Ad occhio nudo, se scrutiamo il cielo, possiamo vedere soltanto qualche centinaia di stelle tutte appartenenti alla nostra galassia, la Via Lattea, e soltanto per i più esperti che sanno dove guardare qualche flebile traccia di altre stelle o galassie.
Utilizzando i telescopi la superficie osservabile del nostro universo è molto più vasta, ma anche essa ha un limite, quello sancito dalla superficie dell’ultima diffusione.
Questa superficie si trova nel nostro passato a circa 13,8 miliardi di anni da noi, ma è anche nello spazio a 13,8 miliardi di anni luce di distanza (in realtà la distanza è molto più grande perché da quando la luce si è manifestata ed ha iniziato il suo viaggio verso di noi, l’universo ha continuato ad espandersi ed i fisici calcolano la distanza spaziale attuale intorno ai 46 miliardi di anni luce).
Prima di 13,8 miliardi di anni fa, l’universo era troppo denso e quindi la luce di fatto “bloccata”. Questo limite costituisce per noi il confine dell’universo visibile.
Non possiamo vedere oltre. Non dalla Terra almeno.
Si tratta del nostro orizzonte cosmico. Ma cosa succede se osserviamo l’universo da un’altro luogo? Magari da un pianeta di un’altra galassia?
Immaginiamo di essere alla deriva su una scialuppa nell’oceano. A distanza vediamo l’orizzonte marino, il limite estremo della nostra visuale, se vi guardate intorno vedete che forma un cerchio con al centro voi.
Siete nel centro dell’oceano? Ovviamente no, siete nel centro della parte che potete vedere di esso. Non potete vedere oltre l’orizzonte ma ciò ovviamente non significa che oltre non ci sia niente.
Adesso immaginiamo che ci sia un’altra persona alla deriva su un’altra scialuppa. Anche quest’altro naufrago avrebbe un’orizzonte, un limite alla sua visuale. Se fosse abbastanza vicino a voi, magari potreste vederlo e quindi i due “spazi visibili” incrociarsi e sovrapporsi parzialmente. Sicuramente però questa seconda persona potrebbe osservare zone a voi precluse.
Inoltre questo secondo naufrago potrebbe essere più distante tanto da non essere visibile da voi, ma alcune zone dei due “cerchi” che costituiscono i rispettivi campi visibili potrebbero sovrapporsi.
Esiste anche la possibilità inoltre che sia talmente lontano che i due cerchi che rappresentano i rispettivi campi visibili non si sfiorino neppure.
Nello spazio è la stessa cosa.
Un ipotetico osservatore collocato su un pianeta distante migliaia di anni luce da noi avrebbe un suo orizzonte cosmico anch’esso di 13,8 miliardi di anni, perchè non vi è alcuna ragione che l’Universo sia più giovane o più vecchio a seconda del punto dal quale lo osserviamo.
Un eventuale universo visibile cosi lontano da non avere parti in comune con il nostro dovrebbe essere molto simile (non identico) al nostro ed obbedire alle stesse leggi della fisica.
Se fossimo in grado di riavvolgere il tempo dovremmo quindi trovare anche li un Big Bang, in una simile concezione dell’universo non esiste niente che ne sia il centro.