Linda Cortile è una giovane che risiede a Manhattan con la sua famiglia. Nell’aprile del 1989 contatta Budd Hopkins (tra i più rinomati studiosi di abduction esistenti) perché sospetta di aver subito una abduction all’età di vent’anni e con il passare del tempo i sospetti diventano sempre più forti.
Nel novembre dello stesso anno Linda Cortile si convince definitivamente di aver subito l’ennesima abduction.
La storia del rapimento
Erano circa le 03,15 del mattino del 30 novembre di 30 anni fa, quando la signora Linda Cortile (pseudonimo di Linda Napolitano) si svegliò improvvisamente nel suo letto accanto al marito, scoprendo con orrore di essere completamente paralizzata e di essere in grado di muovere soltanto gli occhi.
Riusci cosi a vedere tre esseri antropomorfi di piccola statura di colore grigiastro con la testa sproporzionata rispetto al corpo. I tre misteriosi esseri entrarono nella stanza fluttuando, si avvicinarono a Linda e dopo averla toccata anche lei si mise a fluttuare nella stanza in posizione fetale. Linda venne cosi trasportata fuori dalla stanza attraverso la finestra chiusa al dodicesimo piano del palazzo.
Linda ricorda di essersi ritrovata sospesa in aria a diverse decine di metri di altezza all’interno di un fascio di luce blu e di essere stata risucchiata all’interno di una sorta di un oggetto volante insieme ai suoi rapitori.
Il racconto della Cortile, nonostante l’impossibilità di compiere movimenti che avrebbe potuto procurare panico, pare lucido e prosegue: ricorda di essersi ritrovata distesa, supina e completamente nuda sopra una specie di tavolo con una potente luce che la accecava. Attorno poteva distinguere alcune creature dello stesso tipo di quelle che l’avevano rapita che ora armeggiavano con strane apparecchiature. Una delle creature iniziò a trapanarle una narice, Linda perse i sensi dal forte dolore.
Al risveglio Linda si ritrovò di nuovo nel suo letto, accanto al marito e nuovamente padrona del proprio corpo. Scopri però con orrore, una volta in piedi, che sia i figli che il marito non sembravano dare segni di vita, completamente immobilizzati. Spaventata a morte la Cortile corse in bagno a prendere uno specchietto e lo mise davanti alle narici dei figli e del marito: notò con gioia che questi avevano ripreso a respirare perfettamente.
Questa è la vicenda che Linda Cortile avrebbe raccontato la mattina seguente all’ufologo Bud Hopkins che iniziò le indagini su quanto successo.
Hopkins, dopo circa un anno, ricevette una lettera, due guardie del corpo, Dan e Richard, sostenevano di essere rimasti, la notte bloccati con la macchina in panne nei pressi di un palazzo all’altezza del ponte di Brooklyn e di aver assistito esterrefatti al rapimento di una donna da parte di creature non identificate.
Le due guardie non erano sole ma sembra che nell’auto ci fosse niente di meno che l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite Perez De Cuellar che, però, al contrario degli uomini che lo scortavano, avrebbe in seguito preferito rimanere nell’anonimato.
Bud Hopkins collega quanto narrato dagli agenti al rapimento della Cortile.
Il racconto dei due uomini
I due uomini raccontarono, in una lettera ad Hopkins, di essere usciti dall’auto e di aver visto arrivare uno strano oggetto volante che si posizionò all’altezza del dodicesimo piano di un palazzo. Videro l’Oggetto emettere un fascio di luce bluastra e videro una figura femminile in posizione fetale all’interno del raggio circondata da tre figure antropomorfe, il quartetto entrò dentro l’oggetto volante che improvvisamente assunse un colore rosso acceso e ripartì a gran velocità per poi inabissarsi nelle acque dell’East River.
Altri testimoni
Il ricercatore non aveva in mano solo una strampalata storia per certi versi simile ad altre storie di abduction, aveva anche dei testimoni.
Con il passare degli anni oltre alle due guardie vennero individuati altri testimoni oculari per un totale di 24. Testimoni che, come i due agenti di sicurezza si erano trovati bloccati nelle vicinanze del ponte di Brooklyn tanto da causare un ingorgo.
Come raccontato dal ricercatore i primi testimoni sono i due agenti che raccontano l’accaduto restando anonimi dopo oltre un anno, 15 mesi per la precisione. Gli altri testimoni vengono allo scoperto successivamente e sono decine.
Come mai nessuno di loro ha denunciato il caso prima?
In casi del genere, con astronavi aliene e piccoli esseri talla testa sproporzionata ci si dovrebbe aspettare una certa reticenza per paura di essere presi per pazzi, visionari, malati mentali.
Ma se cosi fosse e tutti tacessero non esisterebbe l’ufologia, i casi di avvistamento e le storie di abducion sarebbero un numero molto limitato o addirittura inesistenti.
Possibile che nessuno si sia subito fatto avanti? Possibile che nessuno si sia lasciato sfuggire anche solo una frase con un amico, un familiare? La notizia avrebbe fatto gola a molti e lo affermiamo con sicurezza vista quanta attenzione mediatica catturano oggi fatti del genere.
Tanto per raffreddare gli entusiasmi sulla storia, che da tanti ufologi e appassionati viene ancora tenuta in grande considerazione, i presunti testimoni sono rimasti anonimi, tutti.
Possibile che questi alieni commettano un errore del genere mostrandosi a centinaia di potenziali testimoni?
Hopkins ha una sua teoria: volevano mostrare la loro presenza a un esponente dell’ONU. Peccato che l’esponente dell’ONU poi identificato in Perez De Quellar abbia con ironia smentito tutto.
Gli episodi di abduction sono singolari: alieni tecnologicamente avanzati, in grado di manipolare la materia, cancellare i ricordi, attraversare muri e finestre, lasciano vaghi ricordi e soprattutto cicatrici rivelatorie di operazioni chirurgiche.
Ormai la storia non si regge in piedi e Hopkins tenta il tutto per tutto per rafforzarla: un’altra rapita avrebbe riconosciuto Linda Cortile e molti altri rapiti all’interno dell’oggetto volante.
Un vero colpo di grazia all’intelligenza umana.
Sipario.
Fonti: elzeviro.eu