Il 23 ottobre del 1469, a Valladolid, si celebrò uno dei matrimoni più famosi della storia per gli interessi politico-economico in gioco: quello tra i due eredi delle due più importanti corone di Spagna: Isabella di Castiglia (1451-1504) e Ferdinando di Aragona (1452-1516). Questo avvenimento sancì l’unione personale tra i due regni, che tuttavia si fonderanno soltanto nel 1516 con Carlo V d’Asburgo (1500-1558).
Isabella e Ferdinando sono i primi monarchi a ricevere l’appellativo onorifico di “maestà cattoliche”, tuttora riservato ai re di Spagna. Il titolo “Re cattolici” gli venne attribuito da Papa Alessandro VI, in riconoscimento del loro impegno nel difendere la fede cattolica all’interno dei propri regni.
Il loro regno congiunto vedrà una serie di eventi epocali: la riconquista di Granada (1492), i viaggi di Cristoforo Colombo, la riaffermazione dell’Inquisizione spagnola e l’espulsione di ebrei e musulmani che non si convertiranno alla fede cattolica. È in questo periodo che vengono poste le prime basi di una lunga dominazione spagnola in Europa e nel nuovo mondo.
La questione del matrimonio
Isabella era figlia di Giovanni II di Castiglia e di Isabella di Portogallo, nonché sorella del re di Castiglia Enrico IV. La ragazza nel 1469 aveva 18 anni e godeva di consistenti diritti sul trono di Castiglia. Ferdinando, di un anno più giovane, era figlio di Giovanni II di Aragona, ed erede al trono di Aragona.
Il riconoscimento di Isabella come erede al trono era stato fortemente voluto da una delle due fazioni della potente nobiltà castigliana, appoggiata dal primo ministro del re, il marchese di Villena, che attraverso questo matrimonio sperava di rafforzare la propria posizione.
La fazione rivale appoggiava invece la successione di Giovanna, figlia di Enrico IV, ma di legittimità incerta, che nel 1475 avrebbe sposato lo zio Alfonso V, re di Portogallo. La prima persona a non accettare questo matrimonio tuttavia era stato lo stesso Enrico IV, che nel 1469 diseredò Isabella in favore di sua figlia Giovanna, di cui giurò pubblicamente la legittimità, e che proclamò ufficialmente erede al trono. Quando nel 1474 Enrico IV morì, la Castiglia era più divisa che mai: da una parte c’erano i sostenitori di Isabella, supportati dal regno di Aragona, dall’altra quelli di Giovanna, supportati dal Portogallo.
La situazione sfociò in un guerra civile (1475-1479). I diritti di Isabella vennero definitivamente sanciti e riconosciuti nel 1479, con il Trattato di Alcaçovas. Nello stesso anno, dopo la morte di suo padre, Ferdinando saliva al trono di Aragona.
La Corona di Aragona
La Corona di Aragona esercitava il proprio dominio su importanti città mercantili sulla costa, come Barcellona e Valencia che erano popolate da una nobiltà impegnata commercialmente, in particolare a Catalogna.
L’espansione catalana era rivolta verso il Mediterraneo arrivando fino al Regno di Napoli. A metà del XV secolo la Corona di Aragona stava attraversando un certo declino da un punto di vista economico.
La corona di Castiglia
La corona di Castiglia era sicuramente la più estesa tra le due, i territori sotto il suo dominio erano frutto di una lunga espansione verso sud ai danni dei possedimenti musulmani (la cosiddetta reconquista). Quando salì al trono, nel 1454, il re Enrico IV (1425-1474) si ritrovò stati saldamente controllati dalla nobiltà, la cui economia si reggeva sul possedimento terriero.
La Spagna dei Re Cattolici
Nel 1479, per la prima volta nella storia, la corona di Castiglia e quella di Aragona erano politicamente unite, ma non per questo fuse tra loro. Entrambe le Corone, continuarono a mantenere una forte autonomia istituzionale almeno fino al XVIII secolo.
Nel 1480 i Re Cattolici tornarono ad occuparsi dell’ultima presenza musulmana nella penisola iberica: il prosperoso Emirato di Granada, che nel 1492 venne definitivamente conquistato ed annesso alla Corona di Castiglia. La fine della presenza musulmana in Spagna valse a Ferdinando ed Isabella il titolo onorifico di “Re Cattolici“, conferito da papa Innocenzo VIII e poi confermato da Alessandro VI.
Gli obiettivi espansionistici della corona si rivolsero in seguito verso il Nordafrica, con la conquista delle Canarie e la costruzione di una serie di fortezze presso Tripoli, Oran, Bugia e Mazalquivir. Contemporaneamente, sperando di aprire nuove rotte commerciali in occidente, i re Cattolici finanziarono il viaggio di Cristoforo Colombo nel 1492.
Politica e religione
I re cattolici tentarono di centralizzare il proprio potere politico riducendo il potere delle cortes, ripristinando il tribunale dell’Inquisizione spagnola con inquisitori scelti dalla corona (1478), e riformando il clero. Per affermare la propria identità cattolica, i monarchi si impegnarono all’evangelizzazione dei propri nuovi territori in particolare Granada, le Canarie e le Americhe. Decretarono inoltre l’espulsione degli ebrei (1492) e dei musulmani (1502) che rifiutavano la conversione al cristianesimo.
Per contrastare l’influenza francese in Italia, si allearono con gli Asburgo, con il papa, con Venezia, Genova, Milano e con l’Inghilterra, nella Lega Santa (1495). Attraverso una serie di campagne in Italia, il controllo della corona di Aragona sul Regno di Napoli venne rinforzato.
Una Spagna davvero unita?
Vennero decretati i diritti e le competenze di Ferdinando ed Isabella, e la sostanziale equivalenza politica dei due regni, tutto attraverso il concordato di Segovia (1475). Alla morte di Isabella (1504), Ferdinando ottenne la reggenza di Castiglia in nome dell’erede al trono, sua figlia Giovanna di Castiglia (1479-1555), detta la Pazza.
Allontanato in occasione del matrimonio di lei con Filippo il Bello, Ferdinando tornò a governare la Castiglia alla morte di costui nel 1507, per conto del nipote Carlo I, in seguito l’imperatore Carlo V (1500-1558).
Dopo la morte di Isabella, Ferdinando riuscì ad annettere ai propri domini anche il regno di Navarra situato all’estremo nordest della penisola iberica, sposando in seconde nozze Germana de Foix (1505).
Alla morte di Ferdinando, suo nipote Carlo V eredita un complesso agglomerato di territori che per secoli sarebbe stato soggetto alla monarchia: i regni di Castiglia e di Aragona (comprese la Catalogna, Valencia e le Isole Baleari), la Navarra fino ai Pirenei, e le Canarie. Inoltre c’erano i possedimenti in Italia (Napoli, Sicilia e Sardegna), nelle Americhe e nel Nordafrica.
Tutti questi complessi domini, tuttavia, restavano soggetti alle proprie leggi: per molto tempo ancora non ci fu una vera e propria fusione, cosa che avvenne solo con Carlo V, che unì tutto nella sua persona.