Sopravvisse all’estinzione di massa alla fine del periodo Permiano, che eliminò il 70% delle specie di vertebrati sulla terra.
Questo animale faceva parte di un gruppo di animali, i sinapsidi, chiamato “rettili-mammiferi“. Erano animali dalla corporatura robusta e il loro aspetto ricordava alla lontana quello dei maiali, con zampe molto forti. Al posto dei denti avevano due lunghe zanne sporgenti dalla mascella superiore e avevano una specie di becco simile a quello delle tartarughe.
Gli scienziati sono convinti che esso agli inizi del Triassico vivesse in ambienti semidesertici, molto comuni. I suoi resti sono stati ritrovati in India, in Sud Africa e in Antartide.
I fossili delle zanne
“Per vedere i segni legati all’ibernazione di un animale è necessario analizzare qualcosa che può fossilizzarsi e che, durante la vita dell’animale cresceva continuamente“, ha spiegato Christian Sidor, professore di biologia all’Università di Washington. Le zanne del Lystrosaurus avevano queste caratteristiche.
I ricercatori hanno confrontato sezioni trasversali di zanne di sei esemplari antartici e quattro sudafricani, le quali pur avendo modelli di crescita simili erano diverse perché i fossili Antartici presentavano anelli spessi e ravvicinati, che gli altri non avevano. Questi anelli sono il risultato di una minore deposizione di dentina seguiti da periodi di stress prolungato vissuti da questi animali e plausibilmente associati all’ibernazione.
“Questi risultati preliminari indicano che entrare in uno stato simile all’ibernazione è un tipo di adattamento molto antico“, ha detto Megan Whitney, dottoranda in biologia presso l’Università di Washington.
I ricercatori hanno affermato di non poter dimostrare in modo definitivo che il Lystrosaurus dacesse in un letargo simile a quello che conosciamo oggi, ma lo stress potrebbe essere causato da un’altra forma di torpore a breve termine.
La Whitney ha, infatti, spiegato che le conclusioni a cui hanno portato le osservazioni nelle zanne del Lystrosaurus antartico sono compatibili con un modello di piccoli “eventi di riattivazione” metabolica durante un periodo di stress, che è molto simile a quello che vediamo oggi negli animale a sangue caldo.
Cosa succede nel letargo
Il letargo è una condizione di quiescenza nel quale il battito cardiaco rallenta sensibilmente e la temperatura corporea in genere si riduce giungendo, in alcuni casi, vicino allo zero.
La concentrazione nel sangue di sali, urea e altre sostanze diventa più alta impedendo all’acqua presente nel corpo di congelare e il consumo di energia è minimo a causa dell’inattivitá: infine per garantire le funzioni dell’organismo alcuni animali consumano gradualmente le riserve di grasso accumulate in precedenza.
Fonte: CNN