A causa di un incidente in un laboratorio, un’arma batteriologica sfugge al controllo dei militari. Il virus conosciuto con il nome formale di Progetto Azzurro (e in gergo come “Capitan Trips”) mutazione letale dell’agente eziologico dell’influenza, è caratterizzato da un tasso di infettività del 99,4% ed un tasso di mortalità per gli infetti del 100%.
La base sede del terribile incidente viene immediatamente isolata, ma qualcuno riesce a fuggire con i familiari eludendo la sorveglianza. Percorsa un po’ di strada l’automobile sulla quale fuggono va a finire contro un distributore di benzina. Immediatamente alcune persone accorrono a prestare i primi soccorsi ma è solo l’inizio della fine, l’epidemia si scatena e in poco tempo decima la popolazione del mondo intero, solo un piccolo gruppo immune al virus sopravvive e cerca di salvare ciò che resta della civiltà umana.
Questa è la trama del libro di Stephen King “L’ombra dello scorpione” e secondo i cospirazionisti qualcosa di simile è successo in passato e sta succedendo di nuovo oggi con il “Coronavirus”
Poco più di un secolo fa tra il 1918 e il 1920 un’epidemia influenzale conosciuta come “Spagnola”, così soprannominata perché riportata per la prima volta dai giornali spagnoli, o anche come “la grande influenza”, è stata la prima delle due pandemie che hanno coinvolto il virus H1N1. Questa pandemia ha portato veramente conseguenze terribili per decine di milioni di persone, arrivando a infettarne circa mezzo miliardo in tutto il pianeta.
Nel primo anno della Spagnola l’aspettativa di vita era di circa 12 anni più bassa e ad essere infettati sono stati giovani adulti e sani a differenza di altre epidemie influenzali che uccidono persone molto giovani, anziani e già indeboliti.
Studi recenti, basati su referti medici originali del periodo della pandemia, hanno rilevato che l’infezione virale non era più aggressiva di qualsiasi altra influenza precedente, ma che malnutrizione, campi medici, ospedali sovraffollati e scarsa igiene contribuirono ad una superinfezione batterica che uccise la maggior parte degli ammalati, in genere dopo un periodo prolungato di degenza.
Inoltre, in Europa, il diffondersi della pandemia fu favorito dalla prima guerra mondiale che imperversava da 4 anni. La pandemia dopo l’ondata di fine 1918 si attenuò per scomparire di colpo, forse per l’attenuazione attraverso una mutazione del virus o semplicemente per le migliori misure di prevenzione adottate dai medici.
La paura del contagio tornò a farsi sentire nel 1957 con l’arrivo dell’influenza Asiatica, un virus A H2N2 isolato per la prima volta in Cina. All’epoca venne messo a punto in tempi record un vaccino che permise di arginare e debellare la pandemia, dichiarata superata nel 1960. I morti causati dall’asiatica sono stati ben 2 milioni.
Nel 1968 ancora in Asia, che all’epoca non aveva né strutture sanitarie né un’igiene appropriata e, a peggiorare le cose, un’alta densità di popolazione, comparve l’influenza di Hong Kong, un’ influenza di tipo aviario, simile all’Asiatica, che in due anni uccise da 750mila a 2 milioni di persone, di cui 34mila solo in USA.
Nel 1981 è stata riconosciuta una nuova malattia in alcuni pazienti negli Stati Uniti. L’infezione era già nota da diversi anni, ma era stata sempre scambiata per altro. L’HIV-AIDS diventa nel giro di poco tempo una vera e propria pandemia mortale in quasi il 100% dei casi diagnosticati. Il contagio era legato alla sfera sessuale e al consumo di eroina, comportamenti stigmatizzati in quanto trasgressivi.
Grazie agli studi condotti dal 1996 è disponibile una combinazione di farmaci che riescono a “bloccare” il virus negli individui fermando lo sviluppo della sindrome immunodepressiva, ma non a eradicarla, cronicizzando quindi l’infezione. La sindrome è dunque diventata endemica nei paesi sviluppati, dove il numero dei decessi si è drasticamente ridotto ma, quello dei contagi resta alto. Nei paesi in via di sviluppo è invece ancora uno dei fattori di mortalità.
Nel nuovo millennio il primo allarme a livello mondiale è scattato nel 2003 per la SARS, acronimo di “Sindrome acuta respiratoria grave”, una forma atipica di polmonite comparsa per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia del Guangdong in Cina.
In un anno la Sars ha ucciso 800 persone, tra cui il medico italiano Carlo Urbani, il primo a identificare il virus che lo ha poi stroncato.
Tre anni dopo nel 2009 scoppia l’impropriamente detta “influenza suina”, a causarla un virus A H1N1. L’allarme scoppia anche in Italia, dove sono state oltre un milione e mezzo le persone contagiate. La paura però è cessata quando si è capito che il tasso di mortalità sarebbe stato molto contenuto, minore di una normale influenza.
Queste pandemie sono legate dal filo conduttore del cospirazionismo che genera un allarmismo insensato e diffonde informazioni distorte ed esagerate. Un esempio è la pandemia della “Spagnola” che, secondo Heinrich Mueller, ex capo della Gestapo, interrogato dalla CIA nel 1948 era un prodotto dell’ingegno umano. Mueller asseriva che l’influenza era parte di un’arma batteriologica dell’esercito americano che sfuggita di mano aveva infettato i soldati del Camp Riley KS nel marzo del 1918 e si era diffusa ovunque per diventare incontrollabile, aggiungendo che “la spagnola” era una misura creata per ridurre drasticamente la popolazione.
Il cospirazionismo non ha certamente mollato la presa con le pandemie che si sono via via seguite, fino ad arrivare al virus HIV-AIDS che ha visto nascere spiegazioni alternative sulla sua origine, per la maggior parte frutto di teorie complottiste che affermano che il virus stesso non sarebbe in realtà mai stato scoperto.
Tutte queste malattie, secondo le tesi complottiste, sarebbero in realtà frutto di ricerche militari per il più losco degli scopi: armi batteriologiche da scatenare contro il nemico, virus utilizzati per decimare gli omossessuali o gli islamici o in alternativa persone di colore.
Armi che elìte super segrete utilizzerebbero per ridurre la popolazione mondiale, o come si legge in molti siti, trasformare l’uumanità in un “cliente fisso” delle case farmaceutiche.
Le assurdità ovviamente non hanno fine e queste considerazioni si legano a teorie complottiste come le scie chimiche, teorie partorite da menti disturbate che oggi sicuramente accuseranno oscuri poteri occulti di aver manipolato e liberato il Coronavirus.
Diffondere queste voci crea solo danno perché, oltre a essere cattiva informazione, creano allarmismo ingiustificato nelle frange di popolazione più suggestionabili, ma forse è proprio questo lo scopo che si propone chi le diffonde.
Fonti:
- https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/approfondimenti/epidemie-piu-gravi-storia.html
- https://comedonchisciotte.org/linfluenza-spagnola-unepidemia-creata-dalluomo/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27epidemia_di_HIV/AIDS