Ieri è stata una giornata parecchio movimentata a livello globale per il nuovo coronavirus, e non solo in Italia.
Anzitutto i numeri: i casi confermati in tutto il mondo sono oggi almeno 77.662, con almeno 2.360 decessi accertati, mentre sono almeno 21.018 le persone dichiarate guarite e dimesse dagli ospedali.
In Italia sono stati accertati 17 casi, di cui 15 in Lombardia e 3 in Veneto. Tra questi ultimi si è verificato anche un decesso, si tratta di una persona anziana già ricoverata da oltre dieci giorni per altri problemi.
Ci sarebbero almeno una decina di altre persone risultate positive ai primi riscontri ma in attesa di ulteriori accertamenti.
I casi di ieri vanno ad aggiungersi ai 3 già individuati da alcune settimane e ricoverati allo Spallanzani e ormai in via di guarigione ma hanno la particolarità di essere stati contagiati sul territorio italiano al contrario dei precedenti che si sono portati l’infezione dalla Cina.
Tutti gli infettati in Lombardia avrebbero in comune, direttamente o indirettamente, un uomo di 43 anni, il manager di un’azienda emiliana che dopo un lungo periodo trascorso in Cina per ragione di lavoro era rientrato in Italia il 21 gennaio, prima, cioè, che venisse stabilito il blocco dei voli da e per la Cina ed i controlli obbligatori negli aeroporti.
L’uomo, comunque asintomatico e negativo al test del virus e attualmente trattenuto in osservazione, si sarebbe visto per alcune volte a cena con un uomo di 38 anni di Codogno, “Mattia”, individuato come paziente uno, mentre aveva un leggero raffreddore ma nessun altro sintomo. Da quest’ultimo, persona dalla vita lavorativa e sociale molto intensa, si sarebbe diffusa l’epidemia in Lombardia, a cominciare dalla moglie, incinta all’ottavo mese e anch’essa ora positiva al virus e ricoverata.
Mattia versa ora in condizioni molto gravi ed è ricoverato in terapia intensiva. Molto grave con attacco di polmonite sarebbe anche il medico di base che per primo aveva visitato l’uomo mentre tra gli infettati si contano anche 5 membri del personale sanitario del pronto soccorso dell’ospedale di Codogno dove l’uomo si è presentato due volte prima di essere ricoverato. Anche tre pazienti dello stesso ospedale sono risultati contagiati.
Il nosocomio è stato chiuso al pubblico.
Il governo ha deciso di prendere misure restrittive nei confronti di tutte le persone che hanno avuto a che fare con Mattia, circa 250 le persone attualmente individuate, che sono state sottoposte a test e messe in quarantena.
Resta il mistero del perché il manager emiliano che sarebbe stato il vettore del virus è stato sempre asintomatico e risulta negativo ai test. L’uomo potrebbe avere contratto una forma molto lieve di malattia, quasi asintomatica, ed essersi negativizzato dopo la guarigione. Sono in corso analisi per rilevare la presenza di aniticorpi contro il nuovo coronavirus nel suo sangue.
Assolutamente avvolta nel mistero, invece, l’origine dei due casi in Veneto. Nessuno dei due uomini risultati infetti in provincia di Padova, di cui uno deceduto nella serata di ieri, avrebbe infatti avuto contatti con persone provenienti dalla Cina.
Un terzo caso in Veneto è stato confermato metre scriviamo queste righe.
Intanto, in sole 48 ore i casi registrati in Corea del sud sono triplicati, arrivando ad oltre 340, il ministero della Sanità iraniano ha confermato 18 casi di virus, tra cui quattro morti, e ha affermato che si è diffuso in diverse città. Libano e Israele hanno riportato i loro primi casi.
Le preoccupazioni crescono sulla diffusione globale del nuovo coronavirus dopo il picco nei casi al di fuori della Cina continentale tra le persone che non hanno alcun legame con la Cina o la città di Wuhan registrato nelle ultime ore.