Gaio Mario nacque ad Arpinum nel 157 a.C. Nonostante non avesse origini aristocratiche, riuscì a a ottenere il consolato più di una volta (ben 7). Persona ingegnosa, dall’animo onesto e abile stratega militare, preferì il campo di battaglia a una tranquilla vita fatta di studi. Le prime importanti vittorie le ottenne in territorio africano nel 105 a.C. All’epoca Roma era impegnata contro Giugurta, sovrano di Numidia. Il conflitto stava andando per le lunghe e, ogni volta che si sentiva vicino alla sconfitta, Giugurta era solito andare a Roma per corrompere i più alti funzionari ottenendo vantaggi non di poco conto. Mario fu inviato in Africa in qualità di luogotenente del console che era alla guida dell’esercito.
Mario diventa console
Offeso dall’arroganza del console per cui lavorava, Gaio Mario decise di tornare a Roma candidandosi per il consolato e dare così una svolta alla sua vita. Egli voleva dimostrare a tutti le sue reali capacità. Appoggiato dalla plebe riuscì a vincere le elezioni e fu richiamato in Africa nella guerra contro Giugurta per terminare una volta per tutte il lungo conflitto. Mario ci riuscì: sconfisse il re rendendolo suo prigioniero. Tornato in patria, Mario fu accolto festosamente. In verità, il console fu aiutato nella sua battaglia contro Giugurta da un brillante giovane, suo luogotenente: Lucio Cornelio Silla.
Successivamente, Gaio Mario si dedicò a riformare minuziosamente l’esercito romano, a cominciare dalle legioni, l’elemento più importante dello stesso esercito. Tra le varie modifiche apportò un aumento di numero di legionari da 4.500 a 6.000. Ricordiamo, inoltre, la divisione in 10 coorti, composte ognuna da da 600 elementi. Mario, inoltre, divise ogni coorte in tre manipoli, a loro volta formati ognuno da due centurie. Modifica più importante fu, tuttavia, l’accesso all’esercito anche nei confronti dei nullatenenti, con tanto di retribuzione. Inizialmente, il soldato era infatti una figura eroica che andava a combattere per il bene di Roma e poi tornare in patria senza ricevere alcun pagamento. Il compenso, in realtà c’era, ma era qualcosa di astratto: l’orgoglio di essere tornato a vincitore e di aver protetto la città.
Mario si inimica il popolo
Dopo diverse campagne militari (in primis quelle contro i Cimbri e i Teutoni), Gaio Mario iniziò a inimicarsi il popolo. Tutto iniziò con la repressione di una rivotla da parte di un certo Saturnino. Quest’ultimo era tornato a essere tribuno della plebe durante il sesto consolato di Mario. La rivolta nacque a causa della bocciatura da parte del senato di una proposta di legge che voleva concedere le terre ai soldati che avevano servito Mario, i veterani. Mario, in qualità di console in carica, non ebbe altra scelta se non quella di smorzare gli animi, anche con la forza. Questo, nonostante il nostro uomo fosse sempre stato un politico molto vicino ai bisogni del popolo. In seguito, Mario decise di lasciare la sua pregevole posizione politica e di partire alla volta dell’Oriente. Mario divenne console per l’ultima volta nel 86 a.C. ma morì durante il primo mese del suo nuovo mandato all’età di 71 anni.
Fonti: https://www.romanoimpero.com/2010/03/gaio-mario.html