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Oggi Venere è un pianeta decisamente inospitale, con un’atmosfera tossica, 90 volte più spessa della nostra e temperature superficiali che superano i 480 gradi, abbastanza caldo da sciogliere il piombo.
Viene spesso definito il pianeta gemello della Terra perché i due pianeti hanno massa e dimensioni simili. Le somiglianze, però, oggi finiscono qui.
A parte atmosfera e temperatura, Venere è un pianeta arido, ha un’orbita intorno al Sole praticamente circolare che completa in 224,7 giorni terrestri. La rotazione sul proprio asse è retrograda, ovvero avviene in senso orario, al contrario del Sole e di quasi tutti gli altri pianeti, ed è particolarmente lenta, tanto che un giorno su Venere dura ben 243 giorni terrestri ed è più lungo del periodo di rivoluzione attorno al Sole.
L’atmosfera di Venere è costituita per il 96,5% da anidride carbonica, mentre il restante 3,5% è composto soprattutto da azoto, ed è proprio l’anidride carbonica ad aver generato il fortissimo effetto serra a causa del quale il pianeta è divenuto così caldo.
Come dicevamo, uno studio recente ha confrontato cinque simulazioni climatiche del passato di Venere e ogni scenario ha suggerito che il pianeta potrebbe aver potuto supportare l’acqua liquida e un clima temperato sulla sua superficie per almeno tre miliardi di anni. Come gli altri pianeti del nostro sistema solare, Venere si è formata 4,5 miliardi di anni fa.
La temperatura superficiale del pianeta potrebbe essere rimasta stabile per oltre 3,5 miliardi di anni andando da un minimo di 20 ad un massimo di 45 gradi celsius. Tra 700 e 750 milioni di anni fa, però, è successo qualcosa che ha innescato il rilascio di anidride carbonica dalle rocce sul pianeta, trasformando il suo clima.
“La nostra ipotesi è che Venere possa aver avuto un clima stabile per miliardi di anni. È possibile che un evento di resurfacing quasi globale sia responsabile della trasformazione del suo clima che da simile a quello della Terra si è trasformato nella serra infernale che vediamo oggi“, ha detto Michael Way, ricercatore del The Goddard Institute of Space Science e autore dello studio. Way ha presentato il suo lavoro pochi giorni fa all’European Planetary Science Congress – Division for Planetary Sciences Joint Meeting 2019 a Ginevra.
In precedenza, nel 2016, Way aveva pubblicato uno studio sul clima e gli oceani di Venere nel suo passato.
L’antica presenza di oceani su Venere fu suggerita per la prima volta dalla missione Pioneer della NASA negli anni ’80. Dato il suo posizionamento così vicino al Sole, però, non venne dato molto peso all’ipotesi che Venere potesse aver mai sostenuto oceani sulla sua superficie.
Delle cinque simulazioni effettuate, tre di esse includevano l’attuale topografia di Venere e aggiungevano un oceano profondo 300 metri, un oceano profondo solo 9 metri e tracciavano la quantità di acqua presente nel suolo. I ricercatori hanno confrontato questa simulazione con altre due, una delle quali utilizzava la topografia terrestre con un oceano profondo e l’altra un mondo oceanico.
Per ricreare le condizioni probabilmente presenti su Venere 4,2 miliardi di anni fa e il loro mutamento nel tempo, nella simulazione è stata gradualmente aumentata la radiazione solare per simulare l’aumento della temperatura del Sole. Ciò ha anche spostato le condizioni atmosferiche nel tempo.
“Attualmente Venere riceve il doppio della radiazione solare che riceve la Terra. Tuttavia, in tutti gli scenari che abbiamo modellato, abbiamo scoperto che Venere potrebbe ancora supportare temperature di superficie suscettibili di acqua liquida“, ha affermato Way.
Le simulazioni suggeriscono che Venere abbia attraversato una rapida fase di raffreddamento pochi tempo dopo la sua formazione. Quindi l’atmosfera sarebbe stata piena di anidride carbonica. Se Venere si fosse evoluta in modo simile alla Terra, quell’anidride carbonica sarebbe scesa dall’atmosfera, attirata dai silicati e intrappolata nella superficie. Ciò avrebbe consentito un’atmosfera ricca di azoto con minuscole quantità di anidride carbonica e metano, garantendo stabilità.
Ma qualcosa è successo circa 700 milioni di anni fa, qualcosa che rimane un mistero, anche se i ricercatori pensano che sia collegato all’attività vulcanica. Il magma avrebbe liberato moltissima anidride carbonica nell’atmosfera.
Qualunque cosa sia successa, così tanta anidride carbonica nell’atmosfera ha provocato un effetto serra con fuga atmosferica, evidenziato dalle attuali temperature torride del pianeta.
“È successo qualcosa su Venere che ha provocato il rilascio di un’enorme quantità di gas nell’atmosfera che, per la mancanza di un ciclo del carbonio, non ha potuto essere riassorbita dalle rocce. Sulla Terra abbiamo alcuni esempi di degassamento su larga scala, ad esempio la creazione dei Trappi Siberiani 500 milioni anni fa, evento legato a un’estinzione di massa, ma nulla su questa scala. Venere ne fu completamente trasformata,” ha spiegato Way.
Oltre al mistero della causa dell’evento, i ricercatori hanno bisogno di sapere quanto rapidamente si sia raffreddato Venere dopo la sua formazione e se l’acqua potesse esistere in superficie, così come se l’evento di degassificazione si sia verificato solo una volta o è stato solo uno di una serie di eventi.
“Abbiamo bisogno di più missioni per studiare Venere e ottenere una comprensione più dettagliata della sua storia ed evoluzione“, ha detto Way. “Tuttavia, i nostri modelli mostrano che esiste una reale possibilità che Venere potesse essere abitabile e radicalmente diversa dalla Venere che vediamo oggi. Questo apre tutti i tipi di implicazioni per gli esopianeti trovati in quella che viene chiamata la ‘Zona di Venere’, che, nonostante la vicinanza alla stella, potrebbe permettere pianeti con acqua liquida e climi temperati “.