Bilancio di fine anno decisamente positivo per SpaceX, la compagnia spaziale di Elon Musk che nel 2020 ha raggiunto numerosi traguardi e polverizzato record su record, uno su tutti, una media di un nuovo lancio ogni due settimane, per un totale incredibile di 26 missioni; a queste vanno aggiunti la missione numero 100 della compagnia, e la centesima del razzo Falcon 9.
Un anno dai numeri incredibili
Numeri impressionanti ma che solo parzialmente rendono l’entità dell’importanza rivoluzionaria e innovativa di questa compagnia, che solo nell’ultimo anno ha portato per ben due volte degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale grazie alle capsule Crew Dragon, sancendo un nuovo inizio per gli Stati Uniti che dal 2011, anno in cui la NASA mise a terra la propria flotta di shuttle spaziali, non avevano più visto alcuna missione spaziale alzarsi dal proprio territorio. Il primo lancio, una missione sperimentale chiamata Demo-2, risale al 30 maggio, e ha portato i due astronauti della NASA Bob Behnken e Doug Hurley nella Stazione Spaziale Internazionale dove sono rimasti per due mesi.
Questa missione così importante e di successo, non solo ha sancito un nuovo inizio per gli Stati Uniti, ma il 15 novembre scorso ha anche aperto la strada a Crew-1, prima missione operativa che ha portato gli astronauti Victor Glover, Mike Hopkins, Shannon Walker e il giapponese Soichi Noguchi sulla ISS, dove rimarranno per 6 mesi. E la ISS è stata meta di altre due missioni, questa volta senza equipaggio a bordo, effettuate da SpaceX, a marzo e a dicembre per portare a bordo del laboratorio orbitante provviste e rifornimenti vari.
Il progetto Starlink
Ben 14 delle 26 missioni portate a termine quest’anno da SpaceX sono state dedicate al progetto Starlink, che prevede la costituzione di una costellazione di satelliti collocati in orbita terrestre bassa che serviranno all’accesso a internet satellitare globale in banda larga: SpaceX ha già lanciato oltre 950 satelliti, di cui 900 destinati a rimanere in orbita e formare la più grande costellazione mai assemblata.
Protagonista assoluto dei 26 lanci effettuati da SpaceX nel 2020 è sicuramente Falcon 9, lanciatore composto da due stadi, famoso perché utilizza un primo stadio riutilizzabile per altri lanci. Solo due sono i tentativi di atterraggio mancati, a febbraio e marzo, quando un booster del Falcon 9 non è riuscito a raggiungere la sua area di atterraggio in mare su una delle due navi robot di SpaceX. Diciannove di questi atterraggi sono avvenuti su queste navi, mentre solo 4 sulla terraferma, per un totale di 23 operazioni di recupero del primo stadio riuscite.
Prossimo obiettivo: Marte
Elon Musk non ha mai fatto mistero di avere come grande obiettivo quello di portare l’uomo su Marte, e questo ambizioso progetto è diventato ancora più vicino proprio nell’anno che sta per concludersi: lo scorso 9 dicembre infatti, SpaceX ha lanciato l’ SN8 per un volo test a un’altezza di 12.5 km dalla base di partenza della compagnia in Texas. SN8 (Serial Number 8) è l’ultimo prototipo di Starship, la navicella che SpaceX sta sviluppando per portare l’uomo su Marte, la Luna e altre destinazioni lontane nello spazio grazie al suo motore di ultima generazione, il Raptor: addirittura sei quelli che saranno in dotazione allo Starship quando sarà pienamente operativa.
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L’ SN8 ha testato anche una serie di manovre che serviranno al momento del ritorno sulla Terra dalle missioni spaziali: il prototipo è atterrato dove previsto anche se arrivando troppo in fretta, alla fine è esploso. Ma ciò non ha smorzato l’entusiasmo di Musk, che ha dichiarato che il volo di SN8 è stato comunque un enorme successo.
Starship verrà lanciato dalla Terra in cima a un razzo gigante chiamato Super Heavy che avrà 30 motori Raptor. Come il primo stadio del Falcon 9, Super Heavy atterrerà poco dopo il decollo e verrà usato di nuovo, mentre Starship sarà potente abbastanza da lanciarsi da solo dalla Luna e da Marte, perché entrambi hanno una gravità molto più debole della Terra.
L’idea di SpaceX è che Starship sia operativo al più presto, perché l’obiettivo da raggiungere è davvero ambizioso: portare l’uomo su Marte nel 2026.