Passando da pochi flebili segnali radio a gigantesche astronavi aliene che attaccano la Terra, la fantascienza è piena di alieni che entrano in contatto con l’umanità. Mentre alcune rappresentazioni di questi esseri alieni sono grottesche, esagerate, inverosimili, assurde, sappiamo che molti esobiologi, e non solo, hanno studiato come una civiltà extraterrestre potrebbe entrare in contatto con noi.
Mega strutture aliene
Ma come dovrebbero essere, ad esempio, le strutture che la vita intelligente extraterrestre dovrebbe lasciare? Grandi o piccole che siano queste strutture per alcuni studiosi dovrebbero essere in grado di indicare a distanze cosmiche la loro esistenza, insomma come un immenso cartello con scritto “noi siamo qui”.
Con la speranza di trovare qualche megastruttura extraterrestre “artificiale” gli scienziati hanno di recente tenuto sotto osservazione la stella KIC 8462852, che si è oscurata e illuminata misteriosamente e improvvisamente negli ultimi anni. Questo misterioso oscuramento è stato da alcuni interpretato come la presenza di una qualche struttura artificiale che occasionalmente blocca la luce della sua stella. Forse è cosi ma esistono anche altre spiegazioni, come la presenza di nubi di polvere, gruppi di esopianeti in transito o sciami di comete.
Impulsi laser
Se le civiltà extraterrestri esistono, forse hanno scoperto il laser e ne usano gli impulsi per entrare in contatto con noi, perché, in teoria, i laser potrebbero inviare segnali o messaggi su lunghe distanze. Per cercare di captare questi impulsi laser, i ricercatori si sono concentrati su bagliori di luce estremamente luminosi, che potrebbero essere causati con meno probabilità da fonti naturali. Nonostante i tentativi, per ora non è stato raccolto nessun segnale, anche perché gli alieni che tentassero di contattarci con segnali del genere lo dovrebbero fare sapendo della nostra esistenza, perché il laser va necessariamente puntato sul bersaglio.
Onde radio
L’idea delle onde radio fu proposta da Philip Morrison e Giuseppe Cocconi in un articolo pubblicato del 1959 sulla rivista Nature. I due fisici sostenevano che gli scienziati dovrebbero setacciare le onde radio per ricercare segnali prodotto da vita intelligente extraterrestre.
Le onde radio viaggiano abbastanza indisturbate nello spazio e non vengono assorbite o riemesse dagli oggetti celesti e secondo i due scienziati un ipotetico messaggio viaggerebbe indisturbato per molto tempo coprendo lunghe distanze, era, ed è, logico pensare che extraterrestri evoluti tecnologicamente almeno al nostro livello dovrebbero aver scoperto e fatto uso delle onde radio. Questo metodo è ancora utilizzato ma ad esso si cercano altre alternative.
Forse non tutti gli alieni (se esistono) sono dell’idea che sia sensato contattare altre civiltà, forse alcuni non lo fanno per qualche valida ragione e cercano di emettere onde radio il meno possibile, ma secondo Freeman Dyson, anche gli alieni che evitano di comunicare potrebbero sviluppare una tecnologia per sottrarre energia dalla loro stella costruendo un oggetto orbitante che la inglobi, noto come sfera di Dyson.
Un oggetto del genere oscurerebbe la stella una volta completato perché ne bloccherebbe il 100% della luce, al suo posto potremo scoprire una traccia infrarossa. Molti astronomi sono al lavoro in questo senso e sia l’Allen Telescope Array che il telescopio spaziale WISE ( Wide Sur Field Infrared Survey Explorer ) stanno setacciando i cieli per trovare tali tracce infrarosse, aspettiamo fiduciosi.
Spostare le stelle
La ricerca di segni di civiltà extraterrestri evolute ha preso diverse strade, alcuni hanno addirittura pensato che civiltà molto più evolute della nostra possano addirittura spostare gruppi di stelle costruendo allineamenti che attirino altre civiltà. Tesi molto azzardata, se esistessero alieni così potenti avrebbero la capacità di viaggiare nel cosmo senza troppi problemi invece di costruire immensi cartelloni pubblicitari interstellari.
Altre civiltà aliene potrebbero sfruttare l’energia di una stella per mandare messaggi. Per esempio, se gli alieni potessero far girare piccole stelle estremamente dense chiamate stelle di neutroni nel modo giusto, potrebbero far sì che queste stelle emettessero luce come una sorta di faro lampeggiante, mandando segnali come un immenso faro interstellare. Possibile? Sono tecnologie fantascientifiche che non sappiamo come realizzare. A onor del vero, le prime stelle di neutroni scoperte hanno fatto pensare a segnali interstellari ad opera degli alieni. Questa scoperta ha fatto guadagnare all’astronomo Antony Hewish il premio Nobel per la fisica, il suo studente laureato Jocelyn Bell Burnell, che per primo scoprì una stella simile stella, è stato promosso per l’alto onore.
Li troveremo o ci troveranno?
Non sappiamo se gli alieni manderebbero messaggi verso di noi per caso o volutamente, l’universo è molto vasto, ha un diametro di circa 91 miliardi di anni luce e le civiltà potrebbero essere molto lontane da noi, potrebbero essere già estinte o troppo primitive per comunicare.
Ma proviamo a guardare più vicino a noi, cerchiamo stelle vicine che, se abitate, vedrebbero la Terra passare davanti al Sole e queste stelle pur poche rispetto alle stelle della nostra galassia ci sono.
In uno studio pubblicato nel febbraio 2016 nella rivista di preprint arXiv ha rilevato che ci sono 82 stelle nella zona di transito della Terra, un’area del cielo che ha una linea visuale diretta verso la Terra.
“Lungo questa linea, c’è una banda molto piccola – una striscia di meno di un grado da cui gli osservatori extrasolari potrebbero vedere la Terra transitare davanti sole“, ha detto il coautore dello studio René Heller, un astrobiologo del Max Planck Institute for Solar System Ricerca a Göttingen, Germania.
Heller e il suo collega Ralph Pudritz della McMaster University di Hamilton, in Canada, hanno predetto che potrebbero esserci fino a 100.000 stelle in questa zona del cielo, alcune delle quali potrebbero avere pianeti che ospitano civiltà tecnologiche.
Un vantaggio di questo approccio è che la piccola fetta del cielo è relativamente facile da cercare. “Potresti semplicemente scremare o scansionare l’intera zona di transito terrestre nel giro di forse qualche decina di notti circa, a seconda di quanto sia grande il campo visivo del tuo radiotelescopio“, ha detto Heller a Live Science. Se questi esopianeti nascosti ospitano la vita, sarebbero a poche centinaia di anni luce di distanza al massimo.
Fonte: Livescience