Sebbene i vari componenti non siano mai stati effettivamente assemblati su un razzo pronto per il volo, sembrava tutto pronto per lo sviluppo di un’astronave che avrebbe portato gli uomini su Marte.
Ma poi, gli Stati Uniti decisero di non voler più andare su Marte. Si pensò, invece, alla navetta spaziale.
Il programma NERVA fu chiuso nel 1973 e da allora pensò più ad astronavi a propulsione nucleare.
Ora, i recenti progressi della tecnologia hanno reso più attraente la propulsione termica nucleare. Negli anni ’60, l’unica fonte di carburante che potevano usare era l’uranio altamente arricchito. Ma ora gli ingegneri pensano di riuscire a cavarsela con l’uranio a basso arricchimento.
Ciò sarebbe meno pericoloso e consentirebbe a più strutture missilistiche di eseguire test. Sarebbe anche più facile catturare le particelle radioattive nello scarico e smaltirle correttamente. Ciò ridurrebbe i costi complessivi di sviluppo della tecnologia.
Il 22 maggio 2019, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato 125 milioni di dollari in finanziamenti per lo sviluppo di razzi nucleari a propulsione termica. Sebbene questo programma non abbia alcun ruolo da svolgere nel ritorno sulla Luna con il programma Artemis 2024 della NASA, esso – cita – “invita la NASA a sviluppare un piano pluriennale che consenta una dimostrazione di propulsione nucleare termica inclusa la linea temporale associata alla dimostrazione spaziale e una descrizione delle future missioni e sistemi di propulsione e di potenza abilitati da questa capacità“.
La fissione nucleare è un modo per sfruttare la potenza dell’atomo. Naturalmente, richiede l’uranio arricchito e genera rifiuti radioattivi tossici. Che dire della fusione? Dove gli atomi di idrogeno vengono spremuti in elio, rilasciando energia?