Il mondo del gaming è in continua e costante evoluzione. Le innovazioni tecnologiche, i nuovi device e il crescente numero di appassionati hanno moltiplicato il giro d’affari in Italia e nel mondo e grazie a queste nuove risorse gli sviluppatori sono sempre più impegnati a creare nuovi ambienti di gioco.
Per questo, dopo aver assistito all’arrivo dei visori VR e del live gaming, possiamo ipotizzare che questo 2021 sarà l’anno dell’affermazione definitiva del cloud gaming.
Cos’è il clod gaming?
Noto anche come streaming di giochi, il cloud gaming è una tecnologia che sfrutta le potenzialità dei server cloud per caricare e far girare i videogiochi. Obiettivo dichiarato quello di ridurre i costi e ampliare la platea di giocatori, non più costretti ad acquistare hardware o console di ultima generazione per l’intrattenimento.
Una soluzione che può portare diversi vantaggi agli utenti. In primo luogo il cloud gaming toglie la necessità degli aggiornamenti utili a far girare titoli sempre più pesanti e dalle prestazioni elevate. In secondo luogo risolve vari problemi di compatibilità. Slegando i giochi dalle relativa piattaforme o dalle console non serviranno più imponenti download e potrebbero bastare un semplice controller e una piattaforma streaming come una smart TV.
Un approccio decisamente rivoluzionario e innovativo a cui guardano con interesse anche i principali casinò online, da sempre attenti a rendere le esperienze di gioco sempre più “smart”.
Nel 2020 sono arrivate nelle sale da gioco virtuali nuove modalità come il live game e nuove suite legate alla realtà virtuale. In questi mesi potrebbe scattare lo step successivo e discipline come le slot machine e la roulette potrebbero sbarcare definitivamente sulle nostre tv di casa.
A dimostrare le potenzialità di questa tecnologia sono arrivate anche le decisioni di aziende come Google, Sony e Amazon che, dopo aver lanciato le prime versioni dei propri servizi, sono pronte a investire importanti risorse nel settore ricerca e sviluppo. Attualmente il principale servizio di cloud gaming è Playstation Now ma Microsoft xCloud tramite browser, Xbox Game Pass e Google Stadia sono pronti alla competizione.
Interessante anche capire quali saranno i costi per gli utenti finali, i videogiocatori. Il nuovo modello di business quasi sicuramente prevederà un abbonamento da pagare per accedere a una libreria di giochi. Fin qui abbiamo solo l’esempio di Google Stadia per fare ipotesi future.
Il servizio del motore di ricerca prevede l’acquisto di singoli giochi da aggiungere alla collezione personale per gli abbonati Pro. Chi ha invece optato per il livello Stadia Base gratuito può giocare gratis ma con una qualità leggermente inferiore. Ancora da capire, invece, quanto salirà la spesa quando anche i produttori di videogiochi entreranno nella partita. I titoli saranno ancora compresi nella libreria? Oppure per i nuovi giochi servirà pagare un surplus? E le prestazioni saranno le stesse degli omologhi “fisici”.
Tra i costi aggiuntivi potrebbero rientrare anche quelli legati all’adeguamento delle infrastrutture casalinghe. I giochi in streaming presenti attualmente sulle piattaforme richiedono per funzionare adeguatamente una velocità minima di 20mbps e lavorano al meglio a quota 100mbps. Una velocità di rete che non tutti hanno a disposizione. E nell’attesa dell’arrivo di console pensate esclusivamente per il cloud vanno valutate anche le spese per servizi come Chromecast Ultra e per i controller.
Quello che è sicuro, invece, è l’enorme portata di mercato del cloud gaming. Gli analisti di settore e le aziende specializzate nei mercati stimano che a fine 2021 il fatturato per i giochi in cloud toccherà la cifra di 1,4 miliardi di dollari. Un traguardo incredibile se pensiamo a quanto sia recente questa tecnologia. E le previsioni per i prossimi anni sono, se possibile, ancora più rosee.
Si stima che grazie all’arrivo delle aziende più importanti, al miglioramento delle infrastrutture tecnologiche e all’implementazione in pianta stabile del 5G si possa arrivare alla soglia di 5 miliardi di dollari nel 2023. Un trend destinato ad aumentare il valore del Global Serviceable Obtainable Market, attualmente quantificato in 196,5 milioni di persone.