25 Settembre 2020
by Katie Hunt – CNN
tradotto e adattato da Giampiero Muzi
Quando il prossimo astronauta avrà raggiunto la Luna e camminerà sulla sua superficie nel 2024, dovrà far fronte ad un livello di radiazione 200 volte più alto di quello sulla Terra. All’epoca della missione Apollo, gli astronauti avevano con loro il dosimetro per misurare la radiazione lunare, ma i dati non vennero mai diffusi. La prima sistematica e documentata misurazione della radiazione lunare è stata intrapresa nel gennaio del 2019, quando l’astronave spaziale cinese Chang’e 4 è allunata sul lato lontano della Luna, come riportato in un nuovo studio diffuso da Science Advances, una rivista scientifica americana.
Le prossime missioni lunari con astronauti dovrebbero constatare un livello quotidiano di dose di radiazione equivalente a 1.369 microsievert, circa 2,6 volte più alto della dose giornaliera rilevata sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), precisa lo studio.
La radiazione è un’energia emessa tramite onde elettromagnetiche o particelle; si compone di luce visibile e di calore (radiazione infrarossa) che possiamo percepire, e poi di raggi X e onde radio che non percepiamo. In ogni caso, gli astronauti nello spazio devono fronteggiare diverse fonti di radiazioni potenzialmente dannose, da cui l’atmosfera terreste ci protegge largamente. Tra queste i raggi cosmici galattici (prodotti da sporadici eventi di particelle solari che vanno in accelerazione), i neutroni e i raggi gamma, derivati dalle interazioni tra le radiazioni dello spazio e il suolo lunare.
“I livelli della radiazione che abbiamo misurato sulla Luna sono circa 200 volte più alti di quelli sulla superficie della Terra, e da 5 a 10 volte più elevati di quelli su un volo tra New York e Francoforte”, ha scritto Robert Wimmer-Schweingruber, professore di fisica all’Università di Kiel (Germania) e autore dello studio pubblicato nel settembre 2020. “Siccome gli astronauti dovrebbero essere esposti a questi livelli di radiazioni più a lungo dei passeggeri e dei piloti dei voli transatlantici, questa è da ritenersi un’esposizione ragguardevole”.
Il rischio dei viaggi nello spazio
L’esposizione alla radiazione è uno dei maggiori rischi per la salute degli astronauti, come quella ai raggi cosmici galattici (GCR), che può causare le cataratte agli occhi, il cancro o alcune malattie degenerative del sistema nervoso centrale o di altri sistemi organici, ha precisato la ricerca.
“Inoltre, l’esposizione a grandi eventi di particelle solari senza un’adeguata protezione può provocare effetti seri e acuti”, si legge nello studio. Gli scienziati della NASA descrivono la radiazione come uno dei cinque pericoli per i voli spaziali umani, sicuramente il “più minaccioso”.
Nella missione lunare Artemis, quando nel 2024 la prima donna camminerà sulla Luna, gli astronauti dovranno restare sulla superficie lunare per una settimana e svolgere un minimo di due passeggiate esterne. Quando gli astronauti sono stati sulla Stazione Spaziale Internazionale per un anno, il modulo orbitante è rimasto dentro la protezione del campo magnetico terrestre. Ciò significa che mentre gli astronauti della ISS erano esposti a livelli di radiazioni 10 volte più alti che sulla Terra, questi sono una piccola dose di quelli a cui saranno sottoposti nello spazio profondo.
La missione su Marte dovrebbe partire probabilmente in due o tre anni, e anche in questo caso la dose di radiazione sarà molto alta. I veicoli predisposti per il cosmo profondo, sostengono alla NASA, saranno dotati di adeguati scudi, dosimetri e sistemi di allerta. La ricerca su questo problema si sta svolgendo anche tra le grandi aziende farmaceutiche che potrebbero aiutare nella difesa dalle radiazioni.
Fonte: CNN