Jonathan Galindo: l’uomo nero di Tik Tok

Johnatan Galindo è un meme nato nelle lande di 4chan e diffuso tra il giovanissimo e impressionabile pubblico di TikTok da gente dal dubbio umorismo che veniva chiamata griefer. 4chan è un sito web imageboard in lingua inglese fondato da Christopher Poole nel 2003, sul modello del sito web imageboard giapponese 2channel.

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Jonathan Galindo sarebbe capace di perpetrare la Blue Whale Challenge, che dal 2017 si diffuse rapidissima su Internet. La Blue Whale Challenge sarebbe una sfida virtuale in cui dei non meglio identificati personaggi spingevano giovani e giovanissimi ad una serie di giochi assurdi fino a spingerli al suicidio.
Partiamo da una considerazione fondamentale: Johnatan Galindo non è una persona reale. Allora cos’è?
Johnatan Galindo è un meme nato nelle lande di 4chan e diffuso tra il giovanissimo e impressionabile pubblico di TikTok da gente dal dubbio umorismo che veniva chiamata griefer. 4chan è un sito web imageboard in lingua inglese fondato da Christopher Poole nel 2003, sul modello del sito web imageboard giapponese 2channel. Gli utenti, in genere, pubblicano i loro contenuti in forma anonima e il sito è stato associato a diverse subculture internet, in particolare ad Anonymous, ad Alt-Right, e al progetto Chanology.
Il griefer, termine rubato al mondo dei videogiochi, trae piacere non dal divertirsi in un gioco, ma rovinando l’esperienza di gioco a tutti, nel mondo delle bufale il griefer è qualcuno che gode nel creare bufale che danneggino, impauriscono o causino danni materiali o morali a chi le prende sul serio.
Gianmarco Zagato, YouTuber e ricercatore dell’horror, cercando le immagini di Jonathan Gelindo su Google images ha scoperto una serie di profili usa e getta creati per impressionare il pubblico dei vari social. Zagato ha scoperto che le foto che ritraggono Gelindo riportano all’incolpevole Samuel Catnipnik che nel 2010 che aveva realizzato la maschera del personaggio. Nel 2012-2013 la stessa maschera compare in alcuni video sessualmente espliciti di un artista e videomaker americano che sui social si identifica come Dusky Sam, Sammy Catnipnik o Samuel Canini.
A partire dal 2017 le immagini di questo personaggio che ricorda “Pippo” si sono trasformate in quelle di Jonathan Galindo che deve il successo al social Tik tok e all’utente registrato nell’autunno 2019 come jonathangalindo54. Da allora, gli account con nomi simili si sono moltiplicati. Il successo diventa mondiale quando un influencer messicano di nome Carlos Name, e circa 1.700.000 followers su Instagram, rilancia la storia del “Pippo umano”, raccontando di averlo visto appostato fuori da casa sua, di notte.
Sembra che Jonathan Galindo sia passato da semplice “meme” a leggenda metropolitana: un personaggio disturbato con una maschera che nasconde una deformità fisica. Comunicare con lui sarebbe fatale, Gelindo manderebbe dei video inquietanti, corredate da foto della casa della vittima ripresa dall’esterno grazie a doti di persecutore in grado di scoprire ogni cosa degli utenti.
Tutto questo è dunque solo una gigantesca bufala? Zagato da parte sua non ha dubbi: Secondo me sì. E’ una completa follia, una storia creata per parlare di qualcosa, ma dietro non c’è niente di niente. La cosa più brutta, secondo me, è che tutte queste storie comincino come presa in giro, tanto per parlare di una notizia, per fare un po’ di gossip e poi si sviluppano veramente e qualcuno si fa male. Queste storie nascono su Internet e muoiono quando la gente se le dimentica.
Intanto un ragazzino di 11 anni si è tolto la vita nel centro di Napoli lanciandosi dal balcone di casa. Il piccolo avrebbe lascito nel cellulare e nel tablet pochi messaggi: “vi amo”, aggiungendo di avere di fronte un “uomo incappucciato” e di non avere “più tempo”. La Procura, come da prassi, indaga con l’ipotesi di istigazione al suicidio.
Queste frasi sembrano richiamare l’allarmante fenomeno delle catene social che si trasformano in vere e proprie spirali coinvolgendo i giovanissimi in sfide ad altissimo rischio. Per ora si tratta di una ipotesi ancora in corso di verifica, ma l’uomo nero, potrebbe essere proprio Jonathan Galindo. L’ipotesi è che l’undicenne sia caduto nella trappola del gioco ‘Jonathan Galindo’, in cui un uomo col cappuccio nero, dopo aver agganciato i piccoli sui social, li trascina in sfide e prove fino a causarne la morte, un po’ come succedeva qualche anno fa con il tragico “Black out game“.
La Polizia Postale aveva messo in guardia dalla possibilità che adolescenti e bambini potessero essere contattati da questo profilo fake. Ma chi si nasconde dietro l’account di Jonathan Galindo? Per ora non ci sono prove sull’esistenza di una persona fisica dietro Jonathan Gelindo. Tuttavia sarebbero questo tipo di “giochi” ad attrarre grazie all’alone di mistero che le avvolge.
Massimo Polidoro, segretario nazionale del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), sostiene tuttavia che legare la morte del bimbo ad una challenge mortale si tratti di una fake news, e che non ci sia alcuna prova della relazione tra questo specifico gioco e l’istigazione al suicidio che avrebbe scatenato in questo e altri casi.
Fonte: https://www.bufale.net/la-storia-completa-di-jonathan-galindo-chi-e-il-momo-che-sta-riportando-il-blue-whale-in-italia/
Fonte: https://www.today.it/attualita/jonathan-galindo.html
Fonte: https://www.today.it/attualita/jonathan-galindo.html