È ormai diventata quasi una tradizione, ad agosto escono fuori le profezie sull’arrivo di Nibiru e se quest’anno David Meade, il numerologo esperto (dice lui) della Bibbia quest’anno non ha pubblicato un libro nuovo sulla fine del mondo causata da Nibiru, ci pensano i suoi fans a ripescare articoli e post dell’anno passato pieni di richiami all’apocalisse.
Come abbiamo potuto ormai constatare, Nibiru ha perso la strada e non arriva oppure i sedicenti esperti sbagliano sistematicamente i loro conti e di Nibiru si sono perse le tracce, tranne che nella fantasia dei sostenitori più incalliti.
Ma cos’è Nibiru? Da dove esce fuori questa idea e come nasce?
Nibiru è un leggendario pianeta descritto da Zecharia Sitchin, un archeologo dilettante che interpretò le antiche scritture sumere in modo molto personale. Sitchin, che però di archeologia aveva solo un’infarinatura essendo invece specializzato in economia inventò una sua teoria in cui sostiene che l’origine dell’uomo sia da attribuire alla presenza sulla Terra di un’antica civiltà extraterrestre proveniente proprio dal fantomatico pianeta Nibiru. La tesi è stata abbracciata da una parte della comunità ufologica e da gran parte dei cospirazionisti che hanno collocato le ricerche di Sitchin nell’ampio quadro che vede l’umanità controllata da oscure forze di varia natura.
Sitchin, studiando gli antichi testi, si convinse dell’esistenza di Nibiru ch,e secondo la sua ricostruzione, attraversò il sistema solare in un’epoca compresa tra i 65 milioni e i 4 miliardi di anni fa. Il grande pianeta Nibiru attraversò il piano dell’eclittica del nostro sistema solare assieme a una piccola stella, Nemesis, destabilizzando durante il passaggio un altro pianeta, Tiamat, che, secondo Sitchin, era un piabeta ricco di vegetazione e ricoperto di oceani. Il passaggio del pianeta Nibiru e di Nemesis portò Tiamat stesso a collidere con Nibiru. I resti di Tiamat diedero vita alla fascia asteroidale e alla coppia Terra – Luna.
Questa tesi non è mai stata confermata dalla comunità scientifica e mai nessun archeologo è arrivato alle stesse conclusioni di Sitchin.
Il nome Nibiru deriva dalla lingua accadica e significa punto di attraversamento. Nibiru, per gli antichi popoli mesopotamici era il corpo celeste associato al dio Marduk. L’assiriologo Immanuel Freedman, fa notare che i testi cuneiformi a noi pervenuti mostrano che il nome Nebiru poteva essere assegnato ad ogni oggetto astronomico visibile che contrassegnasse la posizione dell’equinozio.
Nella maggior parte dei testi babilonesi il pianeta Nibiru è associato al pianeta Giove (tranne nella tavoletta n. 5 dell’Enûma Eliš in cui potrebbe essere la Stella Polare), la cui posizione apparente dalla Terra a quel tempo non era quella di oggi a causa della precessione degli equinozi e degli altri movimenti come la nutazione dell’asse terrestre.
Per misurare la precessione degli equinozi, tra gli antichi Sumeri e in Babilonia, la volta celeste sarebbe stata divisa in 7 spicchi, ciascuno dedicato a uno dei 7 maggiori Anunnaki, le sette divinità maggiori che dispongono dei destini dei vivi e dei morti. Ogni spicchio misura misura circa 50 gradi sull’equatore celeste. Con la precessione, l’equinozio di primavera si sposta nel corso dei secoli lungo l’eclittica, attraversando via via i vari spicchi in cui era suddiviso il cielo. Il passaggio del punto equinoziale da uno spicchio all’altro determinava l’attraversamento di una fascia di confine di circa 1,5 gradi, corrispondente a circa 3 volte il diametro apparente della Terra proiettata sulla Luna durante un’eclissi. Tale fascia di attraversamento era Nibiru, nella quale la sovranità del cielo non apparteneva ad alcun Anunnaki particolare, e dunque gli dei potevano scendere sulla Terra. Ogni 3600 anni si ripete il passaggio tra uno spicchio di cielo e l’altro, e si ha quindi il ritorno di Nibiru.
Come detto, le teorie di Sitchin sono state smentite sia dal punto di vista filologico che interpretativo della lingua sumera, sia per ciò che concerne la totale mancanza di basi scientifiche della sua teoria, un pianeta delle dimensioni descritte da Sitchin non sarebbe passato certamente inosservato, nemmeno se fosse stato composto da materia oscura, ma sarebbe stato visibile a occhio nudo come lo sono i giganti del sistema solare Giove e Saturno e con la sua massa avrebbe influenzato le orbite degli altri pianeti. Per alcuni, Lieder in testa, Nibiru potrebbe essere il Pianeta X cercato inutilmente da tantissimi astronomi nel tentativo di spiegare le presunte discrepanze tra le orbite di Urano e Nettuno, discrepanze inesistenti come poi dimostrò nel 1992 Myles Standish.
Altri identificano Nibiru come la stella Nemesis, un’ipotetica compagna oscura del nostro Sole. Tale ipotesi, proposta da Richard A. Muller, voleva spiegare le cicliche estinzioni di massa avvenute sulla Terra. Per Muller, la piccola stella oscura perturberebbe la nube di Oort con cadenza regolare causando l’ingresso nel sistema solare interno di sciami di comete che porterebbero morte e distruzione. L’esistenza di Nemesis però non viene accettata dalla comunità scientifica, la stella, ammesso esistesse, dovrebbe, infatti, avere un’orbita molto più ampia di quella proposta per Nibiru, tanto da non essere in grado di influenzare il sistema solare interno.
Intanto, l’ipotesi delle estinzioni di massa cicliche è stata smentita. Il nostro pianeta ha si conosciuto almeno cinque estinzioni di massa durante la sua esistenza ma questi episodi sono tutt’altro che ciclici, essendosi verificati con intervalli di tempo molto diversi tra loro. C’è anche da aggiungere che, con le ultime scoperte in campo geologico e paleontologico, va prendendo piede l’ipotesi che non siano stati unicamente gli asteroidi a provocare le principali estinzioni ma un insieme di cause, tra le quali sembra avere sempre più importanza il vulcanismo, come nel caso dell’estinzione dei grandi sauri 76 milioni di anni fa.
Insomma, Nibiru, se esistesse, dovremmo averlo già individuato, tanto più se stesse scorazzando nel sistema solare perturbando le orbite dei pianeti. Nibiru è solo una leggenda della mitologia complottista e ufologica moderna, utile solo a chi ci scrive sopra libri con previsioni apocalittiche e pubblica articoli o tiene conferenze su antichi astronauti guadagnandoci denaro alle spalle dei creduloni.