By Helen Briggs BBC Environment correspondent
26 May 2020
tradotto e adattato da Giampiero Muzi
Gli scienziati sostengono che oltre 50 miliardi di anni di storia evoluzionistica cumulativa potrebbero andare perduti a causa della pressione dell’uomo sulla natura.
Sulla Terra “misteriosi e meravigliosi” animali diversi tra loro stanno silenziosamente scivolando verso l’estinzione. E grandi regioni con le più vaste quantità di unica biodiversità stanno fronteggiando una pressione umana senza precedenti. Tra queste i Caraibi, la catena montuosa dei Western Ghats in India e numerose zone del sudest asiatico. Lo studio pubblicato su Nature Communications, mette in evidenza le specie più a rischio estinzione ed è basato sulla loro unicità evoluzionistica.
“Queste specie sono misteriose, meravigliose e uniche sulla Terra“, ha detto Rikki Gumbs per lo EDGE of Existence programme della Società Zoologica Londinese (ZSL) e l’Imperial College London, unite da un’iniziativa per la conservazione delle specie in via di estinzione.
Secondo lo studioso, le analisi rivelano che “andremo a fronteggiare un’inimmaginabile perdita se non lavoreremo più duramente per conservare la biodiversità globale”.
I ricercatori hanno calcolato l’ammontare della storia evoluzionistica – come rami dell’albero della vita – che sono correntemente minacciati di estinzione, utilizzando proprio questo dato di rischio per più di 25.000 specie. Con questo metodo hanno trovato un patrimonio evoluzionistico prodotto in 50 miliardi di anni almeno, realmente sotto minaccia a causa dell’impatto degli esseri umani, dovuto soprattutto a sviluppo urbano, deforestazione e costruzione di strade.
Il ricercatore ha specificato che i numeri sono davvero molto grandi, perché le specie si evolvono in modo parallelo; solo per i rettili parliamo di una storia di 13 miliardi di anni (quasi l’età dell’Universo). Rikki Gumbs dice che “l’albero della vita è davvero molto vasto e l’estinzione così diffusa che quando inizi ad aggiungere tutti questi numeri alla fine raggiungi l’incomprensibile cifra di 50 miliardi di anni”.
Tra gli animali a rischio ci sono i tapiri e i pangolini, che hanno un’antica discendenza e sono cambiati molto poco nel corso del tempo; ma anche affascinanti e minuscoli rettili, dalle lucertole senza zampe ai piccoli serpenti ciechi. Molti compiono molte funzioni vitali negli habitat dove vivono. Per esempio, i tapiri dell’Amazzonia disperdono i semi mediante le loro feci, aiutando così la riproduzione delle specie vegetali della foresta pluviale. Gli stessi pangolini – specialisti nel nutrirsi di formiche e insetti – giocano un ruolo essenziale nell’equilibrio della catena alimentare.
Il co-ricercatore James Rosindell, dell’ateneo londinese, ha dichiarato che queste scoperte evidenziano l’importanza di agire urgentemente per preservare queste straordinarie specie e quanto resta dei loro habitat naturali, “a fronte di un’intensa pressione antropica”.
I nuovi obiettivi per la protezione della natura saranno presto decisi nel corso della Conferenza per la Biodiversità delle Nazioni Unite, evento rinviato a causa della pandemia di Covid-19.
Il 2020 rischia di essere un anno cruciale per la conservazione delle specie in via di estinzione; i gruppi di ricerca sostengono che la pandemia ha interrotto diversi lavori e finanziamenti, con preoccupanti ripercussioni per gli anni a venire.
Ma quanto accaduto potrà anche essere un’occasione per più forti azioni volte alla protezione della natura.
Nel 2019, un gruppo intergovernativo di scienziati ha avvisato che è di un milione il numero di animali e piante attualmente minacciate dall’estinzione.
Fonte: https://www.bbc.com/news/science-environment-52808103