Artemide, la dea greca della caccia, della natura e della luna, era una delle divinità più venerate nell’antichità, ed il suo culto si diffuse in tutto il mondo greco e oltre, con numerosi santuari che le furono dedicati. Uno di questi si trova nella regione dell’Eubea, a nord-est di Atene, dove gli archeologi hanno fatto recentemente delle scoperte sorprendenti.
Il santuario di Artemide, situato vicino alla città di Amarynthos, era uno dei più importanti della Grecia antica. Secondo le fonti storiche, il santuario era frequentato da molti fedeli, che vi offrivano doni e sacrifici in onore della dea, per di più il santuario era anche il luogo di celebrazione di una festa annuale, chiamata Artemisia, che attirava persone da tutta la regione.
Gli scavi archeologici in questo sito sono iniziati circa 15 anni fa, da parte di una missione congiunta di archeologi svizzeri e greci, con il progetto di ricerca che ha come obiettivo lo studio del santuario e del suo contesto storico, geografico e culturale. Gli scavi hanno portato alla luce numerosi edifici e reperti, che testimoniano la lunga storia e la ricchezza del santuario.
Tra le scoperte più significative, vi sono due templi dedicati ad Artemide, costruiti in epoche diverse: il primo tempio, scoperto nel 2017, risale al IX secolo a.C. ed è uno dei più antichi templi in pietra della Grecia; il tempio era un periptero, ovvero circondato da una fila di colonne, e aveva una cella, ovvero lo spazio interno dove si trovava la statua della dea, ed era decorato con motivi geometrici e floreali, e aveva un tetto in terracotta.
Il secondo tempio, scoperto nel 2023, risale al VII secolo a.C. ed è molto più grande del primo, basti pensare che era lungo quasi 30 metri e aveva una pianta irregolare, adattata al terreno; il tempio era un diptero, ovvero aveva due file di colonne su ogni lato, e aveva una cella divisa in due ambienti. All’interno, gli archeologi hanno trovato numerosi oggetti, tra cui vasi, gioielli in oro, argento, corallo e ambra, amuleti provenienti dall’Asia e da altre parti dell’Oriente, e accessori in bronzo e ferro.
Questi oggetti erano probabilmente offerte votive, che i fedeli lasciavano alla dea in segno di devozione o di ringraziamento.
Il tempio era anche dotato di un altare, dove venivano compiuti i sacrifici animali, ed era a forma di ferro di cavallo e ricoperto di cenere. Gli archeologi hanno trovato molte ossa carbonizzate di animali, tra cui bovini, ovini, caprini e suini, con alcuni di questi animali che erano probabilmente legati al mito di Artemide, come il cervo, la lepre e l’orso. L’altare era anteriore al tempio, e risale all’VIII secolo a.C.
Cosa successe in seguito al tempio di Artemide e come procedono gli scavi
Il tempio fu parzialmente distrutto nel VI secolo a.C., probabilmente da un incendio, e nella stessa zona, verso la fine di quel secolo, fu costruito un altro tempio, ma non è stato ancora portato alla luce; il santuario continuò ad essere frequentato fino al periodo romano, quando subì delle modifiche e delle aggiunte.
La ricerca sul santuario di Artemide non si limita agli scavi, ma comprende anche lo studio del territorio circostante. Gli archeologi stanno infatti indagando sull’organizzazione del paesaggio antico, sui suoi insediamenti rurali e sui suoi terreni agricoli, nonché sulle comunicazioni e le connessioni tra le antiche città. In questo modo, si spera di ricostruire la vita e la cultura delle popolazioni che abitavano questa regione e che veneravano Artemide.
Il santuario di Artemide è solo uno dei tanti siti archeologici che testimoniano la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale della Grecia. Recentemente, gli archeologi greci hanno annunciato di aver scoperto un antico acquedotto costruito da un imperatore romano insieme a più di due dozzine di monete d’argento.
Queste scoperte dimostrano che la Grecia ha ancora molto da offrire agli appassionati di storia e di arte, e che il suo passato è ancora vivo e presente.
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