Il nostro Sole attraversa un ciclo di attività di 11 anni, durante il quale produce moltissimi brillamenti che “sporcano” la superficie con le cosiddette macchie solari. Da oltre due settimane il Sole compare agli osservatori privo di macchie, inducendo il sospetto che, forse, abbiamo raggiunto il fatidico minimo solare di questo ciclo. Per confermare questo sospetto, tuttavia, è necessario aspettare ancora circa tre mesi, perché il valore viene calcolato su un periodo di 12 mesi.
Le macchie solari sono regioni (relativamente) più fredde della superficie solare che all’osservazione appaiono come macchie scure. Sono modellate dall’attività magnetica, che i ricercatori ritengono si verifichi nelle profondità del Sole.
“Il ciclo di attività del Sole è qualcosa che è ben studiato, ma non ancora ben compreso. Anche a febbraio abbiamo avuto un mese intero senza macchie solari. In realtà, si tratta di un comportamento che ci aspettiamo dal Sole in questa fase del suo ciclo”. Così David Williams, uno ricercatore che si occupa delle operazioni strumentali per la missione dell’ESA Solar Orbiter.
In precedenza, i ricercatori avevano previsto la fine del ciclo solare nel periodo che andrà tra la metà del 2019 e la fine del 2020. Finora, il Sole non ha presentato macchie per 92 di 156 giorni quest’anno. Nel marzo 2018, ci sono stati 26 giorni in cui non sono apparse macchie solari. All’epoca, alcuni ricercatori suggerirono che si era già raggiunto il minimo solare, il che avrebbe comportato un ciclo insolitamente breve.
“Il ciclo solare che sta terminando adesso ha attirato molta attenzione perché il suo massimo è stato molto più debole rispetto ai precedenti sette (dal 1935), e il minimo sembrava stesse durando più a lungo del solito“, ha aggiunto il dott. Williams. “Questo periodo di tempo copre il periodo durante il quale abbiamo avuto un grande sviluppo tecnologico ed è iniziata l’era spaziale, un’epoca in cui abbiamo osservato con molta attenzione i fenomeni spaziali. Questo ciclo, però, sarebbe stato considerato abbastanza tipico nel periodo tra 1880 ed il1935.”
Raccogliere dati sul ciclo solare e sulle macchie solari è fondamentale per le nostre infrastrutture globali. Le macchie solari sono associate ai brillamenti solari e alle tempeste solari, che possono bombardare il nostro pianeta con ondate di particelle elettricamente cariche che possono danneggiare l’elettronica su cui si basa gran parte della nostra civiltà.
I ricercatori sperano di utilizzare uno degli strumenti a bordo del Solar Orbiter dell’ESA per sondare gli strati più profondi del Sole studiando la propagazione delle onde sonore al suo interno. La missione verrà lanciata nel prossimo febbraio, data che potrebbe coincidere con l’inizio del nuovo ciclo solare.
I cicli solare vengono misurati da minimo a minimo. Il Sole è attualmente nel suo 24esimo ciclo da quando è iniziata la registrazione su vasta scala delle macchie solari, nel 1755.
Fonte: Spaceweather