Si avvia il nuovo progetto che prevede la creazione di moduli abitativi lunari progettati per la futura stazione spaziale che orbiterà intorno alla Luna, e più avanti se tutto andrà come è stato deciso, ci sarà la possibilità di realizzare un lander e delle basi lunari.
Tra i paesi che stanno avviando l’iniziativa figura l’Italia, che si sta preparando alla nuova corsa, e lo fa proponendo un ruolo di primo livello, sia per quanto riguarda l’ambito dell’Agenzia Spaziale Europea, la ESA, con la costruzione di I-Hab (International Habitation Module), ossia un modulo abitativo progettato per gli astronauti che vivranno nell’orbita lunare e che lavoreranno sulla stazione spaziale Gateway, che con la partecipazione al programma Artemis della Nasa.
Riccardo Fracasso, sottosegretario alla presidenza del consiglio ha dichiarato di aver firmato un accordo attuativo insieme agli Stati Uniti, in cui si annuncia che l’Italia si occuperà della progettazione dei moduli abitativi creati appositamente per la stazione spaziale, che resterà in orbita attorno alla Luna. Inoltre, è anche in progetto di realizzare una navicella di allunaggio.
Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia ha di recente dichiarato che: “Noi speriamo di poter concludere gli accordi entro quest’anno”. Inoltre, ha annunciato che nei prossimi mesi potrebbero essere firmati gli accordi attuativi del programma Artemis.
I moduli abitativi spaziali italiani
Giorgio Saccoccia, ha aggiunto: “I moduli abitativi, gli Space Home, nome utilizzato già da tempo dall’industria e che vorrebbe evocare l’idea di una casa spaziale, sono stati progettati appunto per darci la possibilità di offrirci come partner chiave per la realizzazione dell’impresa”.
Inoltre, Saccoccia ha precisato: “Ora vorremmo utilizzare al meglio le nostre risorse, partendo dal modulo I-Hab, che l’industria italiana si è assicurata con l’ESA durante la conferenza ministeriale di Siviglia, e poi con le opportunità offerte per la costruzione di altri elementi della stazione orbitale lunare”.
Un altro obiettivo che l’Italia si pone, che al momento e ancora oggetto di gara, è quello di realizzare un modulo abitativo del Lunar Lander, ossia il veicolo che servirà in futuro per poter scendere sul suolo lunare.
A breve è previsto che il programma Artemis passerà per un’ulteriore passaggio intergovernativo, attraverso l’adesione a “Artemis Accords” da parte di tutti i paesi che vorranno entrare a far parte dell’iniziativa.
Il presidente dell’agenzia in Italia ha spiegato: “Il nostro paese punta a capitalizzare al meglio le capacità sviluppate nei decenni passati”. Le parole usate dal presidente sono rivolte alla realizzazione dei moduli pressurizzati per la Stazione Spaziale Internazionale, progetto creato dall’accordo bilaterale firmato con la Nasa nel 1997, che ha portato l’Italia a realizzare oltre il 50% della stazione orbitale, dai moduli abitativi ai nodi, fino alla Cupola.
Non solo, anche il modulo pressurizzato di Cygnus, il cargo della Nasa che consegna materiali e rifornimenti alla Stazione Spaziale è stato realizzato in Italia. Insomma, un enorme contributo per quanto riguarda le missioni spaziali.
Giorgio Saccoccia ha spiegato: “Esistono anche altri elementi sotto studio che fanno parte dell’accordo Artemis, un contributo alle comunicazioni fra la Luna, la stazione Gateway e la Terra. Si tratta di un’architettura molto complessa, un progetto in cui dovremo vedere che cosa possiamo offrire per riuscire a servire in maniera ottimale questa necessità”.
L’Italia sicuramente è in grado di fornire delle opportunità valide a livello di tecnologie specifiche, relative anche alle ricerche scientifiche sulla superficie lunare. Saccoccia in merito ha chiarito: “In questo campo abbiamo delle capacità che sono state ampiamente dimostrate per le missioni spaziali, come ad esempio per le trivelle, come quella destinata a ExoMars 2022 e realizzata da Leonardo, e i radar in grado di esplorare il sottosuolo, come il Marsis che ha scoperto una rete di laghi nel sottosuolo marziano”.