Uno studio rivoluzionario ha rilevato l’età e la rapida formazione delle dune stellari, fornendo informazioni sul passato geologico della Terra.
Cosa sono le dune stellari
Gli scienziati hanno risolto per la prima volta la misteriosa assenza di dune stellari dalla storia geologica della Terra, risalente a migliaia di anni fa. Lo studio condotto dall’Università di Aberystwyth, Birkbeck e dagli accademici dell’UCL è il primo a datare il tempo impiegato da una duna stellare per formarsi ed esaminarne la sua struttura interna.
Le dune stellari sono enormi dune di sabbia che devono il loro nome ai bracci che si diffondono da un nucleo centrale. Queste piramidi di sabbia, che sembrano appunto stelle se viste dall’alto, sono diffuse nei deserti odierni, compresi i mari di sabbia in Africa, Arabia, Cina e Nord America.
La ricerca ha rivelato che le parti più antiche della base della duna marocchina risalgono a 13.000 anni fa. La scoperta che si erano formate rapidamente negli ultimi mille anni ha tuttavia sorpreso gli scienziati che pensavano che le dune più grandi fossero molto più antiche.
Ritenute le dune più alte della Terra, una nel deserto di Badain Jaran in Cina raggiunge i 300 metri di altezza, le dune stellari si trovano anche altrove nel sistema solare, su Marte e su Titano, la luna di Saturno.
Nonostante oggi siano comuni, le dune stellari non sono quasi mai state trovate nella documentazione geologica. La loro assenza ha interessato gli scienziati poiché i deserti del passato sono una parte comune della storia della Terra, preservati nelle rocce nelle profondità del sottosuolo.
Lo studio
Pubblicato sulla rivista Scientific Reports, il nuovo studio ha confermato l”esistenza di una duna stellare nel sud-est del Marocco conosciuta come Lala Lallia, che significa “punto sacro più alto” nella lingua berbera, di circa 13.000 anni.
La duna si trova nell’area dell’Erg Chebbi nel deserto del Sahara, vicino al confine con l’Algeria, un’area descritta in serie TV come SAS Rogue Heroes e film di successo come La Mummia e Sahara.
La ricerca ha rivelato che la piramide di sabbia ha raggiunto la sua attuale altezza di 100 metri e larghezza di 700 metri a causa della rapida crescita negli ultimi mille anni mentre si spostava lentamente verso ovest.
Il professor Geoff Duller, del Dipartimento di Geografia e Scienze della Terra dell’Università di Aberystwyth, ha dichiarato: “Questa ricerca riguarda in realtà il caso delle dune stellari mancanti: era un mistero il motivo per cui non potevamo vederle nella documentazione geologica. È solo grazie alle nuove tecnologie che ora possiamo iniziare a scoprire i loro segreti”.
“Questi risultati probabilmente sorprenderanno molte persone perché possiamo vedere quanto velocemente si è formata questa enorme duna e che si sta muovendo attraverso il deserto a circa 50 cm all’anno. Queste fantastiche dune stellari sono una delle meraviglie naturali del mondo”.
Il professor Charlie Bristow di Birkbeck e UCL ha aggiunto: “L’uso del georadar per guardare all’interno di questa duna stellare ci ha permesso di mostrare come si formano queste immense dune e di sviluppare un nuovo modello in modo che i geologi sappiano meglio cosa cercare nella documentazione rocciosa per identificare queste incredibili caratteristiche del deserto”.
La ricerca, rivoluzionaria nel suo genere, ha mostrato che la duna stellare si è formata più o meno nello stesso periodo dell’evento Younger Dryas, un periodo di raffreddamento improvviso nella storia della Terra. Rivela anche che la duna ha smesso di crescere per un periodo di 8.000 anni.
Le ceramiche trovate nel sito hanno indicato anche condizioni più umide, forse un monsone allargato, che hanno stabilizzato la duna prima dell’inizio di una grande siccità.
Conclusioni
Lo studio ha utilizzato tecniche di datazione con luminescenza sviluppate presso l’Università di Aberystwyth per scoprire l’ultima volta che i minerali nella sabbia sono stati esposti alla luce solare per determinarne l’età.
Il Pofessor Duller dell’Università di Aberystwyth ha aggiunto: “È un vero privilegio pensare che le tecniche di datazione con luminescenza sviluppate qui ad Aberystwyth stiano svelando alcuni dei segreti dei climi più difficili del mondo. Ci stanno fornendo una visione della geologia che potrebbe avere implicazioni più ampie, compresi i depositi geologici utilizzati per le risorse idriche e per lo stoccaggio del carbonio”.
L’ultima scoperta del professor Duller ha utilizzato la stessa tecnica di datazione luminescente sfruttata per scoprire la struttura in legno più antica del mondo: una ricerca pubblicata il 2023 sulla rivista Nature.