La Nasa ha condotto una valutazione riguardo ai pianeti di dimensioni simili a quelle della Terra attorno alle stelle vicine, tra cui Proxima Centauri B, e gli autori della ricerca hanno concluso che 17 di questi potrebbero somigliare alle lune di Giove e Saturno. Invece di essere mondi rocciosi come li abbiamo sempre immaginati, potrebbero essere pianeti con una superficie ghiacciata e con sotto degli oceani liquidi.
Il caso più interessante è Proxima Centauri B. Si tratta del pianeta più vicino fuori del sistema solare, ha anche dimensioni simili alla Terra. Inizialmente era inserito dagli studiosi nella zona abitabile, ma adesso le prospettive sono più pessimistiche.
I numerosi brillamenti della sua stella madre, una nana rossa, hanno probabilmente reso il pianeta privo della sua atmosfera. Senza atmosfera, gli oceani ribollirebbero nello spazio, anche se le temperature fossero adatte.
Proxima Centauri: un pianeta freddo
Tuttavia, la dottoressa Lynnae Quick del Goddard Space Flight Center della NASA e i suoi colleghi ritengono che Proxima Centauri sia una stella molto più fredda di ciò che si pensava in passato. Ciò rende superflua l’atmosfera, poiché potrebbe esserci una crosta ghiacciata che potrebbe proteggere l’oceano.
Meglio ancora, mentre è probabile che alcuni pianeti abbiano gusci di ghiaccio così spessi che il materiale farà fatica a fuoriuscire, quelli di Proxima Centauri B potrebbero essere appena 58 metri, molto meno che su Europa, rendendo i geyser molto più abbondanti.
Il caso di LHS 1140b
Si ritiene che LHS 1140b, descritto come il posto migliore per cercare la vita oltre il Sistema Solare, abbia una crosta ghiacciata con uno spessore di meno di 2 chilometri. È molto più di quanto stimato per Proxima Centauri B, ma comunque dieci volte inferiore a Europa.
Quich ha detto tramite alcune dichiarazioni riportate da IFL Science: “Poiché i nostri modelli prevedono che gli oceani potrebbero trovarsi relativamente vicini alle superfici di Proxima Centauri B e LHS 1140 b, e che il loro tasso di attività dei geyser potrebbe superare quello di Europa da centinaia a migliaia di volte, è più probabile che i telescopi rilevino l’attività geologica su questi pianeti”.
Se individuassimo il getto, ciò non solo confermerebbe la teoria, ma includerebbe potenzialmente molecole che rivelerebbero la presenza di vita, o almeno aumenterebbero le possibilità che possa esserci, come è accaduto con Encelado.
Le prospettive sono particolarmente buone per i pianeti che transitano davanti alla faccia della loro stella, vista dalla Terra, permettendoci di cercare impronte molecolari nello spettro. Purtroppo, Proxima Centauri B non è uno di questi, ma la sua vicinanza significa che potremmo ancora rilevare la luce riflessa dai cristalli di ghiaccio se le stime di Quick e colleghi sono giuste.
Lo studio è pubblicato sull’Astrophysical Journal ed è stato presentato al meeting di dicembre dell’American Geophysical Union.
Altre curiosità su Proxima Centauri B
Proxima Centauri B è un esopianeta che ha catturato l’attenzione della comunità scientifica e del pubblico dal momento della sua scoperta avvenuta nel 2016. Orbitando attorno alla nana rossa Proxima Centauri, la stella più vicina al nostro sistema solare, questo pianeta offre un’opportunità unica per esplorare le caratteristiche e le potenzialità di un mondo extraterrestre.
Proxima Centauri B presenta un periodo orbitale di circa 11,2 giorni terrestri, il che significa che completa un’orbita attorno alla sua stella madre in un breve lasso di tempo. Ciò pone il pianeta nella “zona abitabile“, una fascia orbitale dove le condizioni potrebbero essere ideali per la presenza di acqua liquida.
Tuttavia, la sua vicinanza alla stella potrebbe anche esporlo a radiazioni intense e a fluttuazioni di luce stellare, rendendo le sue condizioni atmosferiche e climatiche oggetto di studio approfondito.
Con una massa stimata di circa 1,3 volte quella terrestre, Proxima Centauri B è considerato un esopianeta di tipo terrestre. Tuttavia, le caratteristiche della sua superficie e la composizione della sua atmosfera sono ancora oggetto di speculazione e richiedono ulteriori ricerche.