Il cielo ci ha sempre meravigliati con la sua gamma cromatica di colori, dal blu cobalto al rosso carmineo, ma non sorprenderà che questa bellezza è solo quella che riesce a catturare l’occhio umano. Grazie al telescopio eROSITA è stato possibile immortalare una miriade di dettagli della volta celeste, ottenendo delle immagini straordinarie.
eRosita, nel suo primo scan a bordo del satellite Spectrum-Roentgen-Gamma (Srg), ha ottenuto risultati sorprendenti che sono stati pubblicati dal Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics.
Peter Predehl, principal investigator di eRosita del Mpe, ha dichiarato: “Questa immagine di tutto il cielo cambia il modo in cui noi guardiamo ai fenomeni energetici nell’Universo. Vediamo una miriade di dettagli, la bellezza delle immagini è davvero incredibile”.
Per ottenere questo risultato sono stati elaborati circa165 GB di dati raccolti dalle 7 camere di cui eROSITA è equipaggiato: grazie a questo lavoro si è potuta osservare una visione del cielo quattro volte più profonda, con un numero importante di oggetti e oltre un milione di emittori in banda X. Kirpal Nandra, esperto del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics (MPE) di Garching, ha dichiarato alla Bbc: “Abbiamo praticamente raddoppiato le fonti conosciute in soli sei. I dati sono davvero sbalorditivi e penso che ciò che stiamo facendo rivoluzionerà l’astronomia dei raggi X”.
Nel dettaglio, il telescopio è riuscito a catturare le strutture del gas caldo presente nella Via Lattea e la presenza, al di fuori della nostra galassia, di molti nuclei galattici attivi (Agn), in prossimità dei quali stanno probabilmente crescendo dei buchi neri supermassicci, intervallati da ammassi di galassia.
Mara Salvato (Mpe), che è a capo delle attività di coordinamento delle osservazioni eROSITA con altri telescopi su tutto lo spettro elettromagnetico, ha commentato: “Aspettavamo con trepidazione la prima fotografia di tutto il cielo di eROSITA. Abbiamo bisogno di queste survey per identificare gli oggetti X e comprenderne la loro natura”.
La scansione è stata resa possibile grazie ad un lavoro della durata di sei mesi, durante i quali il telescopio spaziale ruotava costantemente per rappresentare la maggior parte del cielo. Ogni parte del cielo aveva un’esposizione da 150 a 200 secondi, consentendo una precisione di misurazione dei fotoni compresa tra il 2% e il 6%.
Tra tutti i dati raccolti, quello più significativo riguarda un oggetto molto vicino alla Terra in termini relativi e quindi una fonte molto luminosa di raggi X: è il bellissimo residuo della supernova Vela, una nuvola di polvere e gas lasciata dall’esplosione di una stella a 800 anni luce di distanza circa 12.000 anni fa.
Non mancano i progetti per il futuro, come ha spiegato Rashid Sunyaev, leader del team russo di Srg: “L’osservatorio Srg ha cominciato la sua seconda survey di tutto il cielo, che sarà completa alla fine di quest’anno. In tutto, nei prossimi tre anni e mezzo, prevediamo di ottenere sette altre mappe simili a quella vista in questa bellissima immagine. Combinate insieme, raggiungeranno una profondità cinque volte maggiore e saranno usati da astrofisici e cosmologi per decine di anni a venire”.