Sette anziani ufficiali dell’Aeronautica degli Stati Uniti in pensione decisero di convocare una conferenza stampa presso il National Press Club di Washington, era il 9 maggio del 2001. La conferenza venne ripresa dalla CNN.
Gli anziani ufficiali raccontarono una storia a dir poco stupefacente e improbabile: rivelarono di aver assistito a un attacco da parte di un UFO che rese temporaneamente non utilizzabili dei missili a testata nucleare USA durante gli anni della guerra fredda.
Il ricercatore UFO Robert Hastings commentò: “Chiunque sia a bordo di queste navi sta inviando un segnale a Washington e Mosca, avvisandoli che stiamo giocando con il fuoco. Il possesso o la minaccia nucleare potenzialmente minacciano la razza umana e l’integrità dell’affare planetario”.
Hastings non prestò servizio nell’esercito, ma lavorò con Robert Salas, un ufficiale addetto al lancio dei missili Minuteman dell’Aeronautica ora in pensione, per riunire un equipaggio di ex aviatori le cui storie per certi aspetti erano molto simili.
Nel periodo che va dal 1963 al 1980, tutti gli ufficiali coinvolti erano operativi nei siti missilistici nucleari statunitensi e tutti dichiararono che presunte macchine aliene dalle svariate forme, discoidali, sferiche, coniche, comparvero davanti a loro o ai loro colleghi (Hastings ha affermato di non poter escludere che contatti alieni di cui non abbiamo sentito parlare siano in corso ancora oggi).
Alcuni di questi ufficiali in pensione hanno successivamente confessato di non aver visto le navi stesse, ma di essere venuti a conoscenza di resoconti affidabili dei colleghi. Nella maggior parte dei casi, concordano i diversi racconti, quando questi presunti oggetti volanti alieni si avvicinarono, i missili smisero di rispondere ai controlli dei tecnici.
Gli alieni però, secondo Salas non spararono a nessun missile, si limitarono a sorvolare le basi per poi scomparire nella notte.
“Avrebbero potuto fare molti più danni“, Confessò Salas quando gli venne chiesto come sapeva che gli alieni non avevano nessuna intenzione ostile.
Come la maggior parte dei veterani che raccontano le loro esperienze di incontri ravvicinati, Bruce Fenstermacher, capitano dell’Aeronautica in pensione, in realtà non intendeva essere così sicuro e definitivo come Hastings e Salas riguardo ai presunti alieni.
“Penso che ci stiano monitorando in modo da non confondere le cose“, disse, esprimendo fiducia negli alieni come guardiani interplanetari illuminati.
Charles Halt, un colonnello in pensione, non sapeva cosa gli sarebbe accaduto quando vide qualcosa che “sembrava un grande occhio, di colore rosso, che si muoveva attraverso gli alberi” in una foresta inglese vicino a una base di Suffolk chiamata Bentwaters. L’oggetto, improvvisamente, “esplose” frammentandosi in “cinque oggetti bianchi” che sfrecciarono nel cielo notturno senza torcergli un capello.
Robert Jamison era un giovane luogotenente che lavorava come ufficiale di controllo presso la base aeronautica di Malmstrom, nel Montana nel 1967. “Il mio compito principale era quello di puntare i missili nella giusta direzione“, disse, quasi per scherzo. Ma una notte di marzo, tutti e dieci i suoi missili improvvisamente andarono “no go” proprio mentre le voci di una avvistamento UFO circolavano a Malmstrom. Mentre di persona non ha mai visto alcun alieno, riferisce di avere, però, sentito parlare di un atterraggio UFO in un “profondo burrone” nelle vicinanze e intervistò una guardia di sicurezza che descrisse “due piccole luci rosse distanti“. L’incidente divenne famoso come l’avvistamento UFO del Montana.
Se diversi missili nucleari fossero andati davvero offline, sicuramente “ci sarebbe stato il panico“, spiegò un ex ufficiale missilistico dell’Aeronautica militare impegnato nella politica estera a Washington (che volle rimanere anonimo). Nella sua esperienza di lavoro attraverso oltre 300 allarmi nucleari, “al massimo” tre o quattro missili passarono allo stato “no-go”.
Durante la sua testimonianza aggiunse: “Se questi ragazzi dicono la verità, un intero gruppo di dieci missili “no go” sarebbe un evento piuttosto significativo dal punto di vista della dissuasione“.
Ma gli ufficiali presenti alla conferenza non affrontarono nessuna folla di scettici. Al Press Club si radunarono tanti sostenitori, circa 30 persone, congratulandosi con loro per il coraggio dimostrato. Un gentiluomo prese il microfono per confessare di essere stato “un contattato” a Santa Monica nel 1986 e nel 1997. “Posso affermare che questo fenomeno è reale“, disse. Un altro giornalista chiese al panel se fosse “il momento di ammettere che ci sono altri esseri spirituali nell’universo“.
Queste le dichiarazioni che Salas e altri ex ufficiali rilasciarono nella conferenza stampa di diciotto anni fa, una conferenza stampa che mirava a riconoscere i misteriosi “no go” dei missili a testata nucleare causati da esseri alieni come monito per le potenze nucleari, o forse per trasmettere una minaccia.
Ma i fatti hanno un’altra spiegazione, piaccia o meno gli UFO non erano i responsabili dei misteriosi malfunzionamento, misteriosi appunto e forse spiegabili più prosaicamente come guasti tecnici.
Il caso sollevato da Salas comunque creò un discreto clamore ma l’ex comandante della base di Malmstrom, Eric D. Carlson, rese nota la sua versione dei fatti, confermando il blocco dei missili, dovuto tuttavia ad un guasto tecnico e non all’apparizione di uno o più UFO.
Diversi ufologi ritennero l’intervento di Eric Carlson parte di un tentativo d’insabbiamento della vicenda. Una parola che leggiamo spesso in casi del genere, dove si segnalano misteriose presenze, si ipotizzano dietro di esse misteriose figure aliene e non potendo confermare quanto ipotizzato, l’ufologo di turno inciampa sul solito insabbiamento che tanto piace al complottismo imperante.
Fonte: Wired