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G60 Starlink: il progetto Cinese per l’orbita bassa

Il progetto G60 Starlink si propone di fornire servizi di comunicazione in banda larga in tutto il mondo, sfruttando le potenzialità dell’orbita terrestre bassa. Il progetto si inserisce anche nel contesto di un più ampio piano del governo di Shanghai per promuovere un ecosistema spaziale commerciale all’interno della città entro il 2025

La Cina ha annunciato il lancio del progetto G60 Starlink, una seconda megacostellazione per comunicazioni in orbita terrestre bassa, che si aggiunge alla già esistente Hongyan. Il primo satellite di questa nuova costellazione è stato prodotto in nuove strutture a Shanghai, che mirano a diventare un polo di innovazione spaziale commerciale.

G60 Starlink

Il primo satellite G60 Starlink è un satellite a schermo piatto di nuova generazione, che pesa circa 200 kg e ha una vita operativa di 10 anni, ed è uscito dall’assemblaggio presso la fabbrica di produzione di satelliti digitali G60 nel distretto di Songjiang a Shanghai martedì 27 dicembre, secondo quanto riportato dalla stampa cinese.

Il satellite è il primo di una serie di 108 satelliti che saranno lanciati nel 2024, come parte della prima fase del progetto G60 Starlink, con la costellazione finale che prevede di avere circa 12.000 satelliti in orbita terrestre bassa, a un’altitudine compresa tra 500 e 1.000 km.

Il progetto G60 Starlink è gestito da Shanghai Gesi Aerospace Technology (Genesat), una società statale fondata nel 2022 dall’Innovation Academy for Microsatellites (IAMCAS) dell’Accademia cinese delle scienze e da Shanghai Spacecom Satellite Technology.

Shanghai Spacecom Satellite Technology era la parte cinese del precedente progetto della costellazione KLEO Connect, una joint venture cinese-europea che mirava a fornire servizi di Internet delle cose (IoT) in orbita terrestre bassa, malgrado ciò il progetto si è interrotto a causa di divergenze tra le due parti e di cause legali in corso.

Genesat ha recentemente raccolto fondi attraverso veicoli di investimento sia dell’Accademia cinese delle scienze che del governo di Shanghai, per avviare il progetto G60 Starlink.

Il progetto G60 Starlink ha l’obiettivo di fornire servizi di comunicazione in banda larga in tutto il mondo, sfruttando le potenzialità dell’orbita terrestre bassa, con i satelliti G60 Starlink che opereranno nelle bande Ku, Q e V, che consentono una maggiore velocità di trasmissione e una minore latenza rispetto alle bande tradizionali.

G60 Starlink

I satelliti G60 Starlink sono descritti come a basso costo, ad alto rendimento, altamente affidabili, a bassa latenza e modularizzati, questo significa che i satelliti sono progettati per essere facilmente prodotti, lanciati, sostituiti e aggiornati, in modo da garantire una costante efficienza e qualità del servizio.

Il progetto G60 Starlink si pone in concorrenza con altri progetti simili, come quello di Starlink di SpaceX, che ha già lanciato oltre 1.800 satelliti in orbita terrestre bassa, e quelli di OneWeb, Amazon e Telesat. Questi progetti mirano a colmare il divario digitale tra le aree urbane e rurali, e a offrire una connessione Internet veloce e affidabile a chiunque, ovunque.

L’ecosistema spaziale di Shanghai

Il progetto G60 Starlink si inserisce nel contesto di un più ampio piano del governo di Shanghai per promuovere un ecosistema spaziale commerciale all’interno della città entro il 2025, con l’iniziativa che mira a creare un ecosistema end-to-end che comprenda satelliti, veicoli di lancio, relative applicazioni e infrastrutture.

Il centro di produzione satellitare G60 è uno dei pilastri di questo ecosistema. Il centro, entrato in servizio quest’anno e ha una capacità produttiva di 300 satelliti all’anno, ha anche l’obiettivo di ridurre del 35% il costo di un singolo satellite, senza però specificare un punto di riferimento.

Collegato al più ampio corridoio di innovazione scientifica e tecnologica G60 del delta del fiume Yangtze, coinvolge nove città della regione e si focalizza su settori chiave come l’intelligenza artificiale, la biomedicina, i nuovi materiali e l’energia pulita.

G60 Starlink

Oltre al centro G60, Shanghai prevede di sviluppare altre capacità spaziali commerciali, come la produzione di 50 razzi commerciali all’anno e la creazione di un porto spaziale commerciale. Shanghai punta anche a diventare un leader nella ricerca e nello sviluppo di applicazioni spaziali, come la navigazione, la comunicazione, la sorveglianza, la meteorologia e l’esplorazione.

Queste iniziative si aggiungono ad un aumento della capacità produttiva cinese di piccoli satelliti negli ultimi anni, con entità statali sia sotto CASC che CASIC, hanno creato nuovi centri, insieme a società commerciali come GalaxySpace.

Anche IAMCAS è attiva in questo ambito, avendo lanciato diversi satelliti scientifici e tecnologici, a ciò si aggiunge l’emergere di ASPACE a Hong Kong quest’anno, che ha l’ambizione di diventare il primo produttore di satelliti commerciali della città.

G60 Starlink è la seconda megacostellazione per comunicazioni in orbita terrestre bassa, dopo la creazione del China Satellite Network Group nel 2021 per gestire il progetto nazionale di 13.000 satelliti Guowang (SatNet), tuttavia nel corso del 2023 sono stati lanciati numerosi veicoli spaziali satellitari sperimentali, apparentemente per Guowang, e non è chiaro quale megacostellazione prenderà il primato, secondo la politica nazionale cinese.

Nel frattempo la Cina sta studiando come mettere in orbita grandi lotti di satelliti, in particolare in termini di mettere in orbita un gran numero di satelliti per rispettare le scadenze fissate dall’ITU per garantire l’uso delle frequenze associate.

Le possibilità includono l’utilizzo del razzo Long March 5B con uno stadio superiore Yuanzheng-2, oppure il Long March 8, ottimizzato per la produzione di massa, che potrebbe anche aiutare a far volare Guowang o altre costellazioni.

G60 Starlink

La Cina sta inoltre costruendo nuove piattaforme di lancio commerciali sull’isola di Hainan per alleviare il collo di bottiglia nell’accesso al lancio, e questi inizieranno a diventare operativi nel 2024.

L’emergere di megacostellazioni di comunicazione concorrenti offre il potenziale per una migliore connettività Internet globale, in particolare nelle aree remote e sottoservite, questo sviluppo potrebbe portare numerosi benefici in termini di attività economica e salute globale, potrebbe anche avere implicazioni geopolitiche legate alla sicurezza nazionale, alla sorveglianza e al dominio tecnologico.

Ci sono anche questioni irrisolte relative alla gestione del traffico spaziale, e queste includono questioni spinose di coordinamento internazionale, la definizione di regole per evitare le collisioni e la deorbita dei satelliti. La proliferazione di progetti, lanci e satelliti in LEO aumenta anche il problema dei detriti spaziali orbitali.

Il progetto G60 Starlink è una dimostrazione della crescente ambizione e capacità spaziale della Cina, che si propone di diventare una potenza spaziale globale. Il progetto si inserisce anche in una tendenza globale verso lo sviluppo di costellazioni di satelliti in orbita terrestre bassa, che promettono di rivoluzionare il settore delle comunicazioni e dell’Internet.

Il progetto G60 Starlink è anche un esempio di come Shanghai stia cercando di diventare un polo di innovazione spaziale commerciale, sfruttando le sue risorse e il suo potenziale.

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