Nel corso dei decenni sono stati registrati migliaia di avvistamenti UFO, tuttavia quelli accompagnati dal singolare fenomeno chiamato “tempo mancante” sono particolarmente interessanti. Il fenomeno potrebbe suggerire qualcosa di più sugli UFO e su noi stessi, aiutando i ricercatori seri a trovare nuove risposte.
Un incidente accaduto nell’autunno del 1966 in Nebraska potrebbe essere proprio un caso del genere. Un viaggio che non avrebbe dovuto durare più di cinque minuti apparentemente durò più di mezz’ora. E per di più, il testimone di questi singolari accadimenti apparentemente non serbò alcun ricordo dei fatti emersi in seguito.
L’incidente che stiamo per descrivere pare sia avvenuto su una strada altrimenti poco battuta, luoghi spesso simbolo di presunti avvistamenti e incontri ravvicinati. Molti ricercatori hanno ipotizzato che questi luoghi siano forse costruiti sopra o vicino a luoghi carichi di energia che causerebbero attività paranormali.
La storia è venuta alla luce, purtroppo, solo decenni dopo, nel 2004, ed è entrata nell’arena pubblica attraverso i file di Peter Davenport del National UFO Reporting Center (NUFORC).
Il testimone all’epoca dei fatti aveva appena 17 anni, anche se fu la sua ex-moglie (che era la sua fidanzata all’epoca) che alla fine avrebbe raccontato la storia nel 2004. Nella notte in questione, il 5 settembre 1966, l’adolescente senza nome era in sella alla sua moto diretto verso casa della sua ragazza a Columbus, nel Nebraska.
Doveva arrivare intorno alle 21:00 ed era a circa un miglio dalla sua destinazione quando il giovane notò qualcosa di veramente fuori dall’ordinario sopra la sua testa. Vide un oggetto discoidale a una quota di poche decine di metri dal suolo. L’oggetto emetteva una combinazione di luci verdi, rosse e gialle sul lato inferiore. Vide inoltre un motivo sul lato inferiore che gli ricordava i raggi di una ruota. Il giovane tuttavia non riusci, a causa dell’oscurità, a osservare altri dettagli dell’oggetto volante misterioso, limitandosi a segnalare la presenza di un suono simile a un ronzio che sembrava risuonare attraverso il suo corpo.
Poco dopo si rese conto che l’oggetto non si muoveva. In quel preciso istante decise di aumentare la velocità della moto. Tuttavia, in seguito le cose diventarono ancora più bizzarre. Nonostante il suo tentativo, la moto rimase sullo stesso punto della strada con il motore che ruggiva e le ruote in movimento. Stupito della cosa accelerò ancora di più ma la sua moto non avanzò di un centimetro apparentemente congelata.
Poco dopo, la cosa che il giovane ricordò era che si trovava in movimento lungo la strada. Tuttavia, aveva la netta impressione che gli mancasse qualcosa. Inoltre, nonostante una velocità di quasi 70 miglia all’ora solo pochi secondi prima, ora apparentemente stava procedendo a circa 25 miglia all’ora. Si prese un momento per schiarirsi la mente e poi, sebbene ancora molto preoccupato e innervosito, continuò il suo viaggio.
Una volta giunto a casa dei genitori della sua ragazza, era in ritardo di circa 30 minuti. Il viaggio stesso non avrebbe dovuto durare più di 5 minuti. La sua ragazza notò subito che il giovane era pallido e agitato, stato che perdurò per diverso tempo. Solo un mese dopo i fatti, il giovane raccontò quello che gli era accaduto in quella strana notte.
Cosa successe quella notte di settembre? Questo caso è uno dei tanti che presentano il fenomeno detto “Tempo mancante” che è ancora oggi oggetto di dibattiti tra gli ufologi di tutto il mondo. Il termine “tempo mancante” si riferisce a una lacuna nella memoria di un soggetto, relativa ad un determinato periodo di tempo, da alcuni minuti ad alcuni giorni.
Ufologi, ricercatori e psicologi fautori dei rapimenti alieni, sostengono che le testimonianze di persone originarie da ogni parte del globo, che tra loro non si conoscono e che non hanno alcuna preparazione in merito, presentano molte similitudini, il che statisticamente confermerebbe che il missing time è un fenomeno reale. Un individuo può descrivere di trovarsi inizialmente in un qualunque luogo o mezzo di trasporto: il tempo mancante si realizza nel momento in cui il rapito si ritrova nel medesimo luogo d’origine ma più avanti nel tempo, senza ricordare cosa sia successo in quel lasso di tempo trascorso. In pratica, il soggetto ricorda l’inizio e la fine dell’episodio, ma presenta un’amnesia per quanto riguarda la parte centrale di esso.
Può anche capitare che il soggetto veda un UFO in un luogo e successivamente in un luogo diverso, senza rendersi conto non solo del tempo trascorso, ma anche di come sia arrivato nel luogo stesso; questo fenomeno correlato al missing time è detto jump location (salto di luogo).
La scienza associa invece il fenomeno del tempo mancante a problemi mentali di tipo psicotico, o di rimozione auto-forzata di un ricordo traumatico (reale o immaginario che sia) che la psiche non può sopportare; anche le droghe contribuiscono a vivere stati allucinogeni dove il soggetto può immaginare qualunque cosa, anche un rapimento alieno. Le similitudini nei racconti dei testimoni dipenderebbero dalla comune struttura della mente umana.
La sensazione di tempo mancante può essere connessa anche al fenomeno della dissociazione, che può capitare anche nella vita quotidiana quando il cervello è occupato a svolgere compiti monotoni e ripetitivi; ad esempio, quando si guida in autostrada si può avere un calo dell’attenzione cosciente, per cui non ci si accorge di avere superato uno svincolo o si perde la cognizione del tempo.
Fonte: https://www.ufoinsight.com/ufos/close-encounters/missing-time-1966-nebraska
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Missing_time