Nonostante l’allevamento di insetti utilizzati come mangime per il pollame non sia una novità, è anche vero che non si tratta di una metodologia altrettanto diffusa. Nella maggior parte dei Paesi, il concetto di azienda produttrice di mangimi a base di insetti è abbastanza innovativo.
L’azienda Goterra, fondata da Olympia Yarger, in questo senso è pioniera e la stessa Yarger commenta: “Goterra è una società nata per la produzione di mangimi a base di insetti. Abbiamo sede a Canberra, in Australia, e stiamo sviluppando pratiche di allevamento delle mosche nere soldato (BSF)”.
Non solo, la fondatrice è fortemente convinta che la sua azienda avrà un futuro promettente: “L’agricoltura australiana è innovativa e guarda avanti. Abbiamo avuto risposta molto positiva dai produttori primari australiani. C’è una relazione del lontano 2009 che ha mostrato il forte interesse per l’utilizzo degli insetti come mangime” .
Ma è andata realmente così? Il volume di affari effettivamente si è dimostrato importante, così come i costi per sostenerlo. L’aiuto è arrivato da una soluzione high-tech in cui gli insetti introdotti in capsule automatizzate gestite da robot, trasformano i rifiuti alimentari in alimenti per animali e fertilizzanti.
Il processo di elaborazione dei rifiuti alimentari è abbastanza semplice: questi vengono versati in appositi contenitori dove sono già presenti gli “insetti robot” che sono totalmente autonomi; si chiude il coperchio e si aspetta che i rifiuti vengano trasformati in concimi e fertilizzanti.
Le capsule automatizzate per la gestione dei rifiuti possono essere collocate ovunque vengano generati rifiuti alimentari in grandi volumi, restituendo valore alle comunità che gestiscono i rifiuti. Sono installati in fattorie, ristoranti, hotel, ospedali, supermercati, PMI e servono anche nei consigli comunali.
Grazie a questa innovazione targata Goterra, non solo si risolve il problema degli sprechi alimentari durante la creazione di alimenti per animali a basso costo, ma si affronta anche la piaga dell’inquinamento ambientale. A livello globale infatti, un terzo del cibo prodotto per il consumo umano, circa 1,3 miliardi di tonnellate, va sprecato. Rilascia una stima di 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 mentre si decompone in discarica.
Con l’utilizzo delle capsule automatizzate, il processo di inter-consumo è così rapido che impedisce il rilascio di quei gas, riducendo le emissioni di CO2 per ogni tonnellata di rifiuti alimentari del 98%.
Goterra potrebbe essere un genio in crescita della biotecnologia, ma la Yarger afferma che quest’anno ha dovuto superare diversi ostacoli: “Abbiamo avuto incendi boschivi intorno a Canberra, abbiamo avuto siccità, poi inondazioni e grandine, e ora abbiamo il Coronavirus“.
A Gennaio, le temperature hanno raggiunto i 40 gradi e gli incendi boschivi si sono scatenati vicino a Canberra: “Quel fumo è stato orribile. Vivere in quel livello di inquinamento per più di due mesi è stato emotivamente sfibrante per la squadra”, ha raccontato la Yarger.
“Stavamo cercando di mantenere in salute il personale e assicurarci che le persone non dovessero lavorare più a lungo del necessario, pur continuando a fare abbastanza. E poi è arrivata la pioggia e la grandine ha distrutto entrambi i tetti del nostro magazzino“. Continua l’imprenditrice.
Tutte queste difficoltà non hanno certo abbattuto la Yarger che anzi, rilancia la gestione dei rifiuti alimentari ad alta tecnologia ed è convinta che conquisterà tutto il mondo. Non solo, l’imprenditrice australiana prevede un futuro in cui il mondo intraprenderà azioni più incisive per cambiare la traiettoria del cambiamento climatico.