Presto la NASA tornerà sulla Luna con missioni umane e tutto questo si avvicina sempre di più perché, finalmente, la compagnia aerospaziale Lockheed Martin ha terminato la costruzione della capsula Orion che volerà sulla missione di prova Artemis 1 la prossima estate.
La notizia è stata annunciata sabato 20 luglio dal vice presidente degli Stati Uniti Mike Pence per il 50° anniversario dello storico sbarco sulla luna dell’Apollo 11. I rappresentanti della Lockheed Martin hanno aggiunto che la capsula è stata trasferita al Kennedy Space Center della NASA, in Florida, e montata in cima al suo modulo di servizio costruito in Europa.
“Durante tutto il montaggio, il team ha testato e convalidato i numerosi sistemi in centinaia di modi diversi per garantire che funzionassero come previsto nella rigidità dello spazio profondo” ha dichiarato Mike Hawes, responsabile del programma Orion per Lockheed Martin.
L’Orion, o Multi-Purpose Crew Vehicle (MPCV), è un veicolo spaziale in grado di trasportare un equipaggio e secondo i piani attuali della NASA, sarà destinato all’esplorazione umana degli asteroidi e degli spazi cislunari, in vista di un futuro sbarco su Marte.
Negli anni della presidenza Obama, l’Orion ha rischiato di diventare una “semplice navetta di salvataggio” per la Stazione Spaziale Internazionale. Fortunatamente, nel settembre 2010, il Senato degli Stati Uniti votò per ripristinare i finanziamenti per missioni oltre l’orbita bassa terrestre, a favore della Orion, che si trovava già in fase avanzata di sviluppo, e dello Space Launch System, un razzo vettore concettualmente simile all’Ares V.
La navetta spaziale Orion, come sapete, ha volato in precedenza, per la prima volta durante la missione di prova senza equipaggio in orbita terrestre, decollata nel dicembre 2014 in cima a un missile Delta Launch Alliance Delta IV Heavy, ha compiuto due orbite terrestri raggiungendo una quota di 5700 km prima di ammarare nell’Oceano Pacifico, al largo della California.
Le prossime missioni, una volta a regime, prevederanno un vero e proprio equipaggio, e il nuovo razzo SLS. “Il volo Artemis 1 metterà alla prova il design e la lavorazione della capsula e del suo modulo di servizio durante la missione di tre settimane intorno alla luna e ritorno“, ha detto Hawes. “Siamo entusiasti di questa missione perché apre la strada alla prima missione con equipaggio del 2022, Artemis 2“.
Artemis è il nome dato all’ambizioso programma di esplorazione lunare della NASA, che è intenzionata a far allunare due astronauti vicino al polo sud della luna nel 2024. Il programma mira inoltre a costruire una presenza sostenibile a lungo termine su e intorno alla luna.
Orion è la chiave di volta del piano di ri-conquista della Luna, così come lo è l’enorme razzo chiamato Space Launch System o SLS, ancora in fase di sviluppo. La missione Artemis 1 segnerà il primo volo dello SLS.
I piani per il programma Artemis sono molto ambiziosi e includono anche la realizzazione di una piccola stazione spaziale in orbita lunare chiamata Gateway. Questo servirà come punto di sosta per i viaggi, sia con equipaggio che senza equipaggio, sulla superficie lunare.
La NASA, però, non vuole fermarsi sulla Luna ma andare oltre, con l’obiettivo principale, grazie alla missione Artemis, di imparare a vivere e lavorare nello spazio profondo, per apprendere capacità e testare le tecnologie per preparare viaggi umani verso la destinazione principale del volo spaziale umano di questo secolo: Marte.
La NASA spera di portare esseri umani sul Pianeta Rosso prima della fine degli anni ’30.
Fonti: Space.com; aerospacecue.it