Un fossile di stella marina ci aiuta a capire l’evoluzione delle sue braccia

La scoperta casuale avvenuta su un fossile di stella marina aiuta a comprendere il mistero dell'evoluzione delle braccia di tale animale

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Una casuale scoperta avvenuta su un fossile di stella marina aiuta a comprendere il mistero dell’evoluzione delle loro braccia. I resti dell’animale sono stati rinvenuti nel paesaggio desertico del Marocco. Le stelle marine sono uno degli esseri viventi più riconoscibili sulla Terra. La maggior parte delle persone spesso le associa alla spiaggia, alle piscine naturali o ai fondali marini. Potrebbero sembrare creature semplici, ma in realtà fino a poco tempo fa il loro percorso evoluzionistico era uno dei più grandi misteri della biologia e della paleontologia. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Biology Letters, fa comprendere come infine le stelle marine abbiano avuto le attuali caratteristiche fisiche che le contraddistinguono.

Le caratteristiche peculiari della stella marina

Le stelle marine e le loro “cugine” stelle fragili appartengono alla famiglia degli echinodermi. Si tratta di animali spinosi al cui gruppo appartengono anche ricci di mare, gigli di mare e cetrioli di mare, contraddistinti da bizzarri tratti biologici. Non hanno una testa, né tantomeno un sistema cerebrale, mentre il loro sistema circolatorio è un unico sistema vascolare acquatico, che utilizza l’acqua del mare, invece del sangue. Possiedono, inoltre, il potere di rigenerare il 75% della loro massa corporea se essa viene persa. Le stelle marine hanno quasi sempre avuto la classica forma del corpo contraddistinta da cinque braccia. Una caratteristica che è rimasta per 480 milioni di anni, sopravvivendo a cinque grandi estinzioni di massa.

Altri echinodermi usano le braccia per filtrare il mangime o catturare il cibo dell’acqua e, a differenza delle stelle marine, sono rivolti verso l’alto con le braccia allargate per nutrirsi. Ma le stelle marine non lo fanno e la loro forma distintiva del corpo è apparsa nella documentazione fossile completamente formata. Di conseguenza per anni gli scienziati sono rimasti perplessi su come si siano evolute realmente le stelle marine e su come le stelle fragili si siano legate ai loro parenti stretti.

Le formazioni di Fezouata

Le formazioni di Fezouata sono depositi di roccia sedimentaria siti in Marocco e risalenti al periodo Ordoviciano, una fase critica nell’evoluzione della vita, terminato circa 460 milioni di anni fa. Gli esperti pensano che in questo periodo la vita abbia avuto una stratificazione straordinaria, in cui apparvero la maggior parte delle specie che riconosciamo ancora oggi. Se volessimo fare dei paralleli con l’archeologia, le formazioni di Fezouata potrebbero essere definite tranquillamente la Pompei della paleontologia. Le condizioni del fondo marino hanno permesso la conservazione anche dei tessuti molli, che in altre condizioni sarebbero inesorabilmente scomparsi. Questo luogo ci ha dato informazioni preziose sull’evoluzione della stella marina.

Il Cantabrigiaster

Il Cantabrigiaster è l’animale primitivo più simile alla stella marina che conosciamo attualmente. Fu scoperto nel 2003, ma ci sono voluti quasi 18 anni per capire quanto i suoi resti fossero preziosi per scoprire la verità sulle stelle marine. Peculiarità del Cantabrigiaster è che quando era ancora presente sulla Terra mancava di tutte le principali caratteristiche sia delle stelle fragili che delle stelle marine. Stelle marine e stelle fragili appartengono alla famiglia degli Asterozoi. I loro antenati, i Somasteroidi, erano particolarmente fragili: prima dle Cantabrigiaster sono giunti a noi pochi esemplari.

Il confronto e la scoperta

Facendo un confronto tra fossili di Cantabrigiaster e i loro discendenti, si è  scoperto che il primo si è evoluto capovolgendosi, in maniera tale che le sue braccia fossero rivolte verso il basso sul sedimento per nutrirsi. Sebbene gli studiosi abbiano campionato un numero relativamente piccolo degli antenati delle attuali stelle marine, uno dei risultati inaspettati è stato scoprire come potessero essere correlati tra loro. Al momento sappiamo che il Cantabrigiaster sia dunque il più primitivo di tutti gli Asterozoi e molto probabilmente esso è un’evoluzione dei crinoidi, animali molto antichi vissuti addirittura 250 milioni di anni prima della comparsa dei dinosauri. Ebbene, le cinque braccia della stella marina sono un’eredità lasciata da tali progenitori.