venerdì, Novembre 22, 2024
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Collisioni galattiche risveglieranno Sagittarius A*

Le collisioni galattiche non sono impatti veri e propri e il nostro sistema solare non subirà gravi conseguenze dall'impatto tra le due galassie. I nostri discendenti, semmai ce ne saranno, potranno assistere allo spettacolare risveglio del buco nero supermassivo presente al centro della Via Lattea

L’universo è in continua evoluzione e spesso attraverso eventi violenti come le collisioni galattiche che portano alla nascita di nuove gigantesche galassie a partire dalla fusione di oggetti più piccoli. Anche la Via Lattea, la nostra galassia, ha subito collisioni in passato e ne subirà in futuro quando si scontrerà con la Grande Nube di Magellano.

Ad affermarlo Carlos Frenk, Direttore dell’Istituto di Cosmologia Computazionale dell’Università di Durham. 

Tuttavia, le collisioni galattiche non sono impatti veri e propri e il nostro sistema solare non subirà gravi conseguenze durante l’evento. I nostri discendenti, sostiene Frenk, semmai ce ne saranno, potranno assistere allo spettacolare risveglio del buco nero supermassivo presente al centro della Via Lattea, il mostruoso Sagittarius A *, che emetterà getti di radiazioni energetiche molto luminose.

Strudiando il passato della Via Lattea, gli astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center For Astrophysics hanno prodotto uno studio che ha concluso che tra i sei e i dieci miliardi di anni fa la nostra galassia si è fusa con una massiccia galassia nana contenente circa uno a dieci miliardi di masse solari. 

Lo studio ha concluso che la collisione potrebbe aver prodotto la diversità chimica che oggi rileviamo nell’alone della Via Lattea L’autore principale dello studio Azadeth Fattahi con alcuni colleghi, hanno analizzato simulazioni di collisioni galattiche, in particolare hanno studiato la storia degli aloni delle galassie mentre si sono evoluti a seguito di un evento di fusione.

Future collisioni galattiche

In futuro, secondo l’astrofisico Marius Cautun dell’Institute for Computational Cosmology e della Durham University, la collisione tra la nostra galassia e la Grande Nube di Magellano risveglierà il buco nero al centro della Via Lattea trasformandolo in un “nucleo galattico attivo” o “quasar”. Lo studio prevede la collisione della nostra galassia con la Grande Nube di Magellano tra due miliardi di anni circa.

Secondo James Guillochon, astrofisico del CfA, dopo che un buco nero distrugge una stella, ne spara dei frammenti delle dimensioni di un pianeta a una velocità di circa 32 milioni di km / h. Un frammento scagliato a quella velocità impiegherebbe circa un milione di anni per raggiungere la Terra.

Il fenomeno, secondo quanto riferito da Cautun genererà getti di radiazioni ad alta energia. Esiste una piccola possibilità che potremmo non uscire indenni dalla collisione che potrebbe espellerci dalla Via Lattea nello spazio intergalattico.

Lo scontro potrebbe risvegliare Sagittarius A che inizierebbe a divorare materia diventando dieci volte più massiccio. Tuttavia è improbabile che le radiazioni emesse dal nucleo della Via Lattea abbiano effetti negativi sulla vita eventualmente ancora presente sulla Terra.

Nel 2019 l’astrofisico dell’UCLA Tuan Do, vicedirettore del Galactic Center Group, ha riferito che nello spazio di due ore, la luminosità del buco nero al centro della nostra galassia, di solito un oggetto tranquillo posto a circa venticinquemila anni luce dalla Terra, è cresciuta di 75 volte: l’aumento di luminosità più grande da quando gli scienziati hanno iniziato a studiarlo per la prima volta più di 20 anni fa.

La via Lattea e le galassie nane

Le Via Lattea è circondata da un gruppo di galassie satelliti che le orbitano intorno. In genere, queste piccole galassie hanno una vita tranquilla e orbitano attorno alla galassia principale per molti miliardi di anni senza provocare collisioni galattiche. Tuttavia, di tanto in tanto si scontrano e vengono assimilate dalla galassia attorno alla quale orbitano.

La Grande Nube di Magellano è la galassia satellite più luminosa nelle vicinanze della Via Lattea ed è entrata nel nostro quartiere solo circa 1,5 miliardi di anni fa. Fino a poco tempo fa gli astronomi ritenevano che le avrebbe orbitato attorno per molti miliardi di anni o, poiché si muove così velocemente, sarebbe sfuggita all’attrazione gravitazionale della nostra galassia.

Misurazioni effettuate di recente indicano che la Grande Nube di Magellano possiede quasi il doppio della materia oscura di quanto si ritenesse in passato. I ricercatori sostengono che poiché ha una massa maggiore del previsto, la Grande Nube di Magellano sta rapidamente perdendo energia ed è destinata a scontrarsi con la Via Lattea.

Il team di ricerca, guidato da scienziati dell’Istituto di cosmologia computazionale della Durham University in collaborazione con l’Università di Helsinki, in Finlandia, ha utilizzato un supercomputer per simulare la formazione di galassie EAGLE per prevedere la collisione.

Secondo il team la nostra galassia ha subito poche collisioni galattiche i con piccole galassie. Mentre la galassia più vicina alla nostra, la galassia di Andromeda, ha assimilato galassie con una massa 30 volte di elevata di quelle assimilate dalla Via Lattea. 

gli astronomi possono dedurre la storia della Via Lattea analizzando dei detriti rimasti nell’alone della galassia lasciati da tali collisioni galattiche.

Il metodo ha funzionato bene per gli eventi più recenti come la caduta della galassia nana del Sagittario avvenuta alcuni miliardi di anni fa che ha lasciato tracce degli effetti di marea nella galassia. Gli effetti dannosi che questi incontri possono causare alla Via Lattea, tuttavia, non sono ancora compresi. Eventi avvenuti anteriormente sono difficili da quantificare in quanto offuscati da collisioni galattiche successive.

Alcune collisioni galattiche avvenute nella storia della Via Lattea, tuttavia, sono stati così catastrofici da essere facili da individuare. Gli scienziati sanno da tempo che l’alone di stelle della nostra galassia cambia drasticamente con la distanza dal centro galattico, come rivelato dalla composizione delle stelle, dai moti stellari e dalla densità stellare.

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