venerdì, Ottobre 18, 2024
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L’errore di Jurrassic Park: i velociraptor non cacciavano in branco

Questi dinosauri (Deinonychus antirrhopus), con i loro tipici talloni a forma di falce, sono stati riprodotti nel film come animali dotati di molta intelligenza, all'apice della catena alimentare del tempo e capaci di agire in gruppo per predare anche animali di grande taglia.

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by Natalie Johnson, University of Wisconsin Oshkosh

Tradotto e adattato da Giampiero Muzi

Una nuova ricerca elaborata negli USA dalla Università del Wisconsin Oshkosh (UWO), basata sull’analisi dei denti dei velociraptor – i dinosauri resi celebri dal film Jurassik Park – e pubblicata sulla rivista scientifica Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, evidenzia che questi antichissimi rettili e i loro simili non cacciavano in grandi e coordinati branchi come i cani.

Questi dinosauri (Deinonychus antirrhopus), con i loro tipici talloni a forma di falce, sono stati riprodotti nel film come animali dotati di molta intelligenza, all’apice della catena alimentare del tempo e capaci di agire in gruppo per predare anche animali di grande taglia. Questi dinosauri hanno contribuito largamente al grande successo in tutto il mondo del film diretto dal regista americano Steven Spielberg nel 1993.

I sauri predatori sono stati spesso mostrati impegnati in battute di caccia in branco come i lupi“, dice Joseph Frederickson, paleontologo dei vertebrati e direttore del Museo Weis di Scienza della Terra al Fox Cities campus della UWO.

Le prove di questo comportamento però non sono del tutto convincenti. Dal momento che non possiamo vedere questi animali cacciare dal vivo, dobbiamo per forza usare un metodo indiretto per determinare quale fosse il loro comportamento reale”.

Frederickson guida una squadra di studio sull’argomento, con due colleghi dell’Università dell’Oklahoma e del Museo Sam Noble di Storia Naturale dello stesso ateneo, Michael Engel e Richard Cifell.

Sebbene largamente condivisa, la prova della caccia in branco di questi dinosauri, proposta dal noto paleontologo della Yale University, John Ostrom, è relativamente debole. “Il problema di questa teoria è che gli eredi viventi dei dinosauri, come gli uccelli, o i loro parenti più prossimi – i coccodrilli -, generalmente non cacciano in gruppo, e raramente attaccano prede più grandi di loro“, spiega il direttore del Museo Weis. “Inoltre, il comportamento durante la caccia non resta nei fossili quindi è molto difficile verificarlo come faremmo con gli animali viventi del nostro tempo”.

Recentemente, gli scienziati si sono focalizzati su un modello di comportamento diverso per questi dinosauri, più vicino a quello dei coccodrilli o dei varani di Komodo, in cui alcuni individui possono anche attaccare insieme lo stesso animale ma la cooperazione rimane molto limitata.

In questa ricerca noi proponiamo che ci sia una correlazione tra la caccia in branco e la dieta nello sviluppo di questi animali”, dice Frederickson. Nei varani di Komodo, ad esempio, i cuccioli sono a rischio di essere mangiati dagli adulti e per questa ragione si rifugiano sugli alberi dove trovano una ricchezza di cibo non a disposizione dei loro più grandi genitori che si muovono a terra.

Gli animali che cacciano in branco in genere non hanno questa diversità di dieta. “Se noi potessimo osservare la dieta di un giovane velociraptor confrontata con quella di un adulto, ci potrebbe venire in mente l’ipotesi che cacciassero in branco”, aggiunge Frederickson.

Per provare a fare questo gli scienziati hanno studiato la chimica dei denti di questi dinosauri, Deinonychus, che hanno vissuto in Nord America durante il periodo Cretaceo tra 115 e 108 milioni di anni fa. “Gli isotopi stabili del carbonio e dell’ossigeno sono usati per avere un’idea della dieta e delle risorse di acqua a disposizione di questi animali. Abbiamo anche osservato un coccodrillo preistorico e un dinosauro erbivoro nella stessa formazione geologica“, aggiunge il professore della UWO.

Gli scienziati hanno scoperto che i coccodrilli del Cretaceo, così come i loro pronipoti viventi, mostrano delle differenze di dieta analizzando i denti più piccoli e quelli più grandi, evidenziando una distinta transizione di alimentazione durante la crescita.

Questo è esattamente quanto ci aspetteremmo da animali che non siano stati alimentati dai genitori nei loro primi mesi di vita”, sottolinea Frederickson. “Lo stesso schema lo riscontriamo nei velociraptor, dove i denti più piccoli e quelli più grandi non contengono lo stesso livello di valori degli isotopi del carbonio, a dimostrazione che hanno mangiato cibi differenti. Questa constatazione significa che i cuccioli non sono stati nutriti dagli adulti, ed è questa la ragione per cui diciamo che il comportamento dei velociraptor nel film Jurassic Park è sbagliato“, conclude Frederickson.

Lo stesso metodo di analisi del carbonio dei denti, aggiunge lo scienziato americano, potrà essere applicato per verificare se altri animali estinti abbiano cacciato in branco o no.

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