirlo dobbiamo solo guardare allo stato attuale della ricerca sulla fusione.
In questi ultimi decenni, le prestazioni delle macchine per la fusione sono migliorate: la capacità degli scienziati di confinare il plasma di idrogeno è migliorata di un fattore di 10.000. Questo plasma deve avere una temperatura superiore a 100.000.000° C affinché i nuclei di idrogeno si fondano e generando energia.
Oggi tocca a ITER un progetto che coinvolge 35 nazioni. Un reattore è in costruzione nel sud della Francia. Lo scopo di ITER è testare la capacità di confinare il plasma per un tempo sufficientemente lungo e ad una densità e temperatura sufficientemente elevate. Il suo obiettivo è quello di essere il primo dispositivo di fusione a produrre più energia dal plasma di quello che consuma.
Ma ITER è un esperimento e non potrà produrre energia pulita di pronto utilizzo.
Se ITER porterà i risultati sperati, il passo successivo sarà DEMO, una centrale a fusione dimostrativa. Secondo Nicolas i tempi saranno lunghi e ITER non raggiungerà i suoi obiettivi prima del 2035.
Fonte: The Conversation