domenica, Settembre 8, 2024
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Due studi rivelano: sulla Luna l’acqua è più comune di quanto pensassimo

Due nuovi studi non solo confermano la presenza di acqua sulla Luna, ma dimostrano che la superficie del nostro satellite potrebbe racchiudere un tesoro per le future missioni spaziali

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Secondo quanto afferma la NASA le “trappole fredde” presenti sul nostro satellite naturale fanno ben sperare per il futuro dell’esplorazione spaziale e per gli astronauti delle missioni Artemis.
Gli scienziati hanno scoperto che il nostro satellite possiede una certa quantità di acqua sotto forma di ghiaccio, ma non immaginavano che questa preziosa sostanza fosse presente in abbondanza in sacche di ghiaccio nascoste in regioni poste sotto “ombre eterne”, alcune piccole come un penny.
Tracce d’acqua sono state coperte dagli scienziati già nel 2009 e, nel 2018, hanno confermato la presenza di ghiaccio d’acqua sulla sua superficie. Due nuovi studi non solo confermano la presenza di acqua sulla Luna, ma dimostrano che la superficie del nostro satellite potrebbe racchiudere un tesoro per le future missioni spaziali. Chiazze di ghiaccio celato in “trappole fredde”, ospitate in regioni perennemente in ombra.
“Immagina di stare sulla superficie della Luna vicino a uno dei suoi poli, vedresti ombre dappertutto”, ha detto l’autore dello studio Paul Hayne, assistente professore al Laboratorio di fisica atmosferica e spaziale presso CU Boulder, in un dichiarazione. “Molte di quelle minuscole ombre potrebbero essere piene di ghiaccio.”
Il team guidato da Hayne ha realizzato uno studio utilizzando i dati del Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA per studiare la distribuzione delle trappole fredde, dove l’acqua potrebbe non solo esistere ma essere trattenuta in modo permanente, sulla superficie della Luna. Il team non solo ha trovato un’ampia varietà di trappole fredde che comprendono “micro trappole fredde” fino a 1 centimetro di diametro, ma potrebbero esserci centinaia o addirittura migliaia di volte più trappole fredde “micro” di quelle più grandi. Gli scienziati hanno inoltre scoperto ombre permanenti su entrambi i poli.
In effetti, il team di Hayne ha scoperto che ben 40.000 chilometri quadrati della superficie lunare ha la capacità di trattenere l’acqua. È più del doppio dell’area che gli scienziati avevano precedentemente riservato al ghiaccio d’acqua presente sulla Luna.
Le “trappole fredde” sono estremamente interessanti in quanto non sono solamente zone fredde e ombreggiate dove è più probabile che l’acqua si raccolga. Sono così freddi che l’acqua, o il ghiaccio, rimarrebbero letteralmente intrappolati per un tempo molto lungo.
“Le temperature nelle trappole fredde sono così basse che il ghiaccio si comporta come una roccia”, ha spiegato Hayne nella stessa dichiarazione. “Se l’acqua vi entra, non andrà da nessuna parte per un miliardo di anni”.
Hayne e il suo team hanno spiegato che queste riserve di ghiaccio andrebbero trovate lanciando rover automatici o missioni umane. Una scoperta del genere potrebbe rivelarsi la chiave di volta per sviluppare missioni non solo per riportare gli astronauti sulla Luna, ma anche per realizzare delle basi permanenti sia per studiare il nostro satellite, sia come banco prova per le future missioni umane su Marte e nello spazio profondo.
“Se abbiamo ragione, la scoperta potrà fornire acqua potabile, ossigeno e idrogeno per il carburante per missili, tutto ciò per cui la NASA ha bisogno di acqua“, ha detto Hayne nella stessa dichiarazione, aggiungendo: “Gli astronauti potrebbero non aver bisogno di entrare in queste ombre profonde e scure … Potrebbero camminare e trovarne uno largo un metro e che potrebbe ospitare il ghiaccio”.
In un secondo studio, i ricercatori guidati da Casey Honniball, un membro del programma post-dottorato della NASA presso il NASA Goddard Space Flight Center, hanno studiato l’acqua sulla Luna utilizzando i dati del telescopio aereo SOFIA (the Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy) della NASA .
Il precedente studio che identificava l’acqua sulla Luna era basato su una firma spettrale (il “codice a barre” che gli scienziati usano per identificare i materiali, che viene riflesso in funzione della lunghezza d’onda) che non mostrava distintamente se il bersaglio fosse acqua o idrossile legato a minerali sulla superficie lunare.
Grazie alle nuove misurazioni, i ricercatori sono stati in grado di individuare la firma spettrale dell’acqua senza che ci fosse il minimo dubbio. I ricercatori hanno scoperto che l’acqua è abbondante alle alte latitudini meridionali sulla luna ed esiste tra le 100 e le 400 parti per milione. Gli scienziati suggeriscono che questa acqua probabilmente è “inserita” tra i grani sulla superficie lunare, che la protegge dall’ambiente.
Il lavoro di Honniball è stato pubblicato oggi (26 ottobre) sulla rivista Nature Astronomy. Anche il lavoro di Hayne è stato pubblicato oggi sulla stessa rivista.
Fonte: https://www.space.com/water-on-moon-shadow-cold-traps-discovery
 

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