Un asteroide gigante si aggira nel nostro sistema solare, i ricercatori lo hanno scoperto da alcuni suoi resti trovati sulla Terra. Le prove dell’esistenza di questa misteriosa roccia spaziale provengono da una meteora coperta di diamanti caduta sul Sudan nel 2008.
La NASA aveva individuato il meteorite di 8.200 chilogrammi, largo 4 metri diretto verso il pianeta ben prima dell’impatto, cosi i ricercatori si sono recati nel deserto del Sudan e hanno potuto recuperare una quantità insolitamente ricca di resti.
Un nuovo studio effettuato su un frammento suggerisce che il meteorite potrebbe essersi staccato da un asteroide gigante, più o meno delle dimensioni del pianeta nano Cerere, il più grande oggetto della fascia degli asteroidi.
Il meteorite, noto come Almahata Sitta (AhS), come il 4,6% dei meteoriti ritrovati sulla Terra, è costituito da un materiale noto come condrite carboniosa. Queste rocce nere contengono composti organici, diverse varietà di minerali e acqua. I ricercatori hanno spiegato che la composizione minerale di queste rocce spaziali offre indizi sull’ asteroide genitore che ha dato vita a una determinata meteora.
“Alcuni di questi meteoriti sono dominati da minerali che forniscono prove per l’esposizione all’acqua a basse temperature e pressioni”, ha spiegato il coautore dello studio Vicky Hamilton, planetologo presso il Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado. “La composizione di altri meteoriti indica il riscaldamento in assenza di acqua”.
Il team ha analizzato al microscopio un campione di AhS del peso di appena 50 milligrammi e ha scoperto che aveva una composizione minerale unica.
Il meteorite presentava un’insolita serie di minerali che si formano a temperature e pressioni “intermedie” (superiori a quelle che si trovano in un tipico asteroide, ma inferiori a quelle presenti all’internodi un pianeta). Un minerale in particolare, l’anfibolo, necessita anche un’esposizione prolungata all’acqua per svilupparsi.
L‘anfibolo è abbastanza comune sulla Terra, ma è apparso solo una volta in tracce in un meteorite noto come Allende, la più grande condrite carboniosa mai trovata, che cadde a Chihuahua, in Messico, nel 1969
L’alto contenuto di anfibolo presente in AhS suggerisce che il frammento si sia staccato da un asteroide genitore che non ha mai entrato in contatto con il nostro pianeta fino ad ora.
Come hanno scritto i ricercatori nel loro studio, i campioni prelevati dagli asteroidi Ryugu e Bennu e riportati sulla Terra rispettivamente dalle sonde giapponesi Hayabusa2 e OSIRIS-REx della NASA, riveleranno probabilmente la presenza di minerali che raramente si trovano nei meteoriti.
Forse alcuni tipi di condrite carboniosa semplicemente non sopravvivono all’attrito nell’atmosfera, ha spiegato Hamilton, e questo ha impedito agli scienziati di studiare un tipo di condrite che potrebbe essere più comune nello spazio.
“Pensiamo che ci siano più materiali di condrite carboniosa nel sistema solare di quelli rappresentati dalle nostre collezioni di meteoriti”. Ha concluso Hamilton
Il documento è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.