Le Alpi stanno crescendo: sembra una dicitura surreale, degna del miglior film di Hollywood, ma in realtà tutto rientra nelle normali leggi della natura. Non tutte, ma solo una parte, per la precisione quelle centrali. L’orografia è una materia molto affascinante e ogni giorno ci propone un dubbio o una domanda. Per esempio ancora si sta cercando di comprendere la vera altezza del monte Everest. Non andiamo tuttavia fuori traccia e torniamo a occuparci del sistema alpino, cercando di comprendere cosa sta accadendo. A occuparsi del caso è stato l’istituto di Geologia di Berna, in Svizzera, tramite la pubblicazione di un articolo intitolato: “Late-Pleistocene catchment-wide denudation patterns across the European Alps”.
Le Alpi stanno crescendo: l’utilizzo degli orologi cosmici
A livello metodologico, i ricercatori hanno condotto lo studio, tramite la quantificazione del grado erosivo lungo le Alpi, con l’aiuto degli isotopi presenti nella sabbia dei fiumi, denominati orologi cosmici. Tale metodologia è stata utilizzata anche per studiare l’azione erosiva e modellante da parte delle piogge sulla catena dell’Himalaya. Ecco cosa si legge dal comunicato ufficiale dell’università di Berna: “Quando i raggi cosmici impattano la superficie terrestre gli atomi di ossigeno che costituiscono i minerali di quarzo vanno incontro a reazioni nucleari. Come conseguenza si ha la formazione di un nuovo isotopo, il Berillio-10. Dal momento che tale isotopo si forma solo nello strato più esterno, l’età di tale superficie può essere quantificata mediante analisi della concentrazione dell’isotopo”.
Andando avanti si può leggere, inoltre: “Se la concentrazione di Berillio-10 nei granelli di quarzo è alta, significa che la superficie è stata esposta ai raggi cosmici per un tempo relativamente lungo, quindi è vecchia. Se, al contrario, la concentrazione è bassa, il tempo di esposizione risulta più breve e la superficie più giovane”. Il professor Fritz Schlunegger, docente presso l’università di Berna, ha studiato il fenomeno delle Alpi centrali assieme al professor Romain Delunel. Schlunegger ha dichiarato: “Tale principio può essere utilizzato per quantificare i tassi di erosione lungo tutte le Alpi”.
L’analisi su oltre 350 fiumi
Nel corso dello studio da parte dell’università di Berna sono stati analizzati oltre 350 fiumi su tutto l’arco alpino, offrendo opportuni dati di erosione su singole aree. Dalla ricerca si è evinto che nelle Alpi centrali, in particolare quelle svizzere, si stia verificando un processo erosivo inferiore a quello di sollevamento. I geologi dell’università di Berna hanno, inoltre, compreso come il fenomeno di erosione sia legato soprattutto alla pendenza del terreno, piuttosto che allo scorrimento dei corsi d’acqua lungo i pendii, oppure alle piogge.
Conclusioni
Riguardo alla crescita delle Alpi centrali, in particolare al fenomeno di erosione, il professor Fritz Schlunegger ha dichiarato con una sottile vena ironica: “Si tratta di una velocità molto bassa, quasi noiosa”. Ha poi proseguito: “Questa è una grande sorpresa perché finora abbiamo sempre dato per scontato che sollevamento e erosione fossero in equilibrio”. Per le Alpi centrali la differenza tra sollevamento ed erosione si aggira a 800 mm ogni 1.000 anni. Schlunegger ha concluso: “Ciò significa che le Alpi centrali stanno ancora crescendo, e lo fanno in una maniera sorprendentemente veloce”.
FONTI: https://www.livescience.com/swiss-alps-growing-taller.html
Le Alpi centrali stanno ancora crescendo in altezza