In Italia, nel 2020 erano 7 milioni le persone che soffrivano di problemi di udito, quindi l’11,7% della popolazione. Dopo soli due anni il dato è salito al 12,5%, segno che il disturbo non si arresta, ma anzi avanza con decisione.
Le tecniche per dare un supporto a chi soffre di questo disagio sono principalmente due: la chirurgia e il ricorso ad apparecchi acustici.
È chiaro che la prima tecnica sia più invasiva, motivo per cui chi soffre di ipoacusia non la sceglie con frequenza, a differenza degli apparecchi acustici che, invece, rappresentano la formula alla quale si ricorre con più decisione.
I dati sottolineano l’importanza che probabilmente l’obbligo di mascherine a cui ci ha costretti la pandemia, ha avuto sull’aumento dei problemi di udito nel nostro paese, pari al 5%.
In questo articolo si analizza la situazione italiana relativa all’utilizzo di apparecchi acustici e ai danni causati dall’ipoacusia.
Cosa dicono i dati sugli apparecchi acustici
Nonostante sia il 12,5% degli italiani a soffrire di ipoacusia, chi ricorre agli apparecchi acustici è il 4,4%. Un dato che sembra molto basso, ma che in realtà non lo è se si pensa che in quattro anni è aumentato del 5%, complice forse anche il Covid.
La soluzione degli apparecchi acustici sembra essere la più efficace, anche se è utile ricordare che si tratta di un supporto per chi ha disturbi di questo genere, non della risoluzione definitiva.
Non sono solo gli anziani a soffrirne, anche se la più alta percentuale è legata alla fascia degli over 85. Ad oggi, un adolescente su cinque non sente perfettamente.
La situazione di questa fascia della popolazione preoccupa perché, secondo i dati Oms, si stima che oltre un miliardo di giovani in età compresa tra i 12 e i 35 anni sia a rischio. L’ipoacusia potrebbe portare alla compromissione dei loro risultati scolastici e professionali.
Le cause? La continua esposizione a fonti di rumore eccessivo come l’ascolto della musica con le cuffie ad alto volume (non dovrebbe superare il 60%) e la frequentazione di luoghi come discoteche e locali.
Danni dovuti ai problemi di udito
Non solo disturbi legati alla sordità. L’ipoacusia non trattata porta anche ad avere problemi legati alla sfera sociale come a quella cognitiva con malattie come la depressione e la demenza precoce.
Non sentire bene ti isola dagli altri, ti rende solo, per questo è necessario rivolgersi in maniera tempestiva a chi può trattare il problema con attenzione.
Le ricadute psicologiche sono importanti. Chi non sente perfettamente può cadere facilmente in situazioni di depressione, moderata o forte, in quelle di forte tristezza, ansia e paura. Sensazioni che poi portano inevitabilmente a uno stato di isolamento dal resto della società.
Alcuni studi dell’Università di Pisa, infatti, hanno dimostrato che l’isolamento sociale cronico è associato al declino cognitivo e che questo ha una forte relazione con la perdita dell’udito, soprattutto nelle persone anziane.
La soluzione che, almeno in parte, migliora questo disagio è l’utilizzo di apparecchi acustici e sembra anche essere soddisfacente. L’83% delle persone che hanno deciso di farne uso pensa che la sua vita sia migliorata da quando li utilizza.